Non feci in tempo a muovere un muscolo che la mano di Ron mi tirò via verso il marciapiede, evitando che un enorme bus mi colpisse in pieno viso. Riprendemmo a respirare regolarmente dopo lo spavento preso, e fu Hermione a prendere parola, dato che fu lei a farci smaterializzare lì.
«Siamo a Shaftesbury Avenue, venivo qui a teatro con mamma e papà» ci spiegò provando a dare un senso al suo gesto.
«Non lo so perché, mi è venuto in mente»Seguendo il suo passo lungo le stradine di Londra, arrivammo in un piccolo angolo buio, che sembrava tutto, tranne che accogliente e rassicurante.
«Venite, dobbiamo cambiarci» ordinò la riccia infilando l'intero braccio all'interno della sua borsetta a perline.
«Incantesimo estensivo irriconoscibile, geniale!» commentò Ronald
«Sempre questo tono sorpreso» gli rispose provocante la strega, facendo riferimento alla stessa battutina che, pochi giorni prima, le aveva rivolto lui stesso.
Hermione ci porse vestiti e, di fretta, ci cambiammo, anche perché combattere con l'abito e i tacchi, non era di certo il massimo.
Ci incamminammo verso un bar e mentre i tre discutevano sul da farsi, mi isolai per qualche istante, rimanendo a fissare i miei passi; il Ministro era morto, la guerra era stata indirettamente dichiarata, la battaglia aveva inizio.«Moon, vieni?» mi richiamò la voce di mio fratello, invitandomi ad entrare nel bar e prendere qualcosa.
Appena fummo seduti una cameriera passò a prendere le nostre ordinazioni; quando Hermione chiese un cappuccino, noi tre ci limitammo ad ordinare lo stesso, noncuranti di ciò che effettivamente avesse preso.
«Accidenti, la borsa con tutte le mie cose, l'ho lasciata alla Tana!» si lamentò Harry, ricevendo un cenno di negazione con la testa, da parte della ragazza.
«Da tempo tenevo pronte le cose necessarie» confessò.
Incredibile, quella ragazza era sempre un passo avanti a tutti noi, se avesse combattuto solo di astuzia e intelligenza, avrebbe battuto anche il Signore Oscuro.Non facemmo in tempo a porle ulteriori domande che la mano di Harry mi spinse a terra, gridando «Giù!» con tutto il fiato che aveva in corpo.
Due clienti, entrati poco prima nel locale, si rivelarono essere dei Mangiamorte, così iniziammo a scagliarci incantesimi l'un l'altro; quando Hermione colpì il primo, passarono pochi istanti, che gridai uno «Stupeficium!» al secondo, li pietrificammo, lasciandoli senza sensi.
Dopo esserci accertati che fossero privi di conoscenza, ci avvicinammo ai due, tentando di riconoscere i volti.
«Questo è Dolohov, lo riconosco dalla foto da ricercato» affermò Ron.«Dovremmo cancellargli la memoria» suggerì Harry.
Memoria. Memoria. Memoria.
Fu allora che ebbi un'illuminazione, una pessima e malsana idea.«Andate a serrare tutto, non devono vederci, e chiudete la cameriera nella cucina» ordinai ai due ragazzi.
Si allontanarono di poco e colsi l'occasione per avvicinarmi alla riccia e sussurrare al suo orecchio «Non Obliviarli, ti prego»
Mi rivolse uno sguardo, comprensibilmente, confuso finché non prese parola Harry.
«Forza Hermione» la spronò spedando di incoraggiarla.«Potete lasciarmi la sola?» chiese gentilmente la riccia «Voglio stare tra me e me mentre, si insomma, lo faccio»
Ci guardammo confusi ma i due annuirono dirigendosi verso l'uscita.«Devo usare il bagno, posso restare?» chiesi ad Hermione, per rendere più credibile il tutto.
Lei annuì.«Fate in fretta, non abbiamo tempo» disse Ronald, per poi uscire.
«Posso sapere cos'hai in mente?» chiese lei, probabilmente tanto confusa quanto spazientita.
«Perdonami Hermione, davvero ti supplico di scusarmi, ma ne ho bisogno per continuare la missione, altrimenti sarò sempre deconcentrata e non potrò rendere come davvero voglio. Spero tu lo possa capire» le annunciai.
Mi avvicinai al Mangiamorte e rivolsi la bacchetta verso il suo viso; probabilmente me ne sarei pentita, ma dovevo sapere se fosse ancora vivo, poteva essere la mia ultima possibilità per scoprirlo.Presi fiato e pronunciai «Legiliments!»
-
Un'abitazione oscura e tenebrosa, pareva appartenere al set di un film dell'orrore, Thorfinn Rowle affiancava Antonin Dolohov, mentre percorrevano i lunghi corridoi, della tetra abitazione in cui si trovavano.«Mio Signore..» provò a dire Dolohov, attirando l'attenzione di Lord Voldemort.
«Bene bene, gli ultimi assenti all'appello» disse beffandosi di loro.
Strofinava tra le sue lunghe dita una bacchetta mentre con sorrisetto compiaciuto guardava i tre cadaveri che giacevano ai suoi piedi.Si avvicinarono cautamente a Lui, mentre noncurante, calpestava i corpi inermi dei deceduti sul pavimento.
«Una graziosa famiglia di babbani che però costerà qualche ferita a qualcuno, non è vero, Draco?»Il Signore Oscuro si rivolse al ragazzo dai capelli biondi che, in silenzio, si trovava contro la parete della stanza. Gli occhi consumati, il viso stanco e, se possibile, ancora più pallido del solito.
«Ho chiesto al giovane Malfoy di torturarli un po' prima di ucciderli ma si è tirato indietro, che peccato» biascicò con il suo solito tono pacato e glaciale.Con il piede accarezzò il viso di uno dei babbani a terra, proprio come fece con il corpo di Cedric anni prima, con ammirazione per la sua opera.
«Voi due!» gridò indicando Dolohov e Rowle «Hanno violato il veto e possiamo rintracciarli, correte!» gli ordinòVoldemort faceva riferimento alla conseguenza che sarebbe spettata a chiunque avesse pronunciato il suo nome, una sottospecie di traccia magica, perciò sarebbe riuscito a rintracciare chiunque osasse dirlo.
«Noi invece dobbiamo chiarire qualcosa, non è vero Draco?» disse puntandogli contro la bacchetta «Crucio!»
I due Mangiamorte uscirono dalla stanza e l'ultimo ricordo si interruppe, dato che tutti i successivi, avrebbero portato fino ad allora.
-Quando fui finalmente fuori dalla sua testa, barcollai all'indietro, scoppiando subito dopo a piangere tra le braccia della mia amica.
«Moon che cosa hai visto?»«Lo sta torturando Hermione, si rifiuta di giustiziare persone innocenti e Lui lo punisce!» gridai disperatamente.
«Moon abbassa la voce o finiranno per sentirti anche Harry e Ron, poi voglio vedere come glielo spiegherai» disse asciugandole le lacrime dalle guance.
«Si beh, prima o poi dovranno saperlo» le ricordai
«Non ora Moon, non è il momento, lo sai benissimo»
La verità era che non sarebbe mai stato il momento adatto per affrontare un casino del genere.«Ascoltami, ha i suoi genitori che sono lì per proteggerlo, non permetteranno che faccia del male al loro figlio» disse cercando di farmi sentire meglio.
Non le risposi, mi limitai ad annuire, sperando solo di andare avanti e togliere dalla mia testa quelle immagini.
Una cosa, solo una, sembrava essere positiva: era ancora vivo.
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Piccola Mezzosangue 5 || Draco Malfoy
RomanceQUINTO LIBRO DELLA RACCOLTA "Piccola Mezzosangue" *** Era trascorso l'ennesimo anno per Moon, quello che le era sembrato il più difficile, il più pesante, quando pensava di aver trovato finalmente la felicità, questa le era stata brutalmente strappa...