32(seconda parte)

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"Siamo un paradosso anche noi sai? Tu vedi attraverso le mani e io riesco a farmi toccare solo da te... Quindi tu sei l'unica persona a cui mi mostro veramente anche se non puoi vedere."

Un miagolio di Thanos riportò entrambi alla realtà, e mentre Louis riniziava a mangiare come se la conversazione non fosse avvenuta io mi fermai a pensare a ciò che mi aveva detto.
Io lo conoscevo meglio di chiunque altro: non lo vedevo, eppure mi permetteva di toccarlo facendo sì che tutta la sua persona fosse mia.
Louis di persè era un paradosso. Louis non si faceva toccare ma cercava le mie mani per avere conforto e sentirsi protetto.
Louis non amava ed era il mio ragazzo, scappava ma era ovunque fossi anche io, era la mia casa e stava cercando di tornare ad essere anche la sua.

Ogni giorno cresceva in me il bisogno di avvicinarmi a lxi fisicamente, mi pizzicavano le mani per la voglia di accarezzare ogni centimetro della sua pelle e quando la mattina sentivo i suoi sussurri ancora mezzi addormentati che mi chiedevano altri cinque minuti avrei solo voluto baciarlo.
Non potevo, però, e non dovevo permettermi di rimanerci male. Era come se vivesse nel suo mondo: era piccolo e tanto fragile, aveva smesso di uscire da esso per vedere altri mondi ma a volte permetteva a qualcuno di entrare, stare un po' insieme e uscire di nuovo.
Aveva passato così tanti anni disumanizzanti da non rendersi conto di aver bisogno di qualcuno che gli stesse vicino, pensava che non avesse motivo di stare male dato che "molte persone avrebbero pagato oro per avere la sua vita".
Louis rispetto ad una persona normale si faceva toccare da me quasi come se fossi un estraneo, ma per i suoi standard erano stati dei passi avanti enormi.
Capivo quanto si fidasse di me, ma sapevo anche che probabilmente molte cose non sarebbe più riuscito a farle.

Sentivo il cucchiaio sbattere sul piatto e i respiri pesanti che accompagnavano ogni boccone, così decisi di non interferire. Se mi fossi mosso avrei potuto ottenere due effetti agli antipodi: Louis avrebbe potuto accettarmi come si sarebbe potuto sentire costretto per poi smettere di mangiare.

***

Louis aveva finito di mangiare e con un po' di fatica ci eravamo spostati in camera.
Mi aveva chiesto se potesse prendere in prestito la mia maglietta dato che la sua, stretta e a collo alto, lo stava facendo soffocare.
Sapevo che probabilmente non me la avrebbe più ridata dato che amava indossare vestiti larghi in casa, ma gliela feci indossare comunque; rimasi con la felpa chiusa senza indossare nulla sotto, ma sentire il corpo di Louis tra le mie braccia con indosso una mia maglia di tre taglie più grande era la cosa più bella del mondo.

LOUIS POV

Cercai di non pensare a ciò che fosse successo. Non volevo stare male anche con tutta la mia famiglia intorno, la famiglia di Harry e Dan.
Dopo aver indossato la maglia di Harry andammo in camera mia per rilassarci, ma quando entrammo la trovammo riempita di scatoloni.
Inizialmente non capii cosa fossero e, presa la mano di Harry per impedirgli di cadere, cercai di scoprirlo.

Facendomi strada tra tutte le scatole persi tempo a guardarle. Alcune erano di piccole dimensioni, altre invece erano più grandi e sembravano anche più pesanti.
Arrivammo ad una di medie dimensioni con sopra attaccato un bigliettino.
Senza dire nulla ci sedemmo, io presi il pezzo di carta e dopo averlo aperto lo lessi ad alta voce.

"Caro Louis, sono mamma. Come stai? Ti sto scrivendo questa lettera mentre tu sei in ospedale ed Harry e Zayn sono lì con te.
Sono troppe le cose che in questo momento vorrei dirti, ma non credo ne parleremo mai.
Non so neanche se leggerai mai ciò che sto scrivendo.
Alcune volte vorrei che tu fossi ancora il mio bambino, quello che non aveva provato sulla sua pelle ciò che di più brutto esiste al mondo.
Lo so che mi avevi detto di buttare tutte queste cose perché ti ricordano troppa sofferenza, ma non ci sono riuscita.
In un momento in cui ti sei allontanato da tutti perché stavi troppo male per anche solo parlare con qualcuno mi sono aggrappata a tutti gli oggetti che mi ricordavano te.
Ora, mentre per l'ennesima volta mi rendo conto di non essere riuscita a proteggere mio figlio, decido di ridarti tutto questo.
Ogni piccolo oggetto all'interno di questi scatoloni contiene una parte di te e magari, mettendoli tutti insieme, portai ritrovare ciò che ti hanno tolto.

For your eyes only - L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora