Sentii dei passi per la mia camera ma avevo un emicrania talmente forte che anche se fosse stato un ladro gli avrei dato il permesso di rubare e indicato la cassaforte con un dito. Non riuscivo ad aprire gli occhi.
"Evelin"
"È tutto sotto il bidet"
"No Evelin sono io"
"Mi sta chiamando il Signore?"
"Alzati, merluzzo delle caverne marine"
"Clar non parlami di pesci"
"Te lo sbatterei in faccia"
"Congelato magari, in fronte"Mi girai dall'altra parte creando un bozzo di lenzuola attorno a me. Magari mi spuntavano le ali davvero. Azzurro San Patrizio, grazie.
Clarissa si avvicinò al mio covo posandomi la mano sulla fronte. Era ghiacciata.
Non è che era il pesce davvero?
"Oddio Eve, hai la febbre? Ma è venuta così di botto? "
Aprii gli occhi verso la luce. Poteri del cielo, accoglietemi nelle vostre braccia.
"No guarda scusami mi sono dimenticata di dirtelo, mi ha avvisato ieri"
"MA AVEVO PROGRAMMATO DEI PIANI PER OGGI"
"Tipo rimanere a morire sul divano con la tisanina di Leo dentro la mia tazza maculata? Si"
"No. Tipo nuotare dentro una fontana o raccogliere le monetine con una canna da pesca fatta di bambù"Mi tirai in sù, poggiando la schiena contro il cuscino. Magari fosse stato una nuvola di zucchero filato brillantinate.
"Stai ferma, vado a prenderti il termometro"
"Te lo lancio nell'orecchio"
Sbuffó uscendo dalla stanza, come feci io.
"EVELIN C'È UN GOBLIN IN CUCINA"
"Clar."
"ODDIO, EVE SEI LI DENTRO?"
"SONO IO"Mi lanciai come un fagiolino sul divano, avvolta da una coperta verde col pelo che Clarissa aveva preso in saldo. Secondo me l'aveva rubata davanti a una porta del vicinato. Quel tappetino di erba sintetica puzzava di salsiccia.
O forse polpett-
La lanciai sopra Clarissa.
"Perché sa di salame?'
"Il tuo olfatto fa schif-"Mi ficcó il termometro in bocca, perciò mugulai.
"Non va sotto l'ascella?"
"In America si fa così. Non ingoiarlo."
"Per chi mi hai pre-"
Mi era andato di traverso.
Clarissa corse dietro di me cercando di farmelo sputare.
Uscì, ma dalla finestra.
"Evelin ti sotterro"
"Sì e sopra mettici il tappetino"Mi buttai per terra, mente lei si sporse per vedere dove fosse finito il termometro.
"Ci è passato sopra una macchina.. no, anche una moto.. un camion...una vecchietta in bici... Una car- UNA CARIOLA?"
"Clarissa. Non urlare o te la faccio ingoiare la cariola."
"Devo comprarne un'altro. Adesso chiamo Samuele, lo aspettiamo e poi vado."Ad una certa partì Il Padre Nostro dal piano di sopra.
"Posso rimanere da sola. Non muoio."
"Tu no. Pietro forse si"La porta si spalancò di botto.
"Tranquillo entra pure"
"COS'È SUCCESSO?"
Io ero nella posizione del bradipo messicano, Clarissa stava palleggiando con Nachos sul divano. O meglio, lo stava, palleggiando.
"In Tibet o in Africa?"
"CLARISSA MI HAI CHIAMATO DICENDO: EVELIN, ASSASINIO, PADRE , FINE DEL MONDO, CETRIOLO E SALSA ROSA"
"Uh me l'hai portata?"
"NO"
"Mi fidavo di te"Lanciai una ciabatta sulla spalla della mia amica.
"Clar. Non potevi chiedere a lui di comprare il termometro invece che la salsa rosa?"
"Lo sai che non l'abbiamo in casa"
"Il tuo QI è pari a un cassetto vuoto"
"Il mio è pieno. Tiè."Mi schiaffeggiai la faccia.
"Quindi che devo fare?"
"Compagnia a Evelin. Ha la febbre e sta male. Io vengo e torno. C'è il contrario, tu non farla avvicinare né ai mestoli né alle presine"
Sbatté la porta alle sue spalle.Samuele si avvicinò con cautela a me. "Dimmi che non mordi"
"È successo minimo quattro volte. Che vuoi che sia."
"Mi hai quasi staccato un dito a cinque anni"
"Tanto si possono ricucire"La mia testa stava esplodendo. Volevo la mia tisanina.
"Samu fammi un panino"
"Ma-"
"Thè. Volevo dire Thè, e vammi a prendere i calzini leopardati dentro l'armadio"
STAI LEGGENDO
Le Bozze di Dio
Genç KurguAvete presente l'aria fresca che ti scompiglia leggermente i capelli, il calore del sole che ti bacia la pelle e i rumori dei bambini che giocano in sottofondo? Nel Caso di Clarissa e Evelin sarebbe un getto d'aria dritto in faccia e su per le naric...