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TW!: Questo capitolo contiene descrizioni di autolesionismo

HARRY'S POV

La sera precedente, mentre dopo una giornata passata a conoscere nuovi professori e materie e addirittura compagni eravamo nel nostro appartamento a bere un thè caldo in silenzio, Louis mi aveva chiesto se quel giorno avessi voluto fare colazione con lui e i suoi amici; proposta che ovviamente avevo accettato volendo passare la maggior parte del tempo possibile con lui.
In più mi stava proponendo di conoscere un vero e proprio gruppo, cosa di cui non avevo mai fatto parte, quindi ero molto eccitato per la cosa.
Mi erano tornate in mente le parole di conforto che mi rivolgeva mia sorella quando a tredici anni i miei amici mi escludevano o scoprivo che erano usciti senza di me dopo avermi detto che l'uscita era stata annullata: lei mi abbracciava e mi diceva di non farci caso, gli adolescenti sono sempre così cattivi, ma non potevo fare a meno di pensare che non mi volessero per colpa della mia disabilità. Quando lei se ne accorgeva, senza il bisogno di dire una parola, mi portava a fare lunghi viaggi in macchina in cui parlavamo di qualsiasi cosa e pian piano dimenticavo tutto ciò che era successo.
A diciannove anni ormai sapevo che gli adolescenti erano effettivamente stronzi e che non aveva nulla a che fare con la mia vista -anche se avevo comunque dovuto affrontare persone che mi rivolgevano insulti abilisti senza una ragione- e l'idea di conoscere nuovi amici proprio come mi prometteva mia sorella da piccolo non era mai sembrata più elettrizzante.

Nonostante fossi così felice non avevo potuto fare a meno di notare che Louis dopo avermelo chiesto era sembrato distaccato e freddo, come se fosse stato obbligato a chiedermelo, ed era addirittura scomparso per qualche ora andando chissà dove a fare chissà cosa.

La mattina precedente avevamo camminato insieme per i lunghissimi corridoi dell'università e avevo sentito tantissime persone diverse parlare del più e del meno, molte delle quali fermavano Louis per salutarlo o fargli i complimenti per qualcosa di cui non ero al corrente, altre invece correre furiosamente verso l'aula della prima lezione e altre ancora fermarsi con calma in caffetteria. Dopo che mi aveva lasciato all'aula in cui avrei seguito la prima materia un gruppo di ragazzi si era avvicinato chiedendomi le solite cose: chi fossi, se fossi nuovo e quanti anni avessi.
Avevo risposto con entusiasmo ad ogni singola domanda, trovandoli molto carini e gentili ad essersi avvicinati già dal primo giorno.
Mi avevano anche chiesto se vivessi negli alloggi del campus e chi fossero i miei coinquilini, ma quando gli avevo detto il nome di Louis avevo ottenuto reazioni completamente diverse da ciò che mi ero aspettato.

"Oh Tomlinson..." Aveva detto uno con aria di superiorità, aveva totalmente cambiato atteggiamento da quello accogliente di poco prima. "È un genio certamente, ma anche un grandissimo stronzo da ciò che so... un mio amico mi ha detto che ci fa il gentile solo per portarti a letto e scaricarti la mattina dopo senza problemi. Spero non lo faccia con te."
Mi aveva detto senza fermarsi un attimo come se stesse raccontando dei gossip alle sue amiche al bar.
Un genio? E soprattutto uno stronzo? Non capivo come poteva essere possibile che quella valanga di aggettivi venisse attribuita al ragazzo educato e maturo che viveva con me; non sembrava possibile che le mie orecchie avessero sentito proprio quella descrizione.
Come se si stesse parlando di due persone con lo stesso nome, ma completamente diverse nei modi di fare e negli atteggiamenti, o nella moralità ed i fini.

"Perché un genio? E perché uno stronzo? Con me è stato molto gentile in questi due giorni..." Avevo risposto un po' giù di morale.

"Non lo sai?" Mi aveva detto quella volta una ragazza dalla voce squillante e acuta, ed io avevo scosso la testa lentamente mentre la borsa a tracolla in cui tenevo computer e borraccia iniziava a pesarmi sulla spalla.
"L'anno scorso lui e dei suoi amici hanno vinto un concorso internazionale per aver ideato una nuova protesi per le fratture spinali... Io non sono molto pratica, ma sai che vuole fare il neurochirurgo no? Si è messo a studiare la spina dorsale e ha avuto l'idea di queste protesi, poi con dei ragazzi di biotecnologie le hanno create. Ora sono sulla buona strada per brevettarle da quanto ne so."

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