4. Il lupo perde il pelo...

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Sfidando il freddo e andando contro al proprio amore per il caldo, Freya si era indirizzata al Centro Civico a piedi. Era giunta al comizio con lo stomaco che gorgogliava per la fame e aveva raggiunto subito lo staff di Fisco Germoglio, presentatosi sul posto sotto il nome di partito — "Obiettivo Comune Valle d'Arnosio" — riunito in cerchio come se stessero ripassando lo schema di una partita di rugby.

«Oh, Freya! Sei qui anche tu.» esclamò il signor Gigi, sorpreso di vederla lì.

Diego le diede una pacca amichevole tra le scapole, invitandola ad unirsi anche lei a quel gruppo.

Erano tutti in giacca e cravatta come se dovessero presenziare a un discorso tenuto dal presidente Mattarella in persona. La ragazza, invece, aveva preferito conformarsi al resto del pubblico e presentarsi vestita in modo più semplice — tanto già non sarebbe passata inosservata, visto l'occhio fine degli abitanti per individuare il forestiero e guardarlo con sospetto.

«Ricordatevi tutti: non dobbiamo rispondere alle provocazioni. Ripetete dopo di me.» riprese il signor Gigi come una maestrina delle elementari.

«Non dobbiamo rispondere alle provocazioni.» ribadì il gruppo, in una perfetta imitazione di una diligente scolaresca.

Infine Obiettivo Comune seguì in fila indiana la folla di concittadini all'interno del Centro Civico — l'edificio esternamente più moderno dell'intero paese e utilizzato in genere per impartire lezioni di musica e canto. Diverse occhiatine indiscrete li seguirono mentre questi si sedevano l'uno vicino all'altro, forse con l'implicito scopo di formare uno schieramento atto a spaventare il nemico, e infine si soffermavano su Freya; sui loro volti, sempre la medesima domanda: cosa vuole questa, che è arrivata praticamente l'altro ieri? Ma lei li aveva ignorati tutti, ormai abituata a venir osservata con un certo sospetto e dell'idea che, fino a quando non le avrebbero pestato i piedi, le andasse bene così.

Si era seduta accanto a Diego, preso così tanto dalla competitività da dimenticarsi addirittura della sua presenza in sala. Al ragazzo, infatti, sudavano le mani per il nervosismo.

E poi erano arrivati loro, il signor Valsecchi e famiglia. Anche loro elegantissimi nei loro abiti da sera inamidati e ben stirati. La signora Valsecchi, una donna bionda e slanciata, aveva talmente tanti gioielli addosso da ricordare un lampadario di lusso con centinaia di pendenti di cristallo.

I tre congiunti avevano dipinto in viso la medesima espressione fiera mentre gli elettori più fedeli — o i più ruffiani — gli si lanciavano addosso per complimentarsi con loro. Una stretta di mano di qua, un ringraziamento di là... a Freya sembrava quasi di star assistendo ad una cerimonia degli Oscar. Avrebbe voluto piegarsi di lato e riferire la propria battuta ai colleghi, ma questi erano tutti tesi a puntare gli oppositori così come un cane da caccia avrebbe fatto alla vista di una marmotta.

Proprio un bel quadretto di famiglia, almeno fino a che Riccardo non si accorse che Freya era tra il pubblico. Il sorrisetto tronfio che l'aveva accompagnato durante la sua gloriosa entrata al Centro Civico gli morì sulle labbra, mentre dall'altra parte Freya gli restituiva un cipiglio raccapricciato. D'accordo che era stato lui a pensare la bravata di presentarsi da Fisco Germoglio e invitare tutti i rivali, ma non si immaginava mica che la loro segretaria — coinvolta nella questione quanto lo sarebbe stata ad un convegno di fisica quantistica — avrebbe deciso di unirsi all'allegra comitiva.

Dalla loro sedia, l'intero Obiettivo Comune stava seguendo tutti i loro movimenti: Riccardo che faceva da sentinella e avvertiva il padre, il signor Valsecchi sollevare gli angoli della bocca soddisfatto, la moglie sfoggiare un sorriso tanto educato quanto falso... e mentre il sindaco si stava avvicinando al titolare di Fisco Germoglio con l'espressione di chi ne sa una più del diavolo, si rese ovvio quanto quella convocazione fosse stata orchestrata in anticipo. Era una trappola e il signor Gigi, concorrenziale com'era, c'era cascato con tutte le scarpe.

La regola della psicologia inversa (#Wattys2022)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora