"Evelin, mettila giù"
"Ti sotterro"
"Con calma"
"Ti ribalto"
"Appoggiala"
"Ti faccio fuori"
"Eve ti ho detto che mi dispiace!"
"NON MI BASTA"Stavo minacciando Clarissa con una bucatrice. Perché? Aveva rotto la cosa più importante della mia vita.
"Si può riattaccare!"
"MA COME HAI POTUTO"Ovvero la mia tazza mucca.
Più o meno era andata così :
Ero sul divano a fare dei buchi in più sulla mia cintura mentre Clarissa era tornata a casa dopo essere andata a pagare le bollette. Aveva sete e da persona gentilissima quale sono, l'ho invogliata a prendersi un bicchiere d'acqua da sola, anche perché ero in una posizione troppo comoda. Del tipo che se muovevo il mignolo del piede la magia sarebbe finita, Ma sto divagando.Apre la credenza ma non c'erano bicchieri puliti, perché in teoria avrei dovuto fare la lavastoviglie, ma a mia discolpa posso dire che ero impegnata a giocare a 'indovina chi' con Nachos, partita che aveva vinto lui.
L'ho fatto rotolare per casa 4 minuti, ma sto divagando ancora.Clar ha incominciato a parlarmi in turco con una punta di rumeno, o almeno è quello che capivo considerato che non la stavo ma neanche lontanamente ad ascoltare, troppo presa dal forare la cighia correttamente, mettendomi a imprecare nella mente dopo essermi bucata un dito. Dio, mi faceva ancora male. È come quando ti perfora una trivella. Anzi, chissà cosa prova il terreno ogni volt-
EVELIN BASTA DIVAGARE.Alla fine, Clar aveva preso la mia tazza, aveva dato una testata all'anta della credenza come al solito, era caduta e la mia mucca aveva fatto il Volo del calabrone di quel russo baffuto.
Oggi Dio si era svegliato male.
Esattamente come me."Vado a prendere l'attacca tutto"
"Hai 5 secondi"
"Dammene 7"
"Quello è per il cibo"Mentre la vidi scomparire in dispensa, potevo intravedere la parola 'shoe' da un coccio di ceramica. Ci avrei tagliato la gola a qualcuno.
"È QUI"
Clarissa corse in salotto con un tubetto di colla accartocciato.
"Stai attenta mentre la ricostruisci"
"Cosa intendi per 'ricosfruisci', non mi aiuti?"
"Ma sei seria?"
"No"
"Infatti"Mi avvicinai alla vetrata colorata.Era primavera inoltrata, valeva a dire: polline, insetti, fioriture ma soprattutto, allergie.
Dannazione a Maggio.Dalla camera squillò il mio cellulare, facendo risuonare in tutto l'appartamento la sigla dell'albero azzurro.
"Ma mi spieghi perché la cambi sempre?"
"Palra Adventure Time"
"Rispondi"Volai leggiadra verso la scatola tecnologica rumorosa. La mia testa mi incoraggiava a scaraventarla su qualcosa per romperla, ma i miei risparmi un po' meno.
Tornai alla vetrata."Pasticceria d'asporto, mi dica"
"Da quando lavori in una pasticceria?"
"Ogni volta in un posto diverso"
Sentì Clarissa lamentarsi."Oggi andiamo al luna park"
"Buon per voi"
"No, 'andiamo' quindi anche tu"
"Ti attacchi al cazzo"
"Evelin"
"Nicola"
"Smettila mi sciupi il nome"Clar continuava ad agitarsi, ma al momento con lei ero arrabbiata peggio di un orso Grizzly.
"Solito posto, stessa ora"
"Eh no, non fare come nei film americani dove tutto è dato per scontato"
"Dal gelataio Gustavo per le 2?"
"Che ironia"Dietro di me, la mia amica lanciava maledizioni in mandarino. Ma tutte ste lingue dove le aveva imparate?
"Devo portare anche la distruggi mucche?"
"La che?"
Gli chiusi il telefono in faccia prima di girarmi verso Clarissa.La ritrovai con un dito nel naso, una mano sul tappeto, il pollice del piede sul divano, l'indice nell'ombelico, il culo sulla mia cintura e una ciocca di capelli sugli occhi a fargli da benda per Mosca cieca, Il tubetto di attacca tutto distrutto e la mia tazza ancora rotta.
"Aiutino?"
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Eravamo arrivati al luna park da circa due ore, e starnutivo da circa sette.
"Santo Dio onnipotente del Guatemala"
"Evelin ci sono dei bambini"
"Zitta te"
"DAI"Stavamo decidendo tutti insieme a quale attrazione partecipare, anche perché come tutti gli horror, e anche Scooby doo, ci insegnano, mai dividersi. Anché perché il nostro QI sommato, non sarebbe bastato a non perderci.
"Ruota panoramica"
"Che barba"
"Ma di chi?"
"Che pessima"
"Tiro al bersaglio"
"Posso tirare a Clarissa?"
"SMETTILA EVE"
"Montagne russe"
"Quello delle papere"Ci girammo verso Edoardo.
"ERA IL MIO PREFERITO QUAND' ERO PICCOLO OK?!"
"la casa delle streghe"
"Quello degli specchi"
"Andiamo lì, così posso ripassarmi il rossetto"
"Serena. No."
"I tronchi"
"Ma secondo te siamo castori?"
"Quello degli anelli"
"Ho una mira di merda"
"Gli autoscontri"
"Il bruco mela"
"Samuele. Quello che ho detto a Serena"
"Ok dividiamoci"
"Mi sembra giusto"
Lo sapevo che saremmo finiti a quello.Clarissa e Federico erano andati allo stand degli anelli, Alice e Edoardo a pescare le papere, e vabbè, Serena e Martino al labirinto degli specchi, Andrea e Leo ai tronchi, Irene e mio fratello alla ruota panoramica e io e Nicola al tiro al bersaglio.
Gabriele era andato sul bruco mela.
Che tristezza, gli serviva una ragazza."Ma che facevi da piccola? Cacciavi conigli?"
"In realtà cinghiali"
Nicola mi guardava sbalordito.
"Ricordami di non farti arrabbiare"
"Nah tranquillo, non mi serve un fucile in quel caso"
Si allargò il colletto della camicia.
"Se non ti conoscessi, penserei tu sia seria"Sparai un colpo verso l'ultima lattina, che cadde piegata perfettamente a metà.
Dovevo vincere quel manuale delle giovani marmotte che avevo visto sull' alzatina."Tu sei una mezza sega"
Nicola aveva si e no buttato giù 3 lattine e come ricompensa aveva ricevuto un libretto con delle parolacce da colorare.
Molto carino.
"Andiamo sulle montagne russe?"
"Intendi l'incontro di due zolle fatte di ferro con alte probabilità di morte?"
" Emh, credo di si?"
"Ma non l'hai mai visto detective Conan?
Tu sei tutto scemo"
"Tu sei bella come la mattina di Natale"
"Tu noioso come i semini nell'anguria"Fummo interrotti dall' inserviente dello stand.
"Ecco a lei"
Mi porse il manuale, che avrei sistemato sotto delle lucine avanzate dal kit del water sul mio comodino, per poi incamminarmi con Nicola per raggiungere Clarissa e Federico.
"Mi stai dicendo che non sei mai salita sulle montagne russe?"
"Se vuoi salgo su qualcos'altro"-
Una volta arrivati dagli anelli, Nicola mi indicò cip e Ciop parlottare.
"Preferiresti che ti schiaffeggiassi il culo?"
"Non c'è niente da schiaffeggiare allora"
Mi avvicinai
"Io avrei detto 'semmai la tua faccia' ma anche così può andare"Riuniti tutti davanti al camioncino del paradiso, rinominato da me e Clarissa così considerato l'enorme varietà di cibo spazzatura, ci sedemmo sul bordo del marciapiede lì davanti, mettendoci a raccontare cos'era successo durante la giornata.
"Edoardo ha lanciato la canna da pesca troppo lontano, smutandando il signore che dava i regali alle bambine"
Alice di ficcó un corn dog per non morire dal ridere."Leo è caduto in acqua, per poi essere investito dal tronco dietro"
"Io e Martino stavamo facendo un gioco erotico, ad ogni angolo svolto mi toglievo qualcosa. Ad una certa ha dato una facciata contro il vetro e ha perso i sensi"
Non ho parole."Ienre si è messa a litigare con gabbiano che si era fermato sopra la nostra cabina"
"Clarissa ha vinto delle mutande a forma di catus. Fa già ridere cosi".Ma io avevo una domanda che mi frullava in testa peggio di un frappè da quando avevo dato una gomitata al cicione con il fucile in mano vicino a me.
"Ma se il vino rosso è il sangue di Dio, il vino bianco-"
"E DIREI CHE CI FERMIAMO QUA"
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Le Bozze di Dio
Novela JuvenilAvete presente l'aria fresca che ti scompiglia leggermente i capelli, il calore del sole che ti bacia la pelle e i rumori dei bambini che giocano in sottofondo? Nel Caso di Clarissa e Evelin sarebbe un getto d'aria dritto in faccia e su per le naric...