23. La rabbia non mi arrabbia

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«Ma poi tu sei normale? Cretina.»

La risposta non aveva tardato ad arrivare.

No, a quanto pareva Freya non rientrava nel range di normalità.

Il fatto che Riccardo se ne stesse stravaccato sul divano, in quel momento, dopo aver cenato ancora una volta con lei, ne era la prova.

Le era nato il sospetto di aver dimenticato qualche rotella buona da qualche parte a Fisco Germoglio — magari in un cassetto della scrivania di Diego — quando gli aveva indicato il salotto per farlo accomodare. Adesso che però gli si era addirittura seduta accanto mentre questo faceva con nonchalance zapping sulla sua Tv, iniziava a rendersi conto della follia che si celava dietro.

Così, mentre lui fingeva di trovarsi a villa Valsecchi e non nella tana del nemico, lei aveva afferrato il libro che da poco aveva iniziato a leggere per ammazzare il tempo.

La rabbia non mi arrabbia - manuale pratico su come gestire la collera.

Riccardo diede una sbirciata veloce al titolo e si lasciò sfuggire una risata ironica.

«Ottima lettura.» scherzò.

«È di Margherita.»

«Si spiegano molte cose.»

Tuttavia non demorse.

«Anche se...», e qui Freya sollevò lo sguardo minaccioso su di lui, «avrebbe dovuto prestarglielo molto prima. Tipo prima che mi aggredisse al pub per la sua bicicletta.»

La ragazza contò mentalmente fino a cinque. Dopodiché sollevò il libriccino e con il dito gli indicò la posizione del segnalibro al suo interno.

«Le faccio notare che ho letto solo una decina di pagine, fino ad ora. Vuole continuare per questa strada?»

Riccardo la guardò negli occhi per qualche secondo, poi ricominciò a fare zapping senza proferire altra parola. La risposta era ancora no, almeno non finché questa non avesse proseguito nella lettura e, dunque, fosse arrivata a una buona padronanza degli agiti aggressivi.

Freya sorrise vittoriosa: aveva vinto lei.

Aprendolo, sfilò via la fotografia fatta con Diego la mattina dello street food e si immerse nella lettura. Gli occhi scuri di Riccardo la intercettarono ancora prima che lei la posasse distrattamente al suo fianco.

«Commovente.» commentò con ironia tagliente.

Adesso Freya iniziava a pentirsi di averlo invitato. Infilò l'indice e richiuse il manuale con un sospiro seccato.

«Che cosa?»

Riccardo le indicò con un cenno del capo l'immagine abbandonata sul divano.

«Un quadretto davvero romantico

Freya lo guardò incredula.

L'intonatura pungente, l'espressione apatica, i commenti sarcastici... Riccardo era infastidito dal rapporto con Diego. Tutte le volte che l'aveva incrociato in compagnia del collega, infatti, questo aveva dato il meglio di sé con tutto il suo repertorio di battute moleste. E come dimenticarsi di quella volta in cui aveva rovinato in modo intenzionale un'intera serata, solo con la scusa di dire a Margherita che avrebbero dovuto togliere la corrente elettrica per qualche ora.

Riccardo era geloso. Era evidente. Non sapeva come avesse fatto a non capirlo prima.

«C'è qualche problema?» lo provocò.

Possibile che avesse seguito qualche genere di psicologia inversa? Del tipo che sei attratto da una persona e per buona misura la tormenti giorno e notte.

La regola della psicologia inversa (#Wattys2022)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora