CAPITOLO IV revisionato

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Ci alziamo prima del solito, fa particolarmente caldo e non si riesce a dormire; anche il resto della ciurma è già in piedi.

Faccio colazione godendomi l'alba sul mare e rimango estasiato dai colori del cielo e dell'acqua. È ancora presto per allenarsi, perciò decido di occupare il mio tempo dando una mano al mozzo e al cuoco. Sono due persone molto socievoli e simpatiche. Il cuoco ci racconta delle sue disavventure nei precedenti viaggi in mare, quando era ancora un ragazzo, strappandoci una risata di tanto in tanto. Li osservo e mi meraviglio che due persone pacate come loro, abbiano deciso di accompagnare il Sacrificio in questo viaggio. Mi meraviglio di tale scelta da parte di tutta la ciurma, in realtà. Certo, avranno combattuto altre volte, in più occasioni, ma non sono di sicuro l'Esercito del Guerriero Celeste. Ancora devo capire perché la Profezia abbia voluto che fossi accompagnato da un solo guerriero.

Mentre ascolto i racconti del cuoco, un marinaio viene a chiamarmi.

«Il Comandante ti vuole»

Vado sottocoperta e lo trovo disteso sul suo materasso, a giocherellare con il pugnale.

«Mi cercava?»

«Stai qui»

«P-perché?» chiedo, non capendo il motivo della sua richiesta.

«Perché mi annoio»

Cosa?

«Da quando sono una dama di compagnia?»

«Avanti, non fare lo scontroso» si volta verso di me, facendo una smorfia.

Ma tu guarda questo, che mi tratta sempre come se fossi un ragazzino capriccioso e adesso vuole che stia con lui.

Sospiro e mi lascio cadere seduto sul mio materasso, non ho voglia di discutere.

«Che dovrei fare?»

«Non lo so» torna a giocare con il pugnale. «Parla di qualcosa»

«E di cosa?»

«Certo che sei davvero pessimo come intrattenitore. Non lo so, parla di quello che ti piace, di quello che non ti piace... inventa qualcosa»

«Mi piace stare da solo» ironizzo.

«Beh, a me no»

Capisco che non c'è via di fuga da questa situazione, così inizio a parlare, senza pensare troppo a quello che dico.

«Uffa... mi piace il mare e rotolarmi nell'erba alta. E la sensazione al tatto che danno le pagine vecchie e ingiallite, quando le sfoglio...» sbuffo. «Mi piace l'odore del pane appena sfornato, che si sente sempre la mattina presto dal vicolo dietro la piazza... Mi piace immaginare di unire le stelle con linee luminose, per creare disegni nel cielo. E mi piace il verde acqua, quello scuro però. E il blu. E il mio fiore preferito è il mughetto»

«Il mughetto?»

«Sì, è un fiore semplice. È carino...»

Il guerriero ridacchia, continuando a passarsi il pugnale tra le dita.

«E cosa non ti piace?»

Oltre al fatto di dover essere partito per questo viaggio? Decido di tenere questa risposta per me. Se vuole compagnia, sarà perché è in cerca di leggerezza e di sicuro non apprezzerà affrontare nuovamente questo discorso. Mi fisso le mani e so che, in effetti, c'è qualcosa che proprio non mi piace.

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