CAPITOLO XV revisionato

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«Non mi hanno scelto, per accompagnarti. Mi sono offerto io»

C'è un grande silenzio tutt'intorno, si sente giusto il fruscio delle foglie e dell'erba alta, ogni volta che una folata di vento più energica passa velocemente ad accarezzarle.

«Una notte sono scappato di casa. Avevo otto anni e mi ero appena trasferito nelle Isole del Vento, ma non mi ero ancora abituato alla nuova vita. Così sono scappato, verso il bosco. Non so quale fosse il mio piano, in quel momento mi importava solo di andarmene» il Comandante inizia a raccontare, tenendo gli occhi fissi verso il cielo azzurro. «Poi però, un bagliore ha attirato la mia attenzione. Sembrava risplendere dal centro della foresta e, incuriosito, mi sono avvicinato. Da dietro un cespuglio, ho visto alcune figure e la luce proveniva dalle mani di una di loro. Ho riconosciuto subito il Profeta, perché l'avevo già visto qualche volta, quando ancora abitavo qui, con i miei genitori. Quel fascio di luce arancio scaturiva direttamente dai suoi palmi; lo stava proiettando sulla fronte di un neonato, tenuto in braccio da una donna»

Sta parlando di me? Di quando mi hanno imposto il sigillo...?

Attendo in silenzio senza dire niente, per lasciarlo continuare.

«E poi credo di essere quasi morto di paura, perché l'altra figura accanto al Profeta era uno Huai. Mi sono tappato la bocca per non urlare e sono rimasto pietrificato. Volevo scappare, ma il corpo sembrava non obbedire ai miei comandi. Poco dopo la luce si è affievolita e, nell'istante prima di svanire, ho intravisto una codina bianca sporgere dai panni in cui il bambino era avvolto. Insieme alla luce, è svanita anche lei. Il Profeta ha detto qualcosa allo Huai, che non sono riuscito a sentire perché ero troppo distante, poi si sono allontanati nel bosco, mentre la donna ha iniziato a camminare in direzione del villaggio, con il neonato in braccio. Non capivo per quale motivo il Profeta fosse in compagnia di uno Huai. Non mi era stata ancora raccontata la verità su di loro, quindi non sapevo niente. E non capivo che cosa avessero fatto a quel bambino, ma ero curioso. Spaventato, ma curioso da morire»

Fa una breve pausa, deglutendo e lanciandomi uno sguardo veloce.

«Senza farmi vedere, ho seguito la donna. Devo aver fatto troppo rumore calpestando i rami secchi, però, perché lei mi ha sentito e si è subito allarmata. Non volevo spaventarla, così sono uscito allo scoperto e il suo volto si è disteso, vedendo che ero solo un bambino. Ma si è disteso solo per un attimo, perché delle urla hanno trafitto il silenzio e i suoi occhi si sono riempiti di terrore. In un lampo, mi ha lasciato il figlio tra le braccia, supplicandomi di nascondermi, ed è corsa via in direzione delle grida. Non sapevo cosa fare, ero troppo spaventato. Mi sono nascosto dietro alcuni cespugli e sono rimasto in silenzio, stringendo il bambino... stringendo te... sperando che non iniziassi a piangere. Non so per quanto sono rimasto lì. Ho avuto il coraggio di sbirciare tra alcuni rami, solo quando ho iniziato a sentire dei passi pesanti e i singhiozzi di una voce femminile. Il Profeta e la donna stavano tornando indietro e sulle spalle dell'uomo era caricato il corpo insanguinato dello Huai»

«Com'è morto?» la voce mi esce debole come un sussurro, ma il Comandante mi sente lo stesso.

«Mi è stato raccontato solo anni dopo, che stavano tornando verso la nave. Tuo padre aveva seguito il Profeta per farsi spiegare come gestire tutta la faccenda del sigillo, prima che lui ripartisse per le Isole delle Montagne Solitarie, ma sono stati sorpresi da alcuni Huai, che li hanno attaccati»

Mi fisso le mani, stringendole nervosamente. Ian non ha mai voluto dirmi niente sulla morte di mio padre. Mi domando se lui conosca o meno la verità.

«Il Maestro mi ha raccontato un'infinità di volte del coraggio con cui Lahuen lo difese. Della forza con cui combatté per impedire agli altri Huai di raggiungere sua moglie. E te»

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