22. Non c'è nulla di normale

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«Spiegami che accidenti è questo!»

Lo schermo del cellulare alla massima luminosità le venne piazzato a pochi centimetri dal viso. Freya, ancora intontita dal sonno interrotto, strizzò gli occhi infastidita. Le sembrava di star fissando il sole senza occhiali.

«Freya. Spiegami cos'hai combinato!» insistette Margherita.

Le avvicinò ulteriormente il display e l'altra, con la testa già dolorante, le diede una sberla per spingerla a lasciarla in pace. Ruotò il capo verso l'orologio digitale sul suo comodino e sospirò esasperata.

«Sono le sei e mezza. Cosa c'è?»

«Mi ha scritto Francesco per chiedermi se volessi venir accompagnata da lui invece che da te, ecco cosa c'è! Io oggi non lo voglio appresso mentre mi faccio visitare in ospedale!» latrò Margherita. «Cos'hai combinato?!»

Oltre a essere un uomo molto piccolo, Francesco peccava anche di furbizia. L'aveva appena appreso sulla sua stessa pelle. Non c'era da meravigliarsene, dopotutto: nessuna persona con un briciolo di astuzia avrebbe mai pensato di intavolare una relazione con Margherita... era evidente che il consiglio: "chiedile solo come sta" non era stato ascoltato.

Freya fece appello a tutte le sue forze per mettere insieme una frase di senso compiuto ma, non appena aprì bocca per replicare, emise uno sbadiglio degno di un ippopotamo.

«Ma tu sei davvero entrata in camera mia di prima mattina per questa roba? Ma ti sembra normale?»

«Perché tu ci vedi qualcosa di normale, qua dentro?» replicò Margherita allargando le braccia, come a volerle mostrare la casa. «Ma poi tu sei normale? Cretina.»

«L'ho trovato allo street food di sabato.» ammise Freya dopo un lungo sospiro per invocare tutta la propria pazienza.

Aveva ancora la voce impastata. Margherita sbuffò come una pentola a pressione e picchiettò un piede a terra.

«E cosa gli hai detto?»

«Che è proprio un bello stronzo. Arrabbiati anche per questo.» la sfidò.

«Su questo ti do ragione.» dovette ammettere Margherita, che comunque non appariva meno irata di prima. «Continua. Dimmi come l'hai fatto riflettere su questa cosa.»

Freya sbadigliò ancora e si stropicciò gli occhi.

«Gli ho solo detto che per quanto non mi faccia problemi a farlo, spetterebbe a lui il ruolo di accompagnarti alle visite. Gli ho anche detto che piuttosto che andare con lui, tu preferiresti tranciarti via un piede, ma che lui non c'ha proprio provato a proporsi.»

Margherita la lanciò un'occhiata di fuoco.

«Ora mi vuoi dire perché sei così incazzata o devo iniziare a sparare a caso?»

«Sono incazzata perché sei dovuta intervenire tu per fargli notare quanto si fosse comportato di merda!» ribatté lei.

La donna si sedette sul bordo del letto di Freya senza nemmeno attendere che questa le desse il permesso.

«No, non ti sedere. Lasciami dormire.» gemette infatti lei.

Ma Margherita la ignorò.

«Sono incazzata anche perché, in fin dei conti, avrei dovuto dargli retta quando, a inizio relazione, mi aveva confessato di sentirsi ancora un po' bambino dentro.»

«A proposito di questa cosa della relazione: ricordo un pomeriggio, dopo circa un mesetto o due di frequentazione, in cui diceva di conoscerti da cinque. Spiegati.»

La regola della psicologia inversa (#Wattys2022)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora