CAPITOLO XIII revisionato

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Una volta sbarcati, non siamo costretti a camminare per ore in mezzo alla foresta, come era successo nelle Isole Verdi, perché la città dove vive il Profeta sorge proprio sul mare, accanto al porto. E sì, è una vera e propria città. Enorme, gigantesca.

Ed è il luogo più bello che io abbia mai visto.

Non che io abbia viaggiato molto anzi, sto allargando ora i miei confini, ma quando andavo a scuola, ci mostravano spesso dipinti di altri luoghi per farci studiare la geografia delle isole.

Mi era capitato di vedere alcune raffigurazioni di questo posto, ma ora capisco che non gli rendevano assolutamente giustizia.

C'è un grande via vai di gente sorridente, che ci accoglie e ci aiuta a scaricare i bagagli. Hanno quasi tutti gli occhi a mandorla e i capelli scuri, come il Comandante.

Mi guardo intorno e osservo le pareti delle case, ricoperte di piante rampicanti fiorite, che accolgono felicemente famiglie di uccelli variopinti; le vie sono costeggiate da grandi alberi che proiettano generosi le loro ombre per rinfrescare le strade nelle giornate torride. Ormai, però, il caldo afoso ci ha abbandonati e nell'aria corre una leggera brezza.

Lexa si ferma accanto a me, leccandomi una mano, e io le accarezzo il muso, mentre mi isso la mia sacca su una spalla.

Delle urla di gioia arrivano alla mia destra e mi volto giusto in tempo per vedere due ragazzi saltare addosso al Comandante; sono vestiti come lui, con l'abbigliamento tipico dell'Esercito del Guerriero Celeste, e capisco che devono essere due suoi compagni. Lo salutano affettuosamente e lui ricambia, pur non urlando come loro, ma i due ragazzi non sembrano per niente turbati dal suo atteggiamento riservato. Sicuramente ci saranno abituati.

«Questa città mi sembra più bella ogni volta che la vedo» Liam mi raggiunge e si guarda intorno, con occhi sognanti.

Il Comandante si avvicina, con i due guerrieri che lo seguono, mentre dalla nave scendono anche Makenna ed Enya.

«Loro sono Masao e Shaoran. Siamo cresciuti insieme nella casa del Maestro» il guerriero indica i suoi compagni, che ci salutano con un inchino.

Il primo a essere stato nominato è leggermente più alto e robusto del secondo; portano entrambi le spade al fianco, insieme ai pugnali intarsiati di turchesi ma, sicuramente, quello che spicca di più è il loro radioso sorriso.

Come ha fatto il Comandante a venire fuori con uno sguardo così gelido, se ha passato anni in loro compagnia?

I due guerrieri stringono calorosamente le mani agli altri del gruppo e poi si voltano verso di me.

«E quindi sei tu, eh? Che devi sorbirti la compagnia di Si Woo» è Masao a parlare.

«Ci dispiace così tanto» si aggiunge Shaoran, fingendo una fitta di dolore al cuore. «Spero non sia troppo cattivo con te»

Il Comandante li fulmina con lo sguardo, ma sotto i baffi sta sorridendo anche lui.

«Il Maestro?» chiede, mentre si avvia insieme ai suoi compagni, che ci aiutano con i bagagli.

Lo seguo e così fanno anche Makenna, Enya, Liam e i due lupi.

«È in un villaggio qua vicino a cui occorreva il suo aiuto» Shaoran cammina alla sua destra, con ampie falcate.

«C'è Akame, però» aggiunge Masao.

Non capisco di cosa stiano parlando e non so dove stiamo andando; opto dunque per strattonare leggermente la manica della camicia del Comandante, che mi cammina davanti, e attirare la sua attenzione.

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