Capitolo 147 - Il seme della discordia

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Erano ormai tre mesi che giravamo per i paesaggi dell'Inghilterra alla ricerca di indizi e di qualcosa che ci aiutasse a distruggere quel maledetto Horcrux, ma purtroppo, eravamo ancora in alto mare.
Non c'era stato niente che movimentasse il viaggio, nessuna scoperta che ci entusiasmasse o che fosse abbastanza utile per avvicinarci alla soluzione per sconfiggere Lord Voldemort.

«Ron, puoi passarmi il sale?» domandai al rosso, seduto a pochi metri di distanza da me, che stavo tentando di preparare la cena.

Fece come gli avevo chiesto senza proferire parola e senza nemmeno guardarmi; nell'ultimo periodo era sempre più strano, sempre più nervoso. Era plausibile, data la situazione, ma non era certamente l'unico a sentirsi stressato da ciò che stavamo vivendo, anzi.

«Mi sta scoppiando la testa» si lagnò mormorando ad alta voce.

«Va a riposarti un po', ti porto la cena a letto» gli proposi gentilmente. Senza nemmeno ringraziarmi, lasciò la parte della tenda dedicata ai fornelli, per andare a stendersi sulla sua brandina. 

Dopo aver salato le uova e cotto il bacon, lo divisi in quattro piatti, per poi prendere il primo e portarlo al mio amico.

«Tieni» dissi porgendoglielo.
Ancora una volta non mi disse nemmeno un 'grazie' e si limitò ad afferrarlo per poi continuare ad ascoltare la sua maledetta radiolina, di cui teneva il volume al massimo.

Alcuni sostenitori di Harry, tra cui Dean Thomas e Lee Jordan, avevano messo su una stazione radio per trasmettere tutte le notizie che venivano nascoste da altri canali di comunicazione messi a tacere dalla dittatura del Signore Oscuro; si chiamava Radio Potter e spesso venivano annunciati i nomi di deceduti, dai Mezzosangue, ai Nati Babbani come Hermione, ai Babbani stessi.

Ron la ascoltava continuamente, probabilmente perché più volte era capitato che facessero degli interventi alcune persone a noi care, come Remus o Fred; ovviamente utilizzavano tutti dei nomi in codice per non essere beccati, ma le loro voci per noi erano inconfondibili.

Lasciai la parte dei letti per dirigermi nuovamente verso i fornelli e recuperare gli altri piatti per la nostra cena e dirigermi attorno al tavolo, dove trovai a Harry ed Hermione seduti uno davanti all'altro intenti a leggere libri e scrivere su pezzi di pergamena.

«Grazie ciccia» mi disse Harry quando gli posai davanti il piatto pieno di cibo; allo stesso modo, anche Hermione mi ringraziò con un sorriso dolce sul viso.

Mi sedetti di fianco a mio fratello e iniziai a mordicchiare il bacon, mentre tentavo di capire cosa stessero cercando.
«Trovato niente?» domandai.

«Siamo ancora in alto mare purtroppo, sto leggendo questi libri da giorni ormai, si parla di come crearli ma non si fa nessun riferimento esplicito a come vanno distrutti» confessò Hermione sconsolata.

«Deve esserci un modo per capirlo» gli dissi speranzosa «Pensaci Harry, hai già distrutto un Horcrux, il diario di Tom Riddle nella Camera dei Segreti» gli ricordai.

«L'hai pugnalato con un dente di basilisco» disse Hermione, sempre rivolta ad Harry, cercando di ricostruire cosa aveva fatto.
«Magari serve qualcosa che appartenga al basilisco, o comunque a un serpente» ipotizzò lei.

«Potrebbe aver senso. Sul medaglione c'è inciso un serpente e una lettera 'S', non c'è dubbio quel medaglione appartenesse a Salazar Serpeverde» constatai appoggiando l'idea della riccia.

Vidi mio fratello riflettere attentamente sulla nostra ipotesi che, per un primo momento sembrò accendere una speranza in lui, poi però, quando ci riflettè meglio, parve cambiare idea.

«Non credo sapete?» affermò Harry, smentendo la nostra idea. «Quel diario non aveva nulla a che fare con Serpeverde, apparteneva a Riddle, si, ma non direttamente alla casa o al suo creatore. Avrebbe più senso se fosse qualcosa che ha a che fare con lui»

Piccola Mezzosangue 5 || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora