Capitolo 145 - Leciti dubbi

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Dopo aver recuperato il medaglione, ci eravamo presto resi conto del fatto che la vera e propria missione sarebbe stata distruggerlo.
Hermione ed Harry passarono ore e ore a cercare per i boschi una sistemazione adatta per fissare la tenda, mentre io ero rimasta a fare da balia a Ron.

«Se tocco qua ti fa male?» gli chiesi applicando una leggera pressione vicino la sua spalla ferita.

«Lì no, prova più a destra» mi suggerì «Aia cazzo, si lì fa male!» gridò stringendo i denti dal dolore.

«Allora questo è il punto dove dobbiamo rimetterla» decisi.
Presi l'unguento che lo aiutava con la spaccatura e lo spalmai nella zona più dolorante, massaggiando leggermente per evitare di causargli ulteriore sgomento.
«Va meglio?» gli chiesi.

«Secondo te? Se non te ne fossi accorta ho un braccio che non sembra collegato alla spalla» mormorò scontrosamente voltandosi dall'altra parte.

«E tu se non l'avessi notato, Ronald Weasley, sto cercando di curare le tue ferite, perciò cerca di essere un po' più riconoscente» gli risposi stizzita.
Stava male, certo, ma questo non gli dava affatto il diritto di prendersela con chiunque, persino con gente che, come me, stava solo tentando di aiutarlo.

«Beh magari se fossi entrata un po' prima nel Ministero tutto questo non sarebbe successo» mi gridò contro.

Era davvero così? Insomma, era davvero colpa mia se non eravamo riusciti a sfuggire da Yaxley e ora, invece di essere a Grimmauld Place, eravamo dispersi per i boschi?

Accorgendosi del mio silenzio, fu il rosso a rivolgersi a me.
«Moon perdonami, io non volevo-»

«No hai ragione, avrei dovuto fare prima invece di perdere tempo..a cercare l'entrata, se fossi arrivata prima magari-»
La sua voce mi interruppe.

«No no, assolutamente no Moon» disse raccogliendo a fatica le forze per tirarsi a sedere «Sto blaterando per il dolore, non è colpa tua lo sai. E poi, se non altro abbiamo preso l'Horcrux, no? Speriamo almeno ne sia valsa la pena» mormorò abbozzando un sorriso.

La sua espressione parve identica alla stessa che faceva anni prima alla Tana, quando doveva consolarmi perché, per l'ennesima volta, non c'era nessuna lettera da Hogwarts per me, e in quegli occhi, avevo rivisto il mio migliore amico, quello di sempre; così appoggiai una mano sulla sua, per fargli intendere che era tutto ok, e per ricordagli, che ora erano rimasti loro tre la mia famiglia.

***

«Incendio!» ruggì Harry.
L'Horcrux prese fuoco, ma in poco tempo esso sembrò calmarsi fino ad arrivare a spegnersi completamente; mio fratello si avvicinò all'oggetto controllandone le condizioni e rimase deluso nel vedere che era ancora tutto intero, senza nemmeno un graffio.

«Bene» mormorò Harry frustrato. Prese il medaglione e lo indossò distrattamente, allontanandosi da noi.

«Pensavo che Silente ti avesse dato qualche informazione su come si distruggesse» commentò Ron.

«Vi ho già detto quello che so, non c'è altro che Silente mi abbia spiegato» rispose stizzito alla domanda.
Sebbene fossi cosciente che non dipendesse da Harry, le domande del rosso erano plausibili, stavamo giocando a mosca ceca e ce ne stavamo rendendo conto sempre di più.

Mio fratello, con fare agitato, iniziò a camminare avanti e indietro per il bosco, mentre con Hermione, tiravamo fuori dalla sua borsetta la tenda in cui avremmo dovuto dormire.

«Sarebbe il caso che voi due andaste a rimediare del cibo» invitai i due ragazzi che stazionavano impalati davanti ai pilastri.

Senza proferire alcuna parola, fecero dietrofront e andarono alla ricerca di qualcosa da mangiare per la sera e, magari se avessero avuto un po' di fortuna, anche per i giorni successivi.

«Moon, puoi stringere qui?» mi chiese la riccia, tenendo per le mani le due stringhe di corda attorno al paletto.

«Si ma togli le dita lì» le suggerii «Se ti sfugge il paletto te le sotterra» le feci notare, indicandole l'attrezzo di ferro che stava reggendo.

«Non mi sfugge niente, so montarla una tenda» mi rispose acida, con modo di fare infastidito dal mio suggerimento.

Per un momento pensai che non era il caso di insistere, ma la mia lingua non era poi così facile da tenere a freno.
«Non si tratta di saperla montare, può sfuggirti comunque» insistetti.

«Ti ho detto che non c'è pericolo!» replicò alterata.
Bene, allora peggio per lei.

Iniziò a reggere le stringhe con una mano, mentre con l'altra reggeva il peso dell'intera tenda; mi fece cenno di stringere e così feci, dandole modo di spingere verso terra. Quando cercò di infilare la corda sotto il palo, essa scivolò via, e al suo posto, ci finirono le sue quattro dita.
Cacciò un potente urlo di dolore, così mi precipitai a spostarle il peso da esse, che erano già livide e ricoperte di sangue.

Iniziò a piangere copiosamente rimanendo inginocchiata a terra, mentre io mi diressi al suo interno per cercare nella borsetta a perline qualcosa per medicarla.
Tornai munita di fasce e disinfettante, mi inginocchiai accanto a lei e iniziai a curarle la ferita.

«Te l'avevo detto» mormorai con una certa soddisfazione nel tono di voce. Avere ragione dava sempre un certo senso di completezza, anche se, ovviamente, non ero contenta dell'accaduto.

Le sistemai le bende e riportai tutto al suo posto, così completando la cura delle sue ferite. Al mio ritorno, la vidi gettarsi sul suolo, iniziando a piangere ancora più forte di quanto aveva fatto in precedenza.

«Che succede?» domandai allarmata, avvicinandomi a lei.

«Mi dispiace Moon» mormorò singhiozzando «Sono così preoccupata per tutta questa storia, Ron si è già spaccato, cosa succederà tra qualche mese?
Abbiamo una missione troppo grande da affrontare, e cerco di far finta che sia tutto ok ma non lo è» confessò

«Hermione, non puoi cedere proprio tu» le dissi accarezzandole la schiena.
Lei era senza dubbio la più speranzosa di tutti noi, la persona che motivava il gruppo nei momenti di sconforto, la più ottimista e se avessimo perso il suo spronarci, sarebbe stato davvero un disastro.

«Lo so è che...» piagnucolò «Cerco di essere forte davanti ad Harry per sostenerlo, ma i momenti di sconforto a volte mi pervadono completamente» confessò a testa bassa, sentendosi probabilmente in colpa per questo.

«Va bene avere dei dubbi Herm, è più che normale» ridacchiai «L'importante è che poi torni in te la speranza che ti ha sempre contraddistinto, non potremmo andare avanti senza, lo sai vero?»

Sotto il mio tono gentile sembrò tranquillizzarsi, come se si fosse ricordata dell'immensa forza che aveva in se; se avessi voluto usare una similitudine le avrei potuto dire che, come una Fenice, sarebbe rinata dalle sue ceneri.
E poi Hermione Granger non si sarebbe mai arresa con così poco.

Piccola Mezzosangue 5 || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora