Il centro estetico Venere - bellezza alla tua portata, ringraziava il signor Gigi. Forse sarebbe stato saggio requisirgli la carta di credito e chiuderlo a chiave in casa — tanto per assicurarsi che non tentasse di pagarsi i trattamenti in natura.
I denti? Bianchi come il ghiacciaio del Monviso.
La pelle? Del colore di una succosa arancia di Sicilia appena raccolta dall'albero.
I capelli? Talmente laccati da aver intrappolato almeno una decina di moscerini, come una pericolosa trappola di colla per topi.
Si era anche fatto depilare il maglioncino di pelo che in genere gli teneva il petto al caldo e, per assicurarsi che tutti apprezzassero lo sforzo, si era sbottonato un paio di bottoni della camicia.
Eppure, il signor Gigi, non era contento.
Mentre Freya si aggirava tra i tavoli allestiti per la festa, aveva scorto Diego e altri membri della giunta agguantarlo più e più volte per dargli una scrollata. Tentativi che si erano rivelati vani e che avevano spinto Diego a richiedere l'aiuto di Freya.
«Qual è il problema, Gigi?»
«Deve essere tutto perfetto, ecco qual è il problema!» gracchiò il capo.
«Andrà tutto bene. Hai studiato il discorso?» gli domandò Michele, uno dei colleghi di Freya.
«Sì. Ma non è abbastanza, devo far mangiare la polvere all'opposizione.»
Guardandolo bene da vicino, delle goccioline di sudore stavano iniziando a intaccare lo strato di autoabbronzante di bassa qualità. Non mancava molto al momento in cui queste gli sarebbero colate lungo il volto e avrebbero lasciato delle belle strisce più chiare. Il signor Gigi intercettò lo sguardo perplesso di Freya e per poco non ebbe un'altra crisi isterica.
«Che c'è? Ho qualcosa che non va?!»
«No, affatto. Ammiravo la tua stupenda pettinatura.» mentì lei.
Come dirgli che, non solo i capelli avevano appena intrappolato l'ennesimo insetto sventurato, ma adesso iniziava anche a sembrare una pastiglia di Vivin C in procinto di sciogliersi?
«Oh, Freya! Sempre così gentile. Ecco a te una bella mancia.» mormorò lui frugando nella tasca dello smoking color sabbia.
Freya allungò contenta la mano a coppa, ma quando il regalo del signor Gigi le si posò sul palmo, la sua espressione mutò in una di disappunto: due euro. Sempre il solito pidocchio.
Era pronta a voltarsi e a lasciarlo da solo a cuocere nella propria ansia, quando avvistò Margherita varcare il cancello del parco a braccetto con Francesco. Era la prima volta che uscivano insieme a Valle D'Arnosio.
Non appena aveva notato che li stava osservando, Margherita virò a sinistra senza preavviso e puntò dritta dritta verso la folla più vicina per sfuggirle; Freya le corse incontro — per poco perdendo per strada il grembiule color panna — e afferrò un braccio del povero Francesco, inciampato nei suoi stessi piedi a causa del brusco cambio di rotta di Margherita, a sua volta rallentata dagli scomodi tacchi a stiletto che non era solita indossare. Non aveva resistito alla tentazione di punzecchiarla un po' in pubblico.
La peggiore cameriera della storia, il signor Gigi per poco non ebbe un mancamento.
«Margherita!»
«Levati di torno!»
Francesco sembrava un'inerte bambola di pezza mentre veniva sballottato dalle due donne che, ai due capi, gli tiravano le braccia come a volerlo strappare via all'altra.
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La regola della psicologia inversa (#Wattys2022)
Humor🎶VINCITRICE DEGLI WATTYS 2022 PER LA CATEGORIA "NEW ADULT" «Si sposti.» «Scusi?» «Si sposti, le ho detto.» ripeté lui stizzito. «Mi faccia entrare.» Tanto per ribadire il concetto, le picchiettò la stampella sul lato del piede. Il messaggio era ch...