Capitolo 17~ It's my fault

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Fred's Pov

Oggi c'è la punizione con la Umbridge. Yeah!!

Ieri è stata veramente cattiva con Amelia. Appena l'aveva trattata così male, prendendo la spilla, lei poi era scappata e George mi aveva detto che poi era andata avanti la lezione tranquillamente.  

Subito le ero corso dietro. Vederla così: vulnerabile, triste... piccola. Mi faceva stare male, tanto. Mi faceva sentire in colpa. Dopo un po' di giri per il castello la trovai in un corridoio deserto seduta per terra con le gambe raccolte al petto e le braccia che le circondavano - raggomitolata - il capo chino verso il basso. Si era messa il cappuccio.

Mi avvicinai cautamente a lei. Le misi una mano sulla spalla. Sobbalzò alzando la testa. Piangeva. "Scusa non volevo spaventarti" sussurrai.

"Fred" sussurrò lei asciugandosi le lacrime.

"Non preoccuparti. Ci sono io" dissi prendendola tra le mie braccia.

Mi sentivo uno schifo. Avevo promesso a tutti i costi di proteggerla da tutto e tutti e invece dopo neanche un mese dalla promessa fatta sotto il sole nel prato con Fierobecco come testimone eccola qui, tra le mie braccia a piangere ferita dalle parole dette dalla Umbridge.

"Non pensavo che questi cappucci mi potessero tornare utili" scherzò abbozzando un sorriso tra le lacrime.

"È colpa mia" dissi deciso guardando in avanti "È colpa mia. È colpa mia se stai soffrendo."

"Cosa stai dicendo, Fred?" mi chiese

"La promessa che ti ho fatto il giorno in cui ti avevo portato di nascosto in sella a Fierobecco in volo per Londra e poi siamo atterrati in un prato e abbiamo mangiato, parlato..."

"Fatto sesso" concluse lei sorridendo al ricordo

"Si" dissi ricordando tutto. Le sue labbra dolci che sapevano di lampone a causa dalla torta che avevamo mangiato, la sua pelle liscia come l'olio e bella come il sole, i suoi capelli setosi, i suoi occhi castani pieni di vitalità ora così tristi e spenti. "Ma non è dove intendevo arrivare" dissi serio.

Amelia alzò un sopracciglio.

Iniziai a spiegare: "È colpa mia se stai male. Quel giorno ti avevo promesso che ti avrei protetto da tutto e tutti quelli che vorrebbero farti del male. E non ce l'ho fatta. Guardati. Il rospo rosa ti ha rubato la spilla e ti ha rivolto parole brutte." conclusi, con gli occhi pieni di lacrime. Due scesero dalle mie guance.

"Non è colpa tua" disse lei dolcemente. "Non hai fatto niente di male. Anzi, sei stato perfetto il migliore che potessi mai avere, mi proteggi sempre e sei sempre al mio fianco. Ogni volta che ho un incubo tu poi sei lì vicino a me a consolarmi. Sei perfetto. Quindi non è colpa tua."

Amelia si sporse e mi baciò dolcemente. Si staccò e poi mi baciò le guance dove stavano scendendo le lacrime.

"Ti Amo, Frederich Weasley" disse lei

"Anche io ti amo, Amelia" dissi "non chiamarmi Frederich, sai quanto lo odio" aggiunse sorridendo

"Lo so, per questo ti chiamo così" rispose lei "se qualcun altro lo fa tu ti imbestialisci, e sei tremendamente attraente. Invece se lo faccio io tu mi dici solo di non farlo arrabbiandoti - per finta - però in realtà di eccito e molto" finì lei iniziando a gattonare sensualmente.  

"Che ne dici saltiamo le altre lezioni?" chiesi

"Si" disse. Si alzammo e andammo verso la Casa Comune di Grifondoro.

Saliamo su verso la stanza di Amelia. Chiusi la porta. "Ti Amo non sai quanto" dissi.

Iniziai a baciarla appassionatamente, spingendola verso il letto. Finimmo sul letto, Amelia sotto io sopra.

Senza staccare le nostre labbra, tolsi la maglietta ad Amelia e le baciai dal collo fino all'ombelico. Anche la mia maglietta scomparve a terra.

Tutti i vestiti in poco tempo sparirono.

Non c'erano più preoccupazioni. Amelia non pensava più alla Umbridge e alla spilla. Ora era felice la sentivo gemere sotto di me. L'avevo distratta e anche bene se devo essere sincero.

La stanza si riempì dei nostri gemiti, delle nostre parole dolci. Separandoci da tutto il mondo. Ora c'eravamo solo io e lei.

~•~

Ora mi sto dirigendo assieme al mio gemello e alla mia ragazza, mano nella mano, verso l'Aula di Difesa Contro le Arti Oscure per scontare la punizione.

Appena entriamo vediamo che ci sono già seduti silenziosamente molti Grifondoro, chs appena ci vedono ci rivolgono un occhiata di odio.

"Da Re degli Scherzi a Nullità" disse George "non avrei mai pensato di cadere così in basso"

"Io sono più in basso di voi" ribatte Amelia tristemente. Le strinsi la mano.

"Buon pomeriggio. " disse la Umbridge con voce melodiosa. Non posso dire che sia un buon pomeriggio anche per noi. "Prego sedetevi" indicò tre tavoli posti lontano come l'altra volta. Obbediamo. "Bene ora dovete scrivere: Non devo fare scherzi e ridere." disse

Sul tavolo comparvero dei fogli di pergamena e una penna. Senza inchiostro.

"Per quante volte?" chiese un Grifondoro degno della sua Casata. Dieci punti a Grifondoro per la sua intelligente domanda!

"Diciamo, quanto il messaggio penetri" disse il rospo rosa. "Cominciate"

"Non ci ha dato l'inchiostro" disse una ragazza al primo banco. Venti punti a Grifondoro per il coraggio immenso di quella ragazza!

"Oh, non serve" rispose la prof sedendosi e aprendo un libro "è una penna - come possiamo dire - speciale"

Così iniziamo a scrivere. Per un po' di tempo l'unico rumore fu il grattare delle penne. Mi chiedevo come la penna facesse ad andare. Fin quando sentii come una puntura sul dorso della mano. Si formarono lentamente e dolorosamente le parole: Non devo fare scherzi e ridere.

Guardai Amelia, anche lei si guadava stupita la mano con gli occhi umidi. Mi sentii in colpa di nuovo. Le parole appena comparse facevano male, ma non quando vedere Amelia soffrire.

Guardai la prof con odio, tutti gli altri studenti con me.

Un'ora dopo di punizione la Umbridge disse: "Bene penso che il messaggio sia penetrato. Potete andare"

Uscimmo tutti di corsa. Ora la mano bruciava tanto e le parole sulla mano man mano che scrivevo sulla pergamena avevano iniziato a sanguinare imbrattando la pergamena e la divisa.

Andai da Amelia. "Come stai?"

"Come stai te" rispose

"È stato terribile" disse George circondando Angelina con un braccio. Lei annui. Ricopiai il gesto di George con Amelia.

"Ora andiamo a dormire è stata una giornata pesante" disse Angelina

Andiamo nella Sala Comune di Grifondoro e appena io e George entriamo in stanza ci buttiamo sul letto senza neanche cambiarci o andare a mangiare a cena.

*****
Angolo autrice

Sono stata un po' crudele con i nostri protagonisti, ma mi farò perdonare!

Spero che la storia vi piaccia e che mettete molte stelline 🌟 e commenti 💭
Grazie mille
Camilla🥰❤️

Ti amo, Frederich Weasley // Fred e George WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora