Le settimane trascorrono velocemente e siamo ormai in pieno autunno.
Dopo la colazione, passeggio per le vie della città insieme a Shaoran e Masao e ci fermiamo sul ponte sopra il fiume a osservare le foglie rosse cullate dalle piccole increspature dell'acqua. Non credevo che ci saremmo fermati qui, nella città, per tutto questo tempo. Il Profeta, però, dice che finché non sarò in grado di controllare totalmente la trasformazione, non sarò in grado di scoprire dove si nasconde l'Ampolla. Dunque, partirne alla ricerca sarebbe del tutto inutile.
In ogni caso, stare qui non mi dispiace per niente; in questo luogo si respira un'aria diversa. Ogni cosa vibra di gioia, di pura gioia, e le persone sono tutte estremamente gentili. Non per semplice buonismo, sono genuinamente cordiali, premurose e sensibili. All'inizio, sotto sotto, avevo snobbato gli abitanti di questa città, pensavo fossero solo degli inguaribili ottimisti. L'avevo detto addirittura al Profeta, ma mi aveva risposto che, invece, sono realisti, che questa felicità è dovuta alla loro capacità di osservare, di tenere sempre la mente e il cuore attenti. Attenti alla realtà, al captarne la bellezza celata. Prima non capivo le sue parole, ora forse inizio a farlo.
E i guerrieri sono straordinari anche nel modo di combattere; la sera in cui li ho seguiti di nascosto fino al villaggio sotto attacco, mi ero chiesto per quale motivo non avessero ucciso gli Huai con cui si erano scontrati; mi hanno poi spiegato che una delle regole degli Eserciti Sacri è quella di evitare, in tutti i modi possibili, di uccidere qualcuno. Anche se si tratta di un nemico. Sperano che, con lo scioglimento dell'incantesimo, gli Huai riacquistino il libero arbitrio, perciò non vogliono far trovare loro il proprio popolo decimato.
Ammiro profondamente queste persone e, piano piano, mi sto rendendo conto che non mi dispiace essere partito per questo viaggio. Ho potuto conoscere Si Woo, il Profeta e tutti gli altri. E se anche alla fine le voci dovessero rivelarsi vere e io dovessi morire, saprò che non sarà stato vano. Se ho la possibilità di riportare la pace nella vita di queste persone, allora voglio vivere fino in fondo questa sfida. Anche se in realtà, il più delle volte, sono loro a portare pace nella mia, di vita.
Una bambina dal mantello azzurro si avvicina a noi correndo sul ponte di legno e mi tira per una manica, fino a costringermi ad abbassarmi.
«Lei signore ha degli occhi molto belli» appena finisce di pronunciare la frase, scappa via ridacchiando e si tuffa tra le braccia della madre, che mi saluta con un cenno della mano, prima di allontanarsi.
Rimango perplesso di fronte alla scena, non capendone il significato. Masao e Shaoran sorridono divertiti e mi forniscono la spiegazione che stavo cercando.
«Oggi è la Festa delle cose non dette»
«Delle cose non dette?»
«Sì, prima che l'anno finisca, si cerca di dire tutto ciò che di solito viene tenuto dentro. Soprattutto, cose belle che non diciamo agli altri per orgoglio, o imbarazzo» Masao scende dal ponte, avviandosi verso la radura, dietro la casa del Profeta.
«I bambini vivono questa festa un po' a modo loro, ma sono carinissimi, no?» Shaoran lo segue e mi fa cenno di andargli dietro.
Nel prato ci sono diversi guerrieri che si stanno addestrando, tra cui Si Woo, che si sta allenando con la catena, e Makenna ed Enya, con i loro archi.
Azul e Lexa mi corrono subito incontro, iniziando a leccarmi le mani, finché Enya non li richiama scherzosamente.
È qualche giorno che non uso l'arco, così decido di chiedere a Makenna se ha voglia di addestrarci insieme e lui accetta con un ampio sorriso. Ci allineiamo davanti ai bersagli, che sono appesi ai tronchi di alcuni alberi, in fondo al prato. Il Comandante e gli altri si avvicinano per godersi lo spettacolo ma, diversamente da tutte le altre volte in cui mi sono trovato nella condizione di dover dimostrare qualcosa a qualcuno, ora non sono per niente in ansia. Mi sono esercitato duramente in quest'arte, so di essere diventato abbastanza bravo. Quantomeno, riesco a centrare i bersagli.
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Lasciati salvare
Storie d'amoreCOMPLETATA Kees ha vent'anni e non sopporta ballare e spogliarsi nella taverna in cui è costretto a lavorare, da quando si è ritrovato a vivere da solo con il fratello. Ancora di meno, sopporta l'essere stato scelto come Sacrificio della Profezia. ...