CAPITOLO XXXVII revisionato

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Passo interi giorni a scervellarmi su cosa regalare a Si Woo per il suo compleanno, cercando anche di capire eventualmente come e quando assentarmi per andare a comprare ciò che desidera. Mi viene in mente quando sulla nave, all'inizio del nostro viaggio, mi aveva chiesto cosa mi piacesse. Avevo iniziato a elencare tutto ciò che mi emoziona e che mi fa stare bene... avevo poi rigirato la domanda a lui, che però si era mostrato subito seccato. Alla fine, non ho mai saputo quale fosse la sua risposta. Allora, il nostro rapporto era diverso e credo che in realtà avessimo entrambi molta paura di aprirci, anche se lui è sempre stato più franco di me, più audace e più sfrontato. Ma sicuramente aveva anche lui le sue barriere alzate a protezione di se stesso, di quella parte di cuore e di anima che tutti abbiamo paura che venga colpita e ferita. Di nuovo.

Manca ormai poco all'ora di pranzo; abbiamo finito di allenarci per stamattina e Ian si è addestrato con noi, aiutato specialmente da Makenna. Siamo poi andati tutti a darci una rinfrescata, con il vento primaverile che non ha perso occasione di farci rabbrividire, soffiando sulla nostra pelle bagnata. Mi dirigo verso la camera, dove so che ha già fatto ritorno Si Woo, che si è lavato prima di me. Lo trovo infatti seduto sullo sgabello di fronte al comò, con le spalle larghe ricoperte di ciocche di capelli ribelli che sono uscite dall'acconciatura.

Decido di cogliere l'occasione e avanzo verso di lui, per porgli di nuovo la stessa domanda fatta sulla nave. Mi avvicino al comò e prendo il pettine di legno che Si Woo usa di solito, sciogliendogli definitivamente l'acconciatura e iniziando a passare il pettine tra la sua folta chioma. Lui mi lascia fare, senza dire niente, semplicemente guardandomi attraverso il riflesso sullo specchio e allargando le labbra in un sorriso.

«Si Woo, che cosa ti piace?»

«Eh?» la sua espressione sembra interdetta, mentre mi fissa reclinando la testa di lato.

«Tu me l'hai chiesto, mesi fa, ma non mi hai mai detto cosa piace a te» prendo in mano una ciocca in cui si sono formati dei nodi e li sciolgo delicatamente, aiutandomi con i denti del pettine.

Faccio scorrere le sottili stanghette di legno tra i suoi capelli setosi, fino a districare la sua chioma in tanti scuri e morbidi fili.

«Questo, mi piace»

«Questo cosa?»

«Questo» inarca leggermente le sopracciglia, ingrandendo ancora di più il sorriso. «Questa cosa che stai facendo»

«Ma non vale come risposta» appoggio il pettine e prendo il nastrino con il quale prima teneva legati i capelli.

«Perché non vale?»

«Perché no. Devi dirmi qualcosa che ti piace, che però non c'entri con me o con quello che faccio»

Scuote la testa e sbuffa, mentre raccolgo alcune ciocche con le dita. In questi giorni, mi ritrovo spesso con Akame ed Enya nei momenti in cui Ian è intento a giocare a yi insieme a Shaoran e Masao. Akame ci racconta dei suoi appuntamenti con Eirik ed Enya le sistema i capelli in delicate acconciature, per aiutarla a prepararsi. Tra una cosa e un'altra, alla fine ho imparato anch'io a fare la treccia a spina di pesce, o quantomeno è con questo nome che Enya la chiama.

Decido perciò di provare a farla a Si Woo, con i suoi capelli lunghi sono sicuro che gli starà benissimo. Inizio a intrecciare le prime ciocche, stando attento a non tirargliele, e aspetto che lui risponda alla mia domanda.

La risposta, però, non arriva e mi accorgo, quasi per caso, di un'occhiata che lancia al piccolo baule dove so che tiene i gioielli e i trucchi per il viso. Subito dopo torna con lo sguardo in avanti, facendo finta di niente.

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