Cassetta XXXII

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«Eveliiiinnn»
Silenzio.
«Eveliiiinnn»
Grugniti misti a colpi di tosse sottilissimi.
«EVELIIIINNN»
Rumori pesanti di passi ed un cinguettio acuto e dopo un colpo di tosse. Un miagolio, uno starnuto ed un fantastico saluto dalla mia coinquilina.
«Cosa vuoi pachiderma?»

La squadrai da capo a piedi. Aveva un aspetto orrendo devo dire quel giorno. Capelli che sembravano un nido di canarino ed in effetti avevano parecchie piume gialle in mezzo, una maglietta cosparsa di peli di gatto (probabilmente Polpetta l'aveva usata come cuscino)  ed i suoi leggins avevano macchie bianche della tempera. Speravo fosse tempera altrimenti mi aveva nascosto qualche segreto basilare. Tipo se fosse maschio o femmina.

«Ho voglia di fare qualcosa di stupido.»
«Fatti Federico.»
«Qualcosa di più stupido.»
«Fatti Gabriele.»
«Martello pneumatico.»
«Nachos ha la tosse.»
«Nachos ha anche l'asma e Polpetta soffre di obesità.»

Evelin stava camminando in direzione dello scaffale della presenza, ma quando si girò per dirmi qualcosa ci sbatté la testa contro ed urlò un forte "DIO LA SMETTI?". Io ridevo di nascosto. Alzò lo sguardo verso di me e sospirò.

«Cos'é che vorresti fare?»
«Vestiamoci da cowboy e rubiamo gli asini che stavano al museo su Roma. Poi li portiamo dal macellaio.»
«Clar c'è un piccolo problema.»
«Cioé?»
«Dove li troviamo i vestiti da cowboy?»

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La sorella di Martino lavora in un negozio chiamato "Maschere antigas e Costumi da carnevale". Non so quanti clienti attirino a dire la verità, ma non voglio conoscere gli interventi economici di questo locale. Voglio solo comprare un bel costume da cowboy.

Ne provammo a decine e alla fine convinsi Evelin a comprarne per lei uno rosa con gli strass luccicanti. Aveva detto "se devo rendermi ridicola che sia fino in fondo". Io avevo optato per lo stesso completo solo di colore blu elettrico, quindi diciamo che davamo un po' nell'occhio. Ma dopotutto volevo fare qualcosa di stupido no?

Ci avviammo verso il museo dove eravamo andate con Serena e le altre. Sull'autobus una vecchietta gridò ad alta voce che l'Apocalisse stava arrivando, perché in uno dei libri di Giovanni era descritto l'arrivo di persone vestite come noi. Non metto in dubbio che Giovanni fosse un uomo avanti per i suoi tempi, ma dubito che avesse previsto cowboy vestiti di strass rosa e blu. Un gruppo di bambini ci si avvicinò e ci chiese se poteva farsi una foto con noi e se fossimo le action figures viventi di Toy Story.

Io mi divertivo un sacco, ma Evelin non era dello stesso avviso. Aveva già inciampato tre volte ed era caduta su un uomo grasso e sudato sul bus. Non era la sua giornata migliore. Ora capiva cosa significava essere me e probabilmente mi avrebbe lasciato in mezzo ad una strada di lì a poco.

Finalmente eravamo di fronte al museo.
«Allora Evelin qual è il piano?»
«Ma l'idea é stata tua! Dovresti averlo tu un piano...»
«Aeroplanino di carta.»
«Smettila di dire parole a caso.»
«No, il mio piano é fare degli aeroplanini di carta e lanciarli addosso alla guardia lì all'ingresso. Si distrae per leggere l'insulto scritto sopra e noi entriamo e rubiamo un asino.»
«Non mi sembra una buona id-»
«Passami tutti i fogli che hai.»

Scoprii di essere pessima a fare degli aeroplanini mentre mi nascondevo dietro un cespuglio di una pianta sconosciuta e probabilmente potenzialmente velenosa. Ma Evelin era bravissima, così si dedicò lei alla prima parte del piano.

Distratto il controllore entrammo e ci dirigemmo verso le stalle degli asini.
«Cosa avevi scritto lì sopra?»
«Sta per esplodere una bomba vicino al Duomo.»
«Sono seria Clarissa.»
«Anche io.»

Vidi finalmente, dopo tanto tempo, Chucky ed Antony. Ma come erano carini. Aprii il recinto e gli attirai fuori offrendogli delle carote. Antony si ricordava di me infatti mi leccò per bene un braccio. O forse era solo perché lui aveva fame ed io sapevo di vegetale inscatolato. Chi lo sa.

In brevissimo tempo spiegai a Evelin come salire su Chucky e lei lo fece. Solo io sono perseguitata dalla sfiga a quanto pare. Gli animali non mi sopportano, una volta una giraffa aveva cercato di mangiarmi i capelli mentre ero allo zoo con Leo. Devo dirgli di non raccontarlo in giro.

«VERSO LA LIBERTÀ ANTONY! VAI!»
«Ma dove vuoi andare Claaaaaar-»
Troppo tardi Antony e Chucky che sembravano aver risolto i loro problemi sentimentali abbatterono il recinto di legno con una forza che non avrei mai affibbiato ad un asino. E così iniziammo a cavalcare un asino per Milano.

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«Signor poliziotto sono loro! Sono le terroriste!»
Una donna sulla cinquantina con la puzza sotto il naso ci stava indicando e ci stava accusando di essere delle terroriste. Va bene che rapire asini per portarli in macelleria non é il massimo della simpatia, ma da lì ad essere una terrorista ce ne vuole.

«Voi due! Patente e libretto! Dov'è la licenza per guidare asini?»
Io ed Evelin ci guardammo confuse. Esisteva seriamente una licenza del genere? E perché tutti quei poliziotti ci puntavano contro le armi? É considerato un reato capitale in Italia rubare asini?

«Signore non credo siano vere terroriste, cioè il loro look mette paura, ma non penso siano il nostro genere di terroriste.»
«Studente Coltri come fa a dirlo?»
«Ehm, si, vede io le conosco. Sono due sfigate non due terroriste.»

Dopo una discussione accesa fra noi ed i poliziotti ci fecero scendere dagli asini e li condussero lontani da noi. Ancora una volta io ed Antony eravamo stati separati. Federico e Nicola ci vennero incontro, uno vestito con la sua divisa l'altro con una maglietta con scritto "Sarcasm is my water". Apprezzavo i look di entrambi.

«Come mai sembrate la versione country di Bonnie e Clyde?»
«Da quando ci sono così tanti poliziotti vicino al Duomo?»
«Hanno ricevuto un biglietto al museo romano che minacciava di far esplodere una bomba vicino al duomo.»

Io ed Evelin ci guardammo di nuovo e scoppiammo a ridere. Mi appoggiai a Nicola e gli chiesi della sua fantastica maglia. Ci chiesero spiegazioni e gli dissi che le avrebbero ricevute a tempo debito. Evelin prese a braccetto Federico e gli disse che gli avrebbe presentato Antony e Chucky.

«"A volte dobbiamo solo ascoltare la voce di Dio che dice che cosa fare" diceva sempre la mia maestra di catechismo.»
«Tu hai bisogno di andare dallo psicologo, te lo sta dicendo Gesù. Tra poco ti manda un SMS.»

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«Scusa ma tu da dove sei sbucato?»
Assisto con piacere alla conversazione di Nicola ed Evelin.
«Da dove sei sbucata tu vestita in questo modo.»
«Non usare i miei trucchetti. »
«Non usarli tu.»
«Sei insopportabile come i sottaceti nell'hamburgher.»
«A me piacciono i sottaceti.»

Li osservo litigare come due bambini di cinque anni e mi sbatto una mano sul viso, mi sento osservata ma evito di girarmi verso Federico.

«Facciamo un gioco, dite la nota peggiore che avete preso a scuola e chi vince deve passeggiare mano nella mano con Eve e spacciarla per la sua ragazza. Inizia tu Eve.»
«E se vinco io?»
«Niente rimani single, più o meno quello che succede in tutta la tua vita.»
«L'alunna simula un parto con il compagno di banco.»
«L'alunno Coltri lancia fette di prosciutto sul soffitto.»
«Durante la lezione di geometria un piccione entra nell'aula. Mentre tutti i ragazzi si mettono a gridare, l'alunna Della Rosa fotografa il pennuto e cerca di convincerlo ad attaccare un compagno.»
«Questa era davvero bella.»

Faccio una riverenza e sorrido a Nicola. Il gioco non l'ho fatto a caso, so che lui ha qualche asso nella manica. Deve.
«Mentre la classe studia il campo degli uccelli in biologia animale, l'alunno emula i versi delle specie prese in causa. Alla mia richiesta di smetterla, dice che imiterà un altro animale. Imita la mia voce e dice di essere passato alla specie delle vacche.»
«Da quanto state insieme tu ed Evelin, Nic?»

Le Bozze di  DioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora