Epilogo - poteva andare peggio

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«Dunque è tutto risolto?»

«Assolutamente sì.»

Freya non resistette: iniziò dapprima a saltellare sul posto, poi aggirò la scrivania del collega e lo stritolò in un abbraccio ― anche se lo imbarazzava tremendamente, anche se la porta era aperta.

Quando lo lasciò andare, Diego le restituiva un sorriso genuino, le nuvole grigie si erano finalmente dissipate. Era trascorso più di un mese da quel maledetto giorno in cui lei l'aveva rifiutato; più di un mese in cui il collega se n'era rimasto solo nel suo brodo, a sbollire rabbia e frustrazione. Nonostante tutto, però, non le aveva mai fatto pesare nulla, tantomeno l'aveva accusata di aver giocato con lui.

«Aggiornami, cos'è successo nel frattempo?»

Diego divenne ancora più rosso.

«Ho prenotato le vacanze.»

«No, no. Hai capito benissimo cosa intendo, voglio la ciccia.»

Freya sapeva già quello che gli stava chiedendo, ma voleva sentirlo ripetere da lui stesso.

«Sono uscito con Rebecca un paio di volte. E anche con Margherita, c'era anche lei.»

Il signor Gigi, che stava passando proprio davanti al suo ufficio, si immobilizzò. Non parlava più con la donna da altrettanto tempo e anche il rapporto con Freya si era raffreddato notevolmente. Aveva partecipato a una seduta per maledirlo con la coinquilina, e per quanto lo reputasse bizzarro, non poteva negare a sé stessa di non essersi sentita meglio.

«E...?»

«È okay. Abbiamo parlato di un sacco di bei film, le ho fatto leggere il mio blog», e qui Freya si immaginò Margherita con una faccia da funerale, «mi ha suggerito altre pellicole, abbiamo discusso dei suoi anime preferiti...»

«Va bene, Diego. Ho capito.» lo frenò lei.

Se già dieci secondi di conversazione l'avevano stancata, figurarsi Margherita dopo ore passate a sentirli chiacchierare del medesimo argomento. Si appuntò nella mente di farle un regalo - premio per l'impresa di reggerli: una bella teiera di cristallo da aggiungere alla sua polverosa collezione.

Era sicura che tutte le sue conquiste avrebbero sgomitato per usarla. Margherita sarebbe uscita di testa.

Freya gli rivolse un sorriso che andava da orecchio a orecchio.

«Sono davvero felice per te.»

Diego, forse per la prima volta da quando l'aveva conosciuto, sostenne il suo sguardo senza arrossire o incespicare in parole che non sarebbe mai riuscito a dire. Incredibile i miracoli che un mese di lontanaza emotiva fosse riuscito ad apportare.

«Amici come prima?» gli domandò.

«No.»

Freya sobbalzò per lo stupore

«Prima non eravamo davvero amici, ero innamorato di te. Perciò saremo amici meglio di prima.»

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La regola della psicologia inversa (#Wattys2022)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora