Capitolo 146 - La lettera

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Dopo un'intera settimana alla ricerca di qualcosa che distruggesse l'Horcrux, eravamo già piuttosto stanchi, non vedevamo una luce infondo al tunnel, ci sembrava di aver davanti solo l'oscurità.

Quando lo avevamo trovato, ci sembrava di essere a metà dell'opera, eppure invece, forse eravamo ancora all'inizio.

«Guardate!» esclamò entusiasta Harry. Vedendo un gufo che viaggiava verso di noi con un pezzo di pergamena per il becco.

«Ma come ha fatto a raggiungerci senza farsi beccare? I gufi vengono intercettati» rifletté Ron ad alta voce.
Non riuscimmo trovare alcuna risposta al dubbio che porse il rosso, e ci limitammo ad alzare le spalle, e a concentrarci sull'animale.

Lo accolse tra le dita e in un batter d'occhio rilasciò la lettera ai nostri piedi, svolazzando poi via senza darci nemmeno il tempo di realizzare quanto accaduto.
Harry si affrettò a raccogliere il pezzo di pergamena e lo aprì, mostrandoci il contenuto e leggendolo ad alta voce mentre tutti e quattro, ammiravano la pergamena.

Importante: non rispondere a questa lettera.
La pronuncia del nome del Signore Oscuro è sottoposta a una traccia, chiunque lo chiami come Voi-Sapete-Chi verrà immediatamente rintracciato, fate attenzione.
Non fatevi ammazzare.

☼ ☽

Quando Harry finì di leggerla se la rigirò tra le dita, riflettendo su ciò che aveva appena visto su quel foglio.
«Vi rendete conto? È follia, ora non possiamo davvero nemmeno pronunciare il suo nome» contestò mio fratello, infastidito.

«Se non altro lo abbiamo scoperto» gli mormorò Hermione.

«Chissà chi ci ha mandato la lettera» domandò indirettamente il rosso, cercando spiegazioni nel viso di Harry, che un risposa, si avvicinò a noi, mostrandoci nuovamente la pergamena.

«Vedi questo simbolo? È una luna, l'ha mandata Remus» affermò allegramente «Il sole probabilmente lo ha fatto Ninfadora invece»

Ma si sbagliava.
Avrei riconosciuto quella scrittura così elegante e fine ovunque, avevo trascorso ore intere a guardarlo scrivere i saggi di Pozioni o di Trasfigurazioni, e quei due simboli, non erano di Remus e Dora; un sole e una luna, io e lui, quel sole tale e quale a quello che mi aveva inciso sul polso che istintivamente toccai, mentre era nascosto dalla manica della mia felpa.

Ci aveva avvertiti lui e dentro di me scoppiò qualcosa, un senso di tranquillità improvvisa. Stava bene e nonostante tutto quello che ci eravamo detti una settimana prima, aveva comunque deciso di mettersi in pericolo per avvertirci. In quel momento non era molto sicuro inviare gufi, il Ministero ne controllava uno per uno per assicurarsi che tutto andasse come loro avevano previsto e in caso di qualcosa fuori posto, sarebbe intervenuto e non sarebbero stati delicati.

Non sapevo come avesse fatto a mandare quel gufo, sinceramente non riuscivo nemmeno ad immaginarlo ma ero felice avesse deciso di dedicarmi un momento, avesse deciso di mettersi seduto in un posto appartato del Manor per scrivermi una lettera per assicurarsi che non pronunciassimo quel nome.

Istintivamente uscì dalla tenda e stretta nella mia felpa mi allontanai di qualche metro fino ad appoggiarmi con la schiena sul tronco di un albero, lo sguardo posto oltre l'orizzonte e le labbra schiuse dalle quali usciva una nuvola di fumo ogni qual volta respirassi.

Lasciai che il freddo mi colpisse il viso facendomi estraniare per qualche secondo da tutto ciò che mi stava circondando. Avrei voluto rispondere a quella lettera per dirgli che gli ero così grata per quello che aveva fatto, gli avrei voluto dire che mi mancava e che mi sarebbe piaciuto chiarire con lui perché non riuscivo ad immaginarmi una vita dove lui non fosse presente. Ma Draco in quel momento non c'era, non era lì con me ad abbracciarmi e a rassicurarmi. Era lontano miglia e in un posto che non andava a favore della sua salute; avevo il terrore di svegliarmi un giorno e ricevere qualcosa che mi facesse intendere che tutte quelle torture lo avevano ucciso.
Il pensiero mi fece scendere una lacrima lungo la guancia che mi affrettai ad asciugare per evitare che qualcuno la vedesse ma Hermione si era piazzata davanti la mia visuale impedendomi di fare qualsiasi cosa.

«Perché ho la sensazione che quella lettera non sia stata mandata da Remus e Ninfadora?» mi chiese incrociando le braccio al petto e io sospirai.

«Perché è così» confermai la sua idea «Non è stata spedita da loro»

«Malfoy?»

«Già, proprio lui» la guardai rimanendo con la schiena attaccata al tronco innevato.

«Non sembri molto felice però» constatò e io annuì piano.

«L'ultima volta che ci siamo visti abbiamo discusso» dissi svagando un minimo senza entrare nel particolare, non le avrei mai detto che avevo minacciato Narcissa per farmi portare al Manor il giorno in cui loro stavano rischiando la vita dentro il Ministero. Non sarebbe finita bene altrimenti.

«E non avete avuto più modo di chiarire?»

«No» scossi la testa «E con questi tempi non so se lo faremo mai» le dissi «Finché combatteremo per due parti diverse; le cose tra noi non potranno andare bene»

«Parlaci, Moon» mi rispose «Se è davvero così importante per te, appena lo rivedrai parlarci e cerca di convincerlo a fare la scelta giusta. Non ti dirà di no»

«Si vede che non lo conosci, Hermione» distolsi per un momento lo sguardo da lei «Non rinuncerà mai alla sua famiglia per stare con me»

«Questo non puoi saperlo. Se ti ama davvero lo farà»

«No» scossi la testa di nuovo «Non lo farà» insistetti convinta di quello che stavo dicendo.

Lei sospirò arresa «Però parlaci Moon, vi farà bene»

Io annuì riportando lo sguardo su di lei «Lo farò»

Hermione fece un mezzo sorriso e si avvicinò a me fino ad abbracciarmi, io ricambiai la stretta poggiando la testa sulla sua spalla.

«Ti va un the caldo? Hai le guance tutte rosse e starai morendo di freddo» mi disse e io, con un piccolo sorriso sul volto, annuì seguendola nel percorso che ci avrebbe riportate dentro la tenda.

Harry e Ron erano seduti a sfogliare un libro a cui non dedicai molto importanza. Mi sedetti accanto a loro e afferrai la tazza che mi porse Hermione, la ringraziai con un semplice sorriso e mi allungai verso l'altro lato del tavolo per afferrare la lettera spiegazzata.

Mi presi qualche secondo per osservare di nuovo quella scrittura elegante e precisa, gli spazi tra una parola e un'altra sembravano fossero stati presi con il centimetro e il sole che alla fine aveva disegnato era uguale identico a quello che mi aveva tracciato sul polso, nulla fuori posto. Tutto come doveva essere.

Passai una mano su quel foglio giallastro e lo ripiegai con cura promettendomi che l'avrei custodito come avevo fatto con poche cose nella mia vita. In quel momento quella pergamena, era l'unica cosa che potevo avere di lui.

***

Spazio Autrice: capitolo scritto in collaborazione con acciodanjel 💘

Piccola Mezzosangue 5 || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora