Capitolo 161 - Casa dolce casa

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Le mani che, ormai, come un gesto spontaneo si posavano sul ventre, stringendolo forte, quasi per paura di perdere il contenuto al suo interno. Stavamo attraversando il sottopassaggio che conduceva dalla tenuta di Aberforth Silente fino all'interno delle mura di Hogwarts dove ci attendeva un futuro ignoto.
Neville ci era venuto a prendere e stava facendo strada, raccontandoci quel che era avvenuto in quei mesi nella scuola, dove ormai regnava il terrore e il nuovo preside in carica, Piton, sembrava più cinico che mai.

«Quindi è diventata questa Difesa Contro le Arti Oscure?» domandò allibito mio fratello.

«Oh si, i Carrow non sono affatto docili. L'altro giorno volevano farci esercitare con la Maledizione Cruciatus su quelli del primo anno, mi sono rifiutato» ammise sventolando la bacchetta in avanti per far luce nel tunnel buio.

«E quindi ti hanno fatto questo?» chiese Hermione, indicando col dito l'occhio nero che colorava il viso del moro.

«Proprio così. Hogwarts è cambiata» concluse.

Harry proseguiva dietro di me, stranamente silenzioso. Forse stava rimuginando sul da farsi, forse stava solo progettando qualcosa, o semplicemente, aveva la testa vuota di qualunque pensiero, perché in quei momenti di terrore, non c'era nulla che si potesse pensare con lucidità.
Per un momento abbozzai un sorriso, pensando a come avrebbe reagito Harry dopo aver scoperto della gravidanza: non sarebbe stato contento di sapere che avrei avuto un figlio con Malfoy, poco ma sicuro, però l'idea di diventare zio, di accudire il figlio di sua sorella, forse lo avrebbe smosso.
Dopotutto si sa, una gravidanza è sempre una gioia, malgrado tutto un bambino porta amore, speranza, sarebbe potuto essere la prima luce dopo il tunnel delle tragedie che avevamo vissuto negli ultimi anni, e speravo solo che i suoi occhi fossero stati lo stesso colore del padre ma più sgargianti, per poter illuminare anche dove ne io ne lui, eravamo mai arrivati.

«Ei voi, ho una sorpresa» annunciò Neville che, dinnanzi a noi, ci copriva dalla panoramica che si stanziava oltre la porta che avevamo appena aperto, alla fine del passaggio.

«Non altra roba cucinata da Aberforth spero, sarebbe una sorpresa se la digerissimo» rispose
l'inconfondibile voce di Seamus.
Neville si scansò di lato, rivelando a tutti la figura di Harry, seguita da me, Ron ed Hermione.
Un coro di stupori si alzò nell'aria, il rimbombo delle mani che applaudivano riecheggiava nella stanza: Il Bambino Sopravvissuto ce l'aveva fatta per tutti quei mesi, era la loro speranza.

«Bentornati ragazzi» disse con voce allegra Luna che, dopo il salvataggio al Malfoy Manor, era tornata a scuola.

Salutammo uno ad uno i compagni che vennero verso di noi per accoglierci nuovamente, fu estremamente caloroso il loro bentornato, sembrava un assaggio di normalità nella follia dei tempi passati.
«Ciao Moon» disse dolcemente Dean Thomas, stringendomi poi tra le sue esili braccia. Dovetti alzarmi in punta di piedi per arrivare quantomeno al suo petto, era davvero altissimo quel ragazzo.

«Ciao Dean, come stai?» domandai altrettanto sorridente.

«Oh beh, che vuoi che ti dica, tra una tortura e l'altra» rispose ironicamente.
«Mi dicono che tu non te la sei passata meglio»

«Sono ancora viva. Credo sia già tanto» ammisi sinceramente. Ed era vero, lo pensavo. Il fatto che dopo quella missione suicida fossimo ancora tutti e quattro in perfetta salute mi faceva sentire una persona fortunata, l'avevamo rischiata davvero grossa.

Dopo poco, anche Ginny fece la sua entrata nella stanza, correndo a braccia aperte verso Harry che, contento come non lo era da mesi, la avvolse a se, stringendola forte al petto. Erano così contenti di vedere che l'altro stava bene, inutile dire chi mi avevano ricordato.

Seamus fece anche una battuta sul fatto che Ginny avesse salutato prima mio fratello che il suo, e si beccò anche l'appoggio di Harry in quella battuta; non potei fare a meno di pensare che ci sarebbe stato davvero poco su cui scherzare per lui se al posto di Ginny ci fossi stata io.
Immaginate la sua reazione se, in quella situazione, fossi corsa prima da Draco che da lui: non mi avrebbe parlato per i successivi sei anni, come minimo.

*

L'aria di serenità fu presto spezzata dalla realtà: Harry si unì alla massa di studenti che si dirigeva in Sala Grande per il discorso del Preside, si nascoste sotto il Mantello e ci ordinò di attendere fuori dalla porta principale e di entrare solo a tempo debito.
Riabbracciai i miei pseudo genitori ed erano venuti proprio tutti: i Weasley al completo, Fleur, Remus, Dora, Shacklebolt, praticamente tutto ciò che rimaneva dell'Ordine della Fenice.

«E sembra che sia parecchio esteso» concluse Harry. E fu allora che facemmo il nostro ingresso nella Sala Grande, rivelandoci agli studenti e a tutti i professori.
«Racconti com'è andata quella notte, racconti come lo ha guardato negli occhi, un uomo che si fidava di lei e lei lo ha ucciso. Racconti!» sbraitò in faccia a Piton, rabbioso del rancore che provava per la morte di Silente.

Il vecchio professore di Pozioni estrasse la bacchetta ma non riuscì a puntarla ad Harry perché venne scansato dalla McGranitt, fu allora che i due professori presero a duellare.
Lo scontro durò poco e Piton fuggì via non appena vennero stesi anche i Carrow. Nella sala rimbombarono urla di gioia che vennero presto interrotte dal frastuono della voce del Signore Oscuro: lui ci stava parlando.

Ordinava di consegnare Harry. Ordinava di farlo uccidere.

«Che state aspettando? Qualcuno lo prenda!» ordinò una Serpeverde, per la precisione, Millicent Bulstrode.
Ginny partì per prima, seguita da me, Ron, Hermione e tuti gli altri, formammo una schiera dinnanzi a Harry a protezione.

Fu la voce di Gazza a irrompere.
«Studenti, nei corridoi!» ordinò. Era impazzito anche lui, definitivo.

«Signor Gazza, si da il caso che lei sia arrivato al momento giusto, può accompagnare via da qui la signorina Bulstrode e gli altri Serpeverde?» domandò la professoressa.

«Esattamente dov'è che dovrei portarli?» chiese a sua volta il custode.

«Le segrete andrebbero bene» concluse. E fu così che i miei compagni di casa vennero portati via, cercai di trovare i miei amici tra la folla ma di Pansy, Blaise o Theodore non c'era traccia nel mucchio. Dove si erano cacciati?

Ma ad ogni modo, non c'era tempo per porsi domande: la guerra era appena iniziata.

Piccola Mezzosangue 5 || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora