Cassetta XIII

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Avevo appena finito di sbattere il cuscino quando mi suonò il cellulare.
"Pizzeria d'asporto, mi dica"
"Oh no ho sbagliato numero ancora! Ma stavolta l'avevo scritto bene, non è che-"
"Clarissa, dimmi"
"Ti odio quando fai cosi"
"Affetto reciproco"
"Come mai sei già sveglia?".
"La signora dell'appartamento di sotto ha sgridato così forte i bambini che dalla paura ho messo in ordine camera mia".
Silenzio.
"Davvero?"
"Quella donna è il male!
La odio più delle banane"
"E me lo dici così?"
"Cosa"
" Ecco perché sei sempre scontrosa con i ragazzi. SEI LESBICA"
"CLARISSA NON QUELLE BANANE"
"Ma io ci speravo. Potevo aggiungerti alla mia lista lgbt."
"Hai amici gay? Presentameli ti prego. Così ci mettiamo lo smalto tutti insieme e diventiamo le Pink lady"
"Eheh, tempo al tempo, vabbè cosa dovevi dirmi?"
"Mi hai chiamato tu idiota"
Aprii il cassetto del comodino. Mi servivano dei fiammiferi per accendere una candela profumata. La mia casa sapeva di insetto stecco. Morto.
"Mi stavo chiedendo due cose:
La prima, come si fa ad aprire una scatoletta di tonno?"
"Sbattittela sulla testa fino a che non senti crack. Se è il metallo spaccato bene, se quello spaccato non è quello, ma il tuo cranio, beh vai all'ospedale"
"Geniale. Dopo ci provo, secondo, hai mai provato a starnutire con gli occhi aperti?"
"Mi hai chiamata per questo?"
Tirai fuori un fiammifero facendolo strisciare contro il muro. Ah, fuoco.
Mi sentivo molto un australopithecus.
Poi bloccai il cellulare tra la spalla e l'orecchio per accendere sta cinesata regalata da mio fratello. Che regalo di merda.
"Ma si! Immagina- no aspetta ci provo"
"Ma vai a sbatterti il tonno piuttosto"
"Secondo te, se mi struscio Polpetta sotto il naso starnutisco?"
Probabilmente si.
"Ma se vuoi sprecare il tuo tempo così, piuttosto, conta tutti i numeri del pigreco. Almeno ti rendi utile per la società"
Sentii una botta e un lamento. Era andata a sbattere ancora contro lo sportello della credenza. Perché non lo chiudeva?
"Ma sono infiniti"
"Clarissa solo due cose sono infinite:
L'universo e la stupiditá umana, ma non sono sicura del primo".
Stavo fissando il fuoco bruciare man mano il bastoncino, chissà se aveva caldo.
"Mi stai dando della stupida? No perché.."
"NO"
"NO COSA?"
"IL FUOCO NON HA OMBRA"

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"Smettila di guardarlo"
Clarissa era arrivata da me con un bernoccolo sulla fronte. Un grosso mirtillo.
"Ma è enorme. Come te lo sei fatto?"
Te l'ho detto. Stavo salvando il mondo da un invasione zombie"
"Ora dimmi la verità"
"Ho impedito a Polpetta di ficcarsi dentro il water, ma sono scivolata."

Il bowling era pieno. Troppa gente per i miei gusti. Ma c'era un compleanno? Oh no, bambini. Ma non si erano tipo estinti?
Rivoglio i mammut.
"Evelin, ora noi ci giriamo e poi corriamo verso l'entrata ok?"
Clarissa stava guardando qualcosa davanti a lei che io però non riuscii a capire.
Se ero scema. Prima regola dei film horror: SEGUIRE IL CONSIGLIO.
"Hi, Girls! anche voi qui?"
Serena era davanti a me, con un top fucsia, rinominato da me come rosa troia, e Gabriele alla mano.
"Cosa? No, siamo solo un'illusione"
Mi scoccó un'occhiata cercando di essere minacciosa ma sembrava solamente un pesce blob.
"Volevamo fare una partita ma a quanto pare è pieno"
Brava amica mia, SALVACI.
"Non c'è problema! Puoi, potete, unirvi al nostro gruppo"
Ci spinse fino a raggiungere un ragazzo e una ragazza.
"La biondina qui è Alice, la sorella di Lele, mentre lui è loro cugino, Martino. Viene da Roma capite? CAPITE?"
Se urlava ancora una volta finiva che la lanciavo come una palla contro i birilli, per poi farglieli ingoiare uno a uno mentre mi ripeteva le fasi della fotosintesi clorofilliana.
"Allora? Vi unite?"
Clarissa mi guardò spaesata.
No. Dicevano i miei occhi. Un grosso. Grossisimo. No.
"Si"
Ma cazzo.

In complesso erano simpatici.
Alice era molto socievole e loquace, ottimale ma stancante.
Martino era un caso umano come suo cugino. Se non me lo avessero presentato tale avrei fatto due più due. Niente, avevamo assodato fosse genetica.
"Evelin posso chiederti una cosa?"
La timidezza di Alice era disarmante ma apprezzavo molto che non fosse sfacciata e scema come suo fratello.
"Spara"
"Perché Evelin?"
Ma perché quella domanda. Era troppo personale il significato.
Non sapevo cosa rispondere. Pensa Evelin. Fai correre il criceto. Veloce, veloce, veloce.
"Cavatappi"
"Eh?"
"Cosa?"
"È che, non volevo sembrare indiscreta ma, faccio psicologia all'università, e sono dell'idea che per capire a pieno una persona sia necessario sapere la sua storia"
"Hai detto psicologia?"
IL PRETE.
"Dammi il tuo numero. Mi servirai a breve"
"Cosa inten-"
"Ragazze!"
Clarissa ci corse incontro, dopo aver portato insieme a Martino e Gabriele le scarpe apposite al bancone.
" Tra un po' di giorni c'è la festa di quartiere, quella d'autunno, andiamo insieme?"
Oh no.
"Io devo incontrarmi con il mio fidanzato direttamente là. Se volete vi accompagno però"
"Clarissa, ti ricordi quella cosa che ti ho detto..."
"Quella sul mentecatto o sull'anatra?"
"Quella sulla concentrazione di PERSONE"
Mi fece il verso.
"Ma su, ci divertiamo! Ci saranno  le castagne, la cedrata, il vinbrulè, i ragazzi e soprattutto , LO SCIVOLO GONFIABILE"
La guardai risoluta.
"Se vieni ti regalo una lampadina notturna da attaccare al water"
Questo si chiamava barare.
"Quella lilla?"
Fece una faccia addolorata dopo aver sbiascicato un debole si.
"A che ora è?"

Le Bozze di  DioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora