CAPITOLO XXV revisionato

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Akame scorrazza per la casa, portandosi dietro due ceste piene di festoni che appende in giro con aria allegra. Le lunghe tavolate sono già apparecchiate e i cuochi in cucina si stanno dando da fare. Passeggio per i corridoi senza sapere bene come occupare il tempo rimasto prima della cena; mi hanno preparato uno degli abiti da cerimonia dei guerrieri dell'Esercito Celeste, ma non ho ancora avuto il coraggio di indossarlo.

Si Woo e Masao mi passano accanto mentre si dirigono verso il portone d'ingresso. Poco dopo sbuca anche Shaoran che, appena mi vede, mi fa cenno di seguirlo. Gli vado incontro e gli cammino vicino, mentre acceleriamo il passo per raggiungere gli altri due guerrieri.

«Stiamo andando verso la strada che conduce fuori dalla città. Arriveranno a momenti» si china verso di me e parla sottovoce.

Capisco che si sta riferendo ai genitori di Si Woo.

Osservo il volto del Comandante, che cammina poco più avanti di me, e mi accorgo che è decisamente teso. Ci fermiamo di fronte a un bivio, aspettando di scorgere una carovana. Per tutta la durata dell'attesa, nessuno dice una parola e, quando finalmente iniziamo a distinguere il rumore di ruote e zoccoli sulla stradina lastricata, mi sento alleggerito. Il cocchiere tira le redini e i cavalli si fermano proprio davanti a noi; la porticina di legno della carrozza si apre e lascia uscire un uomo di mezza età, abbastanza alto, con una folta chioma nera, in mezzo alla quale si intravedono alcune ciocche argentate. Tende una mano verso una figura femminile e l'aiuta a scendere. Prende alcuni bagagli e mette un sacchetto di monete in mano al cocchiere, che si rimette subito in marcia.

Si Woo avanza di qualche passo e si ferma dritto davanti alle due persone scese dalla carrozza.

«Figliolo»

«Padre» si inchina cortesemente con il busto di fronte all'uomo dall'aria austera, alzando poi lo sguardo verso la donna. «Madre»

La donna gli abbraccia le larghe spalle, dandogli un affettuoso bacio su una guancia. È più bassa del padre e ha una corporatura estremamente esile.

«Conoscete già Masao e Shaoran» Si Woo indica i suoi compagni con un gesto della mano e loro salutano cordialmente. «Lui, invece, è Kees»

Avanzo anch'io di qualche passo e mi chino in avanti, imitando quello che ha fatto il Comandante poco fa.

«Sei il ragazzo della Profezia?» la voce dell'uomo è dura e ha un non so che di intimidatorio; ora capisco da chi ha preso Si Woo.

«Sì, signore»

Lo vedo scrutarmi con aria seria e non posso fare a meno di sentirmi a disagio; per fortuna, Masao interrompe quasi subito l'imbarazzante silenzio che si è creato e fa strada verso la casa del Profeta.

Si Woo cammina in testa al gruppo insieme ai suoi genitori e parlano tranquillamente di come è andato il viaggio. Arrivati davanti alla casa, troviamo Akame e il Profeta di fronte al portone ad attenderci; salutano i genitori del guerriero, facendomi intuire che si sono già conosciuti precedentemente, poi la ragazzina li scorta in una stanza preparata appositamente per loro.

«Coraggio, andate a cambiarvi. La cena è ormai pronta» il Profeta ci esorta ad affrettarci e tutti obbediamo.

Enya mi viene in soccorso per aiutarmi a infilare l'abito da cerimonia; mi porta davanti a uno specchio e lascia che io mi guardi.

«Ti calza a pennello, Kees»

«Dici? A me sembra di non rendere onore a un abito così bello» osservo il modo in cui la morbida stoffa turchese mi circonda la cassa toracica e le spalle.

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