Capitolo 166 - Respira

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Ci mettemmo qualche istante a riprenderci, lo shock non era da poco, eravamo così stanchi di vedere gente morire.
Fummo costretti a separarci, Ron ed Hermione raggiunsero la Sala Grande mentre io ed Harry andammo verso l'Ufficio di Silente, alla ricerca del Pensatoio, come volevano le ultime volontà di Piton.

«Moon!» strillò una voce.
Pansy ci raggiunse quando eravamo quasi arrivati, correndo con affanno nella nostra direzione.
«Ho bisogno di te, vieni ti prego»

«Pansy io-» provai a dire

«È importante» mi supplicò.
Che fosse accaduto qualcosa a Draco?

«Credo sia meglio che io vada da solo» propose Harry.
«Va Moon, ci vediamo dopo»

«No Harry, vengo con te, non sai ciò che-»
Le mie parole furono interrotte dalla sua mano che avvicinò la mia testa alla sua bocca, per stamparmi un bacio sulla fronte e abbozzarmi un sorriso; in quella situazione sicuramente l'ultima cosa che voleva era ridere, ma quello sforzo per me lo avrebbe fatto, lo avrebbe sempre fatto.

Col suo permesso seguii la mia amica che aveva l'aria di essere piuttosto in ansia.
La presa della mora sulla mia mano era sempre più stretta, sempre più ferrea.
«Pansy mi fai male» le dissi indicando con la testa le nostre dita unite, che stava afferrando con ferocia.

«Scusa» rispose abbassando il tono e chinando la testa. Era un atteggiamento strano, mai vista così in difficoltà.

«Pansy mi stai facendo preoccupare davvero. Dimmi che succede» le ordinai a pochi metri di distanza dalla Sala Grande, dove giacevano la maggior parte degli studenti ormai che, come richiesto da Voldemort, avevano temporeggiato.

«Moon, non sei sola, sono qui. Non fare cazzate, pensa al bambino» mi rispose. Perché stava facendo improvvisamente la filosofa?
Non ebbi tempo di domandare altro poiché entrammo nella sala.

La famiglia Weasley era riunita attorno a dei corpi stesi a terra, la scena mi raggelò il sangue; presi a controllare con la vista, mentre ci avvicinavamo che fossero tutti vivi: Ron, Ginny, Fred, George, Molly, Arthur, anche Percy, apparentemente sembrava stessero tutti bene.

Feci altri passi, li vidi voltarsi tutti nella mia direzione e poi l'abisso, il vuoto, il dolore.
I corpi di Remus e Ninfadora giacevano inermi sulle barelle dell'Infermeria, freddi e pallidi. Erano morti.
I miei "genitori" se ne erano andati, ero diventata orfana per la seconda volta.

«No! No!» gridai. Mi gettai contro il pavimento stendendomi tra i due corpi, piangendo sui loro petti marmorei che sembravano non aver calore già da tempo.
Le mie urla strazianti risuonavano per l'intera sala, la mia presa era ferrea sulla carne ormai non più viva dei due.
Non poteva essere successo, non avevo nemmeno avuto il tempo di dirgli addio.

«Moon» disse Ronald, stanziandosi dietro di me e poggiandomi le mani sulle spalle.
«Vieni qui»
Mi invitò ad alzarmi ma non riuscii, ero incollata a quei due corpi, incredula, con gli occhi sgranati fissi su di loro.

Dopo qualche istante sentì la forza bloccarmi, Fred e George mi presero di peso togliendomi da lì, io mi strattonai di forza pregando di lasciarmi andare, ma i tentativi furono vani.
«Madama Chips, copra questi corpi» disse Molly, rivolta alla curatrice della nostra scuola.

«No no! Lasciateli!» strillai tra le più copiose lacrime.
Non c'era nulla, assolutamente niente che io riuscissi a fare usando un minimo di razionalità. Mi esplodeva la testa, gli occhi e la gola bruciavano e le gambe facevano fatica a stare in piedi.
«Ron» sussurrai in un filo di voce, richiamando il mio migliore amico, il quale mi dedicò tutta la sua attenzione, afferrando le mie mani nelle sue e accarezzandole per calmarmi.
«N-non r-respiro» gli comunicai a fatica.

Piccola Mezzosangue 5 || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora