Cassetta LXXVI

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«Evelin, ma ci pensi che tra un mese Alice si sposa ed io e te non sappiamo ancora cucinare una lasagna al forno?»
«Ma ci pensi che Leo e Andrea sono andati a convivere e non hanno voluto adottare un gattino? Giacomo il Minore cerca ancora casa.»
«Forse dovrebbe andare su Immobiliare.it»
Evelin mi tirò un cuscino in faccia e poi grugnì. Si stava per trasformare in un maiale, cercai Circe in tutto l'appartamento ma non la trovai. Deduco sia la sua natura allora.

Mi alzai dal divano e sculettai a destra e sinistra fino ad arrivare al ripiano della cucina. Sentii qualcosa sfregarsi sui miei piedi e pensai fosse Polpetta, ma poi notai un gatto seduto vicino alla confezione di croccantini che se la stava sgolando. E si, quel gatto era Polpetta. Ma allora cosa si strusciava sulle mie gambe? Quale cazzo di animale aveva preso Evelin? Tossii leggermente e mi rivolsi alla mia coinquilina.

«Eve, hai preso una altro gatto?»
«No, perché?»
«Perchè qualcosa fa le fusa sulle mie gambe.»
Evelin guardò la gabbietta di Nachos, ma vide che era chiusa ed il canarino era dentro. Fece un passo verso di me e rivolse lo sguardo verso il basso.
«Clarissa ora non urlare va bene? Quello che fa le fusa è un top-»
«AHHHHHHHHHHH! UN TOPO!»
Saltai tipo Leonardo delle tartarughe ninja sopra l'isola della cucina e afferrai una padella. Nel farlo il topo che era attaccato ai miei piedi prense il volo e finì sulla spalla di Evelin.
«AHHHHHHHHHHH! UN TOPO!»
Evelin iniziò a ballare la Macarena come nella baby dance dei villaggi turistici per staccarsi di dosso quel figlio del demonio. Il topo si staccò, portandosi via una ciocca di capelli di Evelin, e cadde sul pavimento con un "pop". Evelin saltò sul divano e prese il mio libro di filosofia come arma.

«È SOLO COLPA TUA! Sei tu che non hai buttato la spazzatura Clar!»
«Non è vero! È colpa tua che hai lasciato il cibo del gatto per terra, perché non avevi voglia di pulire!»
«Hai detto gatto?»
Ci girammo contemporaneamente verso Polpetta che si stava ancora ingozzando di crocchette, mi chiedo ancora adesso come non sia esploso. Scommetto che se lo bucassi con ago uscirebbero solo crocchette, nemmeno sangue o ossigeno.
«Polpetta mangia quel coso peloso.»
«Miao?»
«Non chiamare così il tuo reggiseno da Bigfoot.»
«Sto per perdere le speranze. L'unica cosa che è capace di fare quel gatto è mangiare.»
«Miao»
«Al massimo ci salta sopra al topo e lo soffoca con i suoi strati di grasso.»
Evelin allungò una mano e tirò per la coda Polpetta, lo prese con due mani, lo alzò in aria come nel film Il re leone e lo lanciò addosso allo yo-yo peloso che girava per l'appartamento. Il mio gatto rimbalzò e fece strike mandando al tappeto tutte le bottiglie a forma di Winx con la vodka dentro. Peccato quella di Bloom aveva la vodka alla pesca. Il topo si avvicinò ed iniziò a bere la vodka seguito da Polpetta. Il mio gatto ubriaco è qualcosa che è meglio non vedere, l'ultima volta aveva iniziato a miagolare Jingle Bell ed eravamo a luglio.

«Passami il cellulare che chiamo un disinfestatore.»
«È la prima frase intelligente che hai detto in tutta la giornata Clar.»
Evelin prese il suo cellulare e me lo lanciò, io lo scambiai per una pallina da tennis e lo colpii con la padella usandola come mazza da baseball. Il cellulare sbatte contro il muro e cadde a terra, iniziò a suonare It's now or never. Almeno funzionava ancora.
«PERCHÉ LO HAI FATTO?»
«Se usi una cover verde fosforescente non aspettarti che io non scambi il tuo cellulare per una pallina da tennis.»
Evelin mise un piede per terra per avvicinarsi e strozzarmi, ma subito le passò vicino il topo. Gridò e tornò al suo posto, mentre il topo messaggiava con il suo cellulare. Per me scriveva con Nicola.
«Passami il mio cellulare con una cover normale.»
Eve lanciò il mio ed io lo presi come si prendono i pancake con la padella dopo averli fatti roteare in aria. Una volta mi si erano appiccicati al soffitto, ma é meglio non ricordarlo ad Evelin. Cercai di internet un disinfestatore e cliccai il primo numero sulla lista.

«Salve ho bisogno del suo aiuto, un topo gira in casa mia e il mio gatto é una palla di lardo che non sa correre.»
«La linea al momento é occupata, la richiameremo appena possibile.»
«No aspet-»
La telefonata venne attaccata ed io urlai in russo, iniziai a saltare sull'isola e Nachos spaventato fece cadere la gabbietta. Il topo smise di messaggiare con Nicola e si avvicinò alla palla di piume.
«Miao?»
«ODDIO NO! Polpetta dice che il topo vuole mangiarsi il mio canarino!»
«Smettila di dire queste cazzate felino in sovrappeso e uccidilo.»
«Miao miao miao.»
Polpetta si girò dall'altro lato con sguardo sdegnato, stava ancora assaporando la vodka e sperai gli andasse per traverso. Il mio telefono vibrò ed io controllai subito lo schermo. Avevo una notifica.
«Clar rispondi al disinfestatore su.»
«Non é il disinfestatore...»
«Chi é?»
Girai lo schermo nella sua direzione e lo vide. Instagram, ragazza di ventidue anni, lesbica di Torino. Mi aveva appena contatta per chiedermi se fossi disponibile per una sex chat. MA ANDIAMO.
«CI RENDIAMO CONTO CHE ATTIRO PIÙ RAGAZZE CHE RAGAZZI?»
«É la numero? Tre, quattro?»
«LA QUINTA»
Lanciai il cellulare al topo e lo presi in pieno, questo mezzo tramortito fece una capriola e  lasciò stare Nachos che si era fatto la pipì addosso.
«Direi missione compiuta.»
«Finiró per mettere la faccia fra le gambe di una ragazza prima o poi, se non mi sposo Federico»

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«Ma non ho ancora capito come mai hai il tuo cellulare ha preso la forma di un tramezzino al tonno.»
«Perché questa gran cogliona Martino, ha pensato fosse una pallina da tennis e lo ha colpito con una padella.»
Federico mi prese la testa e si mise ad accarezzarla sussurrando una canzoncina di Aladdin anche se sapeva perfettamente che preferivo la Sirenetta. Che incompetente.
Leo, Alice, Irene e Samu stavano giocando a Risiko e si litigavano il possesso della Russia citando date a me sconosciute su morti e guerre durate meno della mia dignità, Andrea, Gabriele e Nicola si lanciavano il cellulare di Evelin o meglio la pallina da tennis, Eve e Martino continuavano a parlare di topi e il modo migliore per cucinarli. C'era qualcosa che non quadrava, non sentivo il solito suono della solita oca selvatica che si accoppiava con una gallina tipico delle nostre uscite di gruppo: Serena era seduta sulla poltrona verde, non come la pallina da tennis e nemmeno verde vomito, e stava guardando male Evelin. Se uno sguardo avesse potuto uccidere il suo non lo avrebbe fatto comunque visto che Evelin é chiaramente un androide e non può morire. Indicai la scena a Federico che mi fece notare come Serena fosse vestita simile ad Evelin e come fosse seduta nella sua stessa posizione. Oh no. C'era un altro androide programmato male. Feci segno a Federico di passarmi il vaso sul tavolino per usarlo come microfono.

«Ragazzi abbiamo un problema.»
«Hai di nuovo fatto esplodere la macchina?»
«No, peggio.»
«Oddio hai ordinato un perizoma ghepardato di colore rosa senza abbinarci il reggiseno.»
«No, peggio ancora. Qualcosa di orribile.»
«Il frutteto che hai vinto é stato attaccato dalle cimici cinesi.»
Tirai una scarpa ad Edo che la schivò con non so quale nonchalance. Cazzo era il mio sandalo preferito.
«Ci sono due impostori fra di noi.»
«Stai citando Among us? Quel giochino demenziale?»
«Martino lo sai perfettamente che noi siamo più demenziali. Loro sanno chi sono e ci vogliono eliminare.»
Girai intorno al tavolo e guardai tutti con circospezione assottigliando lo sguardo. Serena scostò il suo verso le pantofole di Alice.
«AHA! Sei tu!»
Evelin indicò Serena. Non sapeva proprio giocare ad Among us, doveva vincere non perdere.
«Perché mi accusi? E se fossi tu?»
«E se foste entrambe?»
Si levò un coro generale di "uhhh" e di "pesanteee", pesante come il cemento che mi era caduto addosso quando la mia vecchia casa era stata demolita.
«É chiaro che é Serena l'impostore, ha distolto lo sguardo quando l'hai fissata.»
«Certo che l'ho fatto! Le stavano uscendo le pupille dalle orbite, metteva ansia!»
«Miao miao, miao miaaao miao.»
«Polpetta dice che é Evelin, perché é la prima che ha attaccato qualcuno.»
Tradussi per tutti e mi ringraziarono. Si misero a pensare grattandosi il mento, almeno il loro non assomigliava a quello di Thanos.
«Serena sei tu chiaramente, smettila di negare, hai anche ucciso Alice »
Evelin la indicò, Alice si era addormentata. Fungeva da finto morto perfetto.
«NO. LA HAI UCCISA TU!»
«NO SEI STATA TU.»
«É STATA SERENA.»
«É STATA EVELIN.»
«MIAO MIAO.»
«LO DICE PURE POLPETTA CHE SEI LA COLPEVOLE!»
«NO, N O.»
«MIAO»
In poco tempo si azzuffarono, Serena gridava "Waka Waka" ogni volta che si faceva male ed Evelin chiamava un dio greco diverso ogni ciocca di capelli che le veniva tirata. Il mio gatto si unì alla rissa, Nicola tifava per la sua ragazza, Martino per la sua, Alice dormiva ancora e Samu gestiva un giro scommesse. Puntai un euro su Evelin. Le suole delle scarpe di Serena finirono sulla faccia di Evelin, la faccia di Serena sul suo sedere, anche Nachos iniziò a cinguettare.
«CIP CIP»
«MIAO MIAO»
«CIIIIP»
«MIAAAAO»
«CIP CIP CIP»
«MIAO»
La porta sbatté ed entrò qualcuno.
«BAU BAU»
Era Pietro con un vitello in braccio. Strano pensavo facessero un verso diverso i cuccioli della mucca. Vide la scena e continuò a far passare lo sguardo da me alle due lottatrici. Improvvisamente Polpetta non aveva più da lamentarsi sulla bassa qualità di scatolette che Evelin comprava.

«Clarissa, non ti avevo bocciato l'idea del circolo scommesse?»
«Stavamo giocando ad Among Us nella realtà.»
«Miao bau cip cip cri cri chirichí. Chi era l'impostore?»
Evelin gridò Serena, Serena gridò Evelin. Alla fine si rivelò essere Edo insieme a Leo. Che gran bastardi.

Le Bozze di  DioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora