Prendi fiato e ricomincia.
Pensai a quello, alle ultime esperienze vissute in quella folle sfida contro la morte e contro il male, quando cercavo di respirare meno forte possibile per non farmi beccare dai Ghermidori che, furiosi, ci cercavano. Eravamo di ritorno dalla missione alla Gringott, nella quale ci eravamo intrufolati grazie alla Pozione Polisucco che aveva trasformato Hermione in Bellatrix Lestrange; che orrore rivederla, anche se non era davvero lei, dopo quel che ci aveva fatto.L'aspetto positivo era che finalmente avevamo per le mani un altro Horcrux: la Coppa di Tassorosso. Peccato che, per poterla catturare, Harry aveva ceduto la spada di Godric Grifondoro a Unci Unci, il quale ci aveva traditi alla prima occasione buona, lasciandoci nei guai, dai quali però per fortuna eravamo riusciti a uscire.
Quindi avevamo l'Horcrux ma nulla con cui distruggerlo.«Moon, vieni qui» sussurrò Harry, tirandomi per il braccio.
Che pessima scelta presentarci lì.Ci stavamo nascondendo tra gli accumuli di alcuni vecchi magazzini ad Hogsmeade, ed era assurdo pensare che fossimo li, nel posto peggiore dove essere beccati; oltretutto, avevamo violato il coprifuoco, cosa che aveva fatto scattare l'allarme per l'intero villaggio.
«Potter!» gridò con isteria uno dei Ghermidori. Erano venuti a cercarci, erano pronti a catturare e uccidere Harry, e sicuramente anche noi tre.
Si avvicinarono a passo svelto verso di noi, sentivamo il rumore delle suole delle loro scarpe rimbombare sul terreno, erano fin troppo vicini.
Pensavo fossimo spacciati, fin quando Hermione, con la mano tremante, mi fece cenno di guardare verso destra.
Un uomo ci fece cenno di seguirlo e, non avendo molta scelta, ci guardammo tra noi per decidere cosa fare e fui proprio io a prendere l'iniziativa e seguirlo: peggio di esser catturati da loro che poteva esserci?Mettemmo piede dentro casa sua mentre si affacciava per parlare con loro.
«Oh, devo aver fatto scattare il coprifuoco, colpa mia» ammise la voce di un uomo adulto, la cui figura era coperta dall'ombra della notte.
Perché si era preso la colpa?I Ghermidori non parvero convinti, si guardarono intorno un'ultima volta, prima di andarsene, costretti da quella confessione.
Stupita dalla visione dell'uomo, mi rivolsi ai miei amici.
«L'avete visto anche voi? Sembrava-»«Silente» disse Harry interrompendomi, completando la frase al posto mio.
Era identico, ma come poteva essere, insomma, lui era...«Maledetti sciocchi, come vi salta in mente di venire qui? Sapete che lui è ricercato?» ci strigliò immediatamente.
Appena arrivato sotto la luce, potemmo contemplare meglio il suo viso e notai che, nonostante la somiglianza impressionante, non era Silente, ma cavolo, sembrava il suo gemello.
«Lei è Aberforth, Aberforth Silente» affermò sicuro Harry.
Era il fratello di Albus.Rimasti allibiti per la notizia, lo vedemmo scomparire nella cucina e tornare poco dopo con un vassoio pieno di pane e Burrobirra. Finalmente qualcosa da mangiare!
Ingorda, ne afferrai più pezzi, mi sembrava di non vedere una briciola da mesi.
Nel mentre, Aberforth ci raccontò qualcosa di sua sorella Ariana, il più grande rimpianto della vita di Albus Silente.La storia fu piuttosto interessante ma non ci volle molto prima di sentirci fin troppo stanchi.
«Penso sia il caso che rimaniate qua, potrete aspettare la notte fonda prima di rimettervi in marcia» propose L'uomo dalla barba folta.Dovevamo necessariamente arrivare ad Hogwarts, Harry era certo che uno degli Horcrux fosse li.
«Credo sia meglio andare»«Ora che sono tutti a cena nella Sala Grande? Non essere sciocco ragazzo. A mezzanotte farò in modo che arriviate al castello, ma sono appena le nove, ho delle stanze libere, vi suggerisco di riposare» disse con l'aria di chi, più che un consiglio, voleva assolutamente che si facesse come detto.
«Forse ha ragione» gli feci notare.
Harry mi guardò attentamente e poi si arrese.«Va bene, ma non più tardi di mezzanotte, non possiamo perdere tempo» sentenziò mio fratello.
Certo, ma non posiamo nemmeno rischiare di essere catturati, pensai.Venimmo divisi in due stanze, Harry e Ron nel seminterrato per esser certi di tenere il Prescelto al protetto, così che non rischiasse di essere catturato; la riccia ed io invece, eravamo in una piccola stanzetta sul piano dove vi era un letto matrimoniale e a malapena un piccolo armadio, la sola cosa positiva era il bagno all'interno della stanza, così che ne avessimo uno solo nostro.
Pensavo non ci sarebbe servito, dato che saremmo rimasti lì per poche ore, ma mi sbagliavo.
Quando l'ennesimo conato di vomito mi colpì al centro dello stomaco, finii per la terza volta, nel giro di mezz'ora, con la testa nel water e rigettare, ormai, il nulla, con Hermione che tentava di tenermi i capelli.«Aspetta» disse muovendo indietro una mano.
Prese della carta per pulirmi il viso e, se con una mano reggeva i capelli, con l'altra spingeva contro la mia fronte.
«Vado a chiedere se-»La interruppi.
«Ti prego non dirlo ad Harry, è già fin troppo preoccupato» supplicai.«Moon devi prenderti qualcosa, magari hai l'influenza. E se dovessi sentirti male nel bel mezzo della battaglia?» domandò sentendosi immediatamente allarmata.
Magari non era niente, ma forse vedere un medico mi sarebbe servito.«Hermione non è niente, starò meglio» gli dissi, sperando di sembrare convincente.
«Ma sono più di due settimane che stai male di stomaco! Ti ho sentita anche quando non mi hai chiamata» mi confessò.
Non volevo avvertirli, non volevo farli preoccupare.«Non alzare la voce, mi scoppia la testa!» sbottai lasciandomi cadere col sedere sul pavimento del bagno, con Hermione chinata dinnanzi a me.
«Non è che magari deve venirti il ciclo?» domandò.
Il ciclo.
Mi alzai di fretta da terra correndo nella stanza e afferrando la borsa a perline. Ignorai i richiami della riccia e le sue lamentele sul fatto che stessi mettendo sottosopra la sua borsa e cacciai fuori da esso un piccolo calendario, sul quale segnavamo gli eventi importanti; io ed Hermione su esso segnavamo anche le mestruazioni.
«Moon, che c'è?» chiese venendomi fissare quel pezzo di carta da troppo tempo.
Arrivò quasi a sfilarmelo dalle mani e con uno scatto lo tirai indieto, glielo avrei detto io.
«I-io ho...ho u-un ritardo» confessai scivolando sopra il letto.
Ci fu silenzio, delle lacrime salate caddero dai miei occhi ma feci fatica anche solo a piangere con frustrazione.«C'è una possibilità?» chiese Hermione.
Si era seduta accanto a me, fissava il muro dinnanzi a noi, come facevo anch'io, non avendo il coraggio di fare altro.
«C'è una possibilità che tu lo sia?»«I-io non lo so. No, cioè si..forse» blaterai sfregandomi le mani.
Hermione non aggiunse nulla, prese la sua borsa e smucinò al suo interno alla ricerca di qualcosa.
«Che fai?» le domandai confusa.«Prendo questi» affermò sventolando del denaro babbano.
«Ora io e te ci smaterializzeremo nella Londra babbana e andremo a prendere un test. Adesso» sentenziò severamente.«Sei impazzita? Dove andiamo se-»
«No! Non esiste al mondo Moon. Se così dovesse essere, non andrai in guerra con un bambino in grembo, è chiaro!?» sbraitò alzando fin troppo il tono di voce, tanto che fui costretta a tapparle la bocca prontamente con le mani.
«Zitta! Se fai così non mi aiuterai di certo!» sentenziai.
Hermione non disse nulla, mi allungò la mano invitandomi ad afferrarla, facendomi capire che dovevamo andare.
***
Spazio Autrice: ciaoo! vi scrivo solo per precisare due cosette: la prima è che volevo precisare di aver tolto appositamente il racconto della missione alla Gringott e ho fatto questa scelta perché ho ritenuto il racconto superfluo dato che non avrei fatto altro che copiare pari pari gli avvenimenti dei libri/film e non sarebbe accaduto nulla di rilevante alla storia, perciò ho scelto di raccontarla a cose fatte; la seconda precisazione è la scelta di non aver aggiunto il pezzo dello specchio poiché in questa storia non è stato Aberforth a mandare Dobby ai ragazzi, ma Draco, perciò ho preferito eliminare direttamente l'elemento.
Ci tenevo a specificarlo solo per essere più chiara! 💘
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Piccola Mezzosangue 5 || Draco Malfoy
RomanceQUINTO LIBRO DELLA RACCOLTA "Piccola Mezzosangue" *** Era trascorso l'ennesimo anno per Moon, quello che le era sembrato il più difficile, il più pesante, quando pensava di aver trovato finalmente la felicità, questa le era stata brutalmente strappa...