CAPITOLO XXVIII revisionato

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Una mano mi scuote per una spalla e insonnolito apro gli occhi. Mi ritrovo di fronte il sorriso sgargiante di Masao che, curvo nella tenda, mi scruta allegro.

«Venite a fare colazione, stiamo per partire»

Mi tiro su a sedere e Si Woo mi imita, stiracchiandosi la schiena. Sento ancora le farfalle svolazzarmi nello stomaco per ciò che è successo ieri sera e, dall'espressione di Si Woo, capisco che è così anche per lui. Si ferma un attimo a guardarmi e mi accarezza la testa sorridendo silenziosamente, poi la sua mano scende sulla mia guancia, con il pollice che traccia delicate linee sulla mia pelle, mentre il suo sguardo si fa incredibilmente tenero.

La faccia mi si scalda all'istante e sono costretto ad abbassare lo sguardo, rintanandomi nelle spalle. Si Woo ride di gusto e allontana la mano dal mio viso.

«Dopo quello che è successo ieri sera, arrossisci per una carezza?»

«Scusi» mi nascondo ulteriormente. «Mi ci devo ancora abituare»

Il guerriero annuisce, ma con la bocca dipinge quel sorriso che ha sempre quando è pensoso.

«Smetterai mai di darmi del lei?»

Rimango interdetto per un attimo, ma subito dopo incrocio le braccia al petto e mi volto dall'altra parte, fingendo un'aria contrariata.

«Non lo so, non me la sento di darle tutta questa confidenza»

Di scatto, la sua mano mi afferra il viso e mi porta ancora più vicino a lui. Senza nessun preavviso passa la lingua sulle mie labbra, fermandosi poi ad osservare la mia reazione, mentre la mia faccia si surriscalda ancora di più.

Sta per scoppiare a ridere, ma Masao irrompe nella tenda scostando energicamente il telo.

«Vi muovete o no?»

Usciamo velocemente e consumiamo il pasto in fretta; il viaggio che ci attende è lungo e vogliamo rientrare a palazzo prima che cali la notte.

Saliamo in sella ai cavalli e partiamo, ben avvolti nei caldi mantelli per proteggerci dal freddo. La cavalcata procede piuttosto tranquillamente; dopo qualche ora ci fermiamo per pranzare e ripartiamo non appena finito. Tutto nella norma, eppure non posso fare a meno di percepire quella strana sensazione di essere osservato... la stessa che avevo durante il viaggio di andata.

Cerco di non darci troppo peso e fisso lo sguardo su Si Woo, in sella al cavallo chiazzato davanti a me.

Ci siamo baciati...

Al solo pensiero, le farfalle tornano a svolazzare frenetiche nel mio stomaco e mi costringono a rannicchiarmi ancora di più all'interno del mantello.

*Crack*.

Un rumore insolito attira la mia attenzione e il sangue mi si gela nelle vene, mentre sento poco lontano da noi un ringhio sommesso, sfortunatamente familiare.

Strattono le redini del mio cavallo verso di me e mi volto nella direzione da cui è giunto il rumore. Tengo gli occhi spalancati e le orecchie ben attente a captare qualsiasi altro segno. Magari mi sono sbagliato...

«Che succede, Kees?» Makenna si è accorto che mi sono fermato e sta tornando indietro.

Non fa in tempo a raggiungermi che un pugnale trafigge l'aria e si conficca nel suo petto, facendolo sobbalzare.

«Makenna!!» colpisco il cavallo con i talloni e scatto verso il mio amico, mentre anche il resto del gruppo si precipita in suo soccorso.

Makenna è piegato in due su se stesso e si tiene premuta la ferita, tentando di fermare il fiume di sangue. Enya gli sposta immediatamente la mano con le lacrime agli occhi, per capire quanto sia grave la situazione: la ferita non è mortale, ma deve essere curata il prima possibile.

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