Capitolo 143 - Il Ministero

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La missione che Silente aveva lasciato in eredità ad Harry era, senza ombra di dubbio, fin troppo difficile per un ragazzo di diciassette anni, e il fatto che lui fosse il Prescelto non lo rendeva affatto meno vulnerabile; non potevo fare a meno di temere per la sua incolumità e per la rabbia che, inevitabilmente provavo nei confronti di quel maledetto preside.

«È tutto pronto?» domandò Harry mentre osservava la Pozione Polisucco.

«Si, ora la divido in questi misurini, ricordatevi di inserire i capelli» gli disse Hermione.

«Siete proprio sicuri che non volete che io venga con voi?» chiesi per accertarmi un'ultima volta della risposta.

«Sicurissimi, è troppo pericoloso entrare nel Ministero» mi ordinò Harry.

«Ma voi-»

«Moon» disse prendendomi le mani tra le sue «Ho bisogno di qualcuno che sia al sicuro e possa continuare questa battaglia, se dovesse accadermi qualcosa»

Non ero convinta della richiesta, non lo ero affatto. Sarei voluta andare con loro per aiutarli, perché una testa in più sarebbe stata sicuramente meglio, ma tutto sommato mio fratello aveva ragione.
Se gli fosse successo qualcosa?
Solo noi quattro sapevamo della missione, nessuno al di fuori di noi avrebbe potuto portarla a termine, perciò non potevo tirarmi indietro dalla mia responsabilità.

Sebbene la situazione fosse parecchio complessa, l'avevamo elaborata nei minimi dettagli da quando avevamo capito che l'unico modo per recuperare il medaglione fosse arrivare alla Umbridge.
I tre bevvero la pozione e, dopo qualche secondo, avevano già le sembianze dei tre dipendenti del Ministero di cui avevano ingurgitato i capelli e si infilarono i loro vestiti.

Harry mi passò il Mantello dell'Invisibilità, ordinandomi di indossarlo e attenderli fuori dal Ministero, chiedendomi di entrare solo ed esclusivamente se, dopo un'ora, ancora non fossero tornati.
«Vi prego, non fatevi ammazzare» li supplicai, con modo decisamente poco incoraggiante.

Senza riuscire a trasmettermi nessuna rassicurazione, li vidi sparire per le porte d'entrata dell'enorme struttura, pensando alla trappola per topi in cui erano entrati.
Si erano introdotti nel peggiore dei posti, Harry era l'indesiderabile numero uno, e quale miglior luogo per essere catturati se non quello?  

Verso la mia destra, vidi arrivare una schiera di persone vestite di nero, camminavano a passo svelto e sembravano aver fretta di entrare; nella mischia riconobbi una persona, le sue ciocche di color platino parevano copiare il pallore del suo viso e le sue vesti erano nere, lunghe sino alle caviglie.
Narcissa Malfoy.

Entrò di soppiatto in una cabina telefonica, accompagnata da altre persone che avevano facce poco raccomandabili; probabilmente non erano dei Mangiamorte, semplicemente dei sostenitori, poiché malgrado fosse evidente che il Ministro sostenesse il Signore Oscuro, non ero sicura che ai suoi seguaci fosse permesso girovagare liberamente per il Mondo Magico, dato che erano praticamente degli assassini. 
Non c'erano Bellatrix Lestrange, Lucius Malfoy, Severus Piton, non c'era nemmeno Draco, poiché loro erano dei Mangiamorte a tutti gli effetti. Lei no, Narcissa non aveva il Marchio.

Mentre la guardai entrare nel Ministero iniziai a sbattere i piedi contro il terreno, fremevo dalla voglia di fare una cazzata. Strinsi i pugni lungo i fianchi e digrignai i denti nervosamente, cercando di contenere tutti i miei istinti.
Riflessione. Razionalità. Ragione.

Non bastarono.

Mi avvolsi ancora meglio nel Mantello e, seguendo delle streghe verso il bagno, mi diressi per l'entrata del Ministero, non ci volle molto prima di trovarmi già al suo interno.
Guardai esterrefatta il centro della struttura, sempre incredibilmente bella e curata; l'ultima volta che l'avevo visto era stato il giorno della morte di Sirius, quando ci fu lo scontro tra Silente e Voldemort, e Harry venne catturato dell'anima in polvere del suo carnefice.
Vi era una sola differenza: la statua al centro era cambiata, tutto ciò che si poteva vedere allora erano dei babbani, schiacciati sul fondo di una pietra, al "posto che spettava loro".

Cercai di ignorare il senso di disgusto, tornai a seguire la persona che stavo tendando di raggiungere; aspettai che rimase per ultima, leggermente in disparte, quando i suoi compagni erano impegnati a parlare con i dirigenti.
«Non urlare» le sussurrai all'orecchio puntandole una bacchetta alle spalle «Sono Moon Potter»

«Che ci fai qui?» disse in un sussurro, con voce tremante.

«Allontanati con una scusa» le ordinai continuando a tenere la bacchetta puntata sulla sua colonna vertebrale.

Lentamente indietreggiò, avvertendo chi con lei, che doveva allontanarsi per cercare una cosa che le aveva richiesto sua sorella Bellatrix.
«Vedi di non scappare ed essere codarda come fanno tutti i membri della tua famiglia» commentò un uomo di fianco a lei e mi resi conto, ancora una volta, di quanto la rispettabilità dei Malfoy fosse crollata dal fallimento di Lucius.

Si fece strada verso una stanzetta che pareva abbandonata, in un angolo deserto della struttura e, quando fui certa che fossimo davvero sole, mi tolsi di dosso il Mantello, mostrandomi a lei. 
Fu allora che la vidi puntarmi una bacchetta contro il viso. «Come faccio a sapere che sei tu? Magari è una trappola per testare la mia fedeltà a Lui!» gridò rabbiosa ma, altrettanto spaventata.

«Narcissa ti prego, potrei stare qui ore a parlarti di tuo figlio, di come si morde le unghie quando è in ansia, di come tamburella le dita contro il tavolo quando è pensieroso, del suo modo perfettamente ordinato di sistemarsi e di fare il nodo alla cravatta, di come serra la mascella quando si innervosisce, delle ore che trascorre ad aggiustarsi i capelli o semplicemente a contemplarsi allo specchio»
Mentre le elencavo i dettagli della persona che amava di più al mondo, la vidi abbassare lentamente la bacchetta, mentre i suoi occhi si inumidivano lentamente.
«E sono qui per pregarti di darmi sue notizie, Narcissa ti prego, dimmi che sta bene» la supplicai iniziando a lasciare che le lacrime scorressero lungo le mie guance.

«Come puoi pensare che stia bene? Hai idea di dove si trova? Non ti mentirò per farti credere che va tutto bene come vorrebbe lui, vuoi sapere la verità? Nell'ultima settimana è stato sottoposto alla Maledizione Cruciatus almeno cinque volte!» gridò tra i singhiozzi.

Continuava a blaterare altre cose, ma le mie orecchie lentamente si spensero come se non volessero sentire altrimenti.
Lo stavano torturando, ancora.
«Portami al Manor» le ordinai.

«Che cosa?» chiese esterrefatta, interrompendo il suo pianto.

«Hai sentito benissimo. Portami da lui» le imposi nuovamente, mantenendo un tono glaciale ma perdendo completamente il controllo della mia bocca.

«Ma cosa stai dicendo tu non-»
Provò a parlare nuovamente ma a bloccarla fu la vista della mia bacchetta, puntata al suo viso. La mia mano tremava, facendo muovere anche il pezzo di legno che tenevo tra le dita, ma ero intenta a non spostarla da lì e, sopratutto, a fare di tutto per lui.

«Come pensi reagirebbe Draco se sapesse che ti è accaduto qualcosa?» le chiesi con un sorriso di sfida sulle labbra. «Pensi che potrebbe vivere se tu non sopravvivessi? Perché io credo di no, e tu non vuoi che questo accada»

«Non oseresti» disse lasciando che una lacrima cadesse ancora dal suo occhio sinistro, ma che si apprestò a scacciar via.

«Dici? Vuoi scoprirlo?» ridacchiai con gli occhi ormai completamente bagnati.
La stavo minacciando di ucciderla, e per quanto sembrasse folle, era forse l'unico modo per ottenere quel che davvero voleva.

Quanto me ne sarei pentita...

Piccola Mezzosangue 5 || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora