12. Cinque mesi è tanto tempo

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Neanche a citare il tanto deriso legamento d'amore di Venere, d'un tratto Francesco si era fatto più presente nella vita di Margherita.

Freya non sapeva se esserne impressionata, o se invece iniziare a pregare che la coinquilina non decidesse di tirarle un brutto tiro e "legarla" a Diego.

A ogni modo, i due piccioncini al momento erano spalmati l'uno sopra l'altro sul divano. Margherita aveva scelto la canottiera arancione più bella dell'armadio. Francesco, invece, appariva come sempre un perfetto gentiluomo, ben pettinato e con la camicia più bianca del migliore dei sorrisi del signor Gigi.

Sembravano il burro e la marmellata di albicocche che Freya metteva sul toast tutte le mattine.

Li avrebbe ben volentieri lasciati soli, ma quel pomeriggio la linea wi – fi sembrava essere scomparsa e, in assenza di passatempi migliori, stuzzicarli e rovinare l'atmosfera era divenuta l'opzione prediletta.

«Dimmi un po', Francesco...» iniziò questa, dopo averli osservati di soppiatto.

Margherita la fulminò con lo sguardo come avvertimento, ma l'altra non vi diede peso.

«Come vi siete conosciuti te e questa qua

Margherita la guardò oltraggiata, Francesco borbottò tra sé e sé qualcosa e cercò con lo sguardo l'approvazione della fidanzata.

«Non mi pare di aver fatto una domanda tanto complicata.» contemplò disorientata la segretaria, con un'alzata di spalle.

«Gli ho offerto uno shot al pub.» ribatté Margherita.

«Io, in realtà, l'avevo chiesto a lui.»

Francesco, visibilmente in difficoltà, aveva afferrato il cellulare per tirarsi fuori dal pasticcio. Margherita corrugò la fronte.

«Freya.»

«Perché ci stai insieme? Ti ricatta?»

«Freya!»

La segretaria fece di nuovo spallucce e represse un sorrisetto divertito. Non capiva il perché di tutta quella riservatezza, ma non appena aveva fiutato l'opportunità di strapazzare un po' entrambi, l'aveva colta al volo.

Margherita la guardò dritta negli occhi e sollevò le sopracciglia; il messaggio era chiaro: "avanti, provaci".

«Vi conoscete da tanto?»

La donna lasciò cadere i palmi sulle proprie cosce con un gesto secco.

«Non hai nient'altro da fare, tu?»

«Cinque mesi, circa.» rispose Francesco, sovrappensiero, al posto suo.

Aveva sempre lo sguardo sullo schermo del cellulare e aveva replicato ancor prima di fermarsi a pensare se fosse o no una buona idea. Ma a riprova che no, fornire una spiegazione al posto della sua fidanzata non era stata la migliore delle trovate, Margherita gli diede una pacca sulla spalla — con tanto di sguardo contrariato. Freya, invece, lo guardò confusa: se la matematica non era un'opinione, Francesco aveva iniziato a bazzicare per l'appartamento un po' dopo i famosi cinque mesi. Era anche piuttosto strano che la donna avesse atteso tutto quel tempo per trascinarlo in camera propria.

«Cinque mesi è tanto tempo.» constatò infatti.

«Basta!» proruppe Margherita. «Non è possibile che quella volta in cui lo invito a casa mia, ci debba essere tu in mezzo a rovinare tutto!»

«Che vuoi che sia. È solo una chiacchierata tra amici.» scherzò Freya, con l'ennesima scrollata di spalle della giornata.

Per tutta risposta, la coinquilina si sfilò dal piede la pantofola pelosa e gliela scagliò contro. Nonostante non avesse proferito parola, il suo significato restava comunque inequivocabile: "non siamo amici!"

La regola della psicologia inversa (#Wattys2022)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora