Cassetta LXIX

2 1 0
                                    

"Ma secondo te Achille e Patroclo stavano insieme?"
"Che la società ci mente, è abbastanza chiaro"

Alla fine della storia Achille e Beatrice se ne sono tornati nella valle fatata a calci in culo, Clarissa ha un frutteto di agrumi al colore piscio di zebra e Andrea ha fatto i conti con un attacco acuto di gelosia morbosa.
Dovrebbe imparare da me, io si che so controllarmi.
No alla violenza ragazzi.

Essendo pomeriggio inoltrato e con zero ore di sonno alle spalle, i nostri amici sono andati in letargo per almeno due mesi così io e Clar ci siamo buttate di faccia sul letto.

"Voglio aprire uno zoo di rane"
La sentii mugolare.
"Hai già un bosco di limoni. Mutati."
"Sai dov'è?"
"Cosa?"
"La pennetta USB al sugo"
"Che ne dici del salmone?"
"IL FRUTTETO EVELIN"
"Ti ricordi cosa abbiamo detto sugli scatti alla rabbia di cane? Vero?"
"IN TIBET, CAPISCI? COME STRA MINCHIA CI ARRIVO IN TIBET IO?"

Alzai la faccia dal copriletto.
"Come vanno i tuoi corsi di yoga?"
"Non cominciare"

Dal letto al tappeto era un attimo. La nostra indole a stare più vicino all'Inferno che al Paradiso mi spaventava un po'. Ma esattamente il Purgatorio dove stava? In mezzo? Chissá se Pietro mi avrebbe spiegato la faccenda con dei disegnini. Che poi è tutta colpa di Dante, invece che svenire ogni volta per Beatrice avrebbe potuto prendersi una bella iniezione di caffè e non rompere il cazzo.

"Sai cosa ci vuole?"
"Un barattolo di cetriolini all'odore di cerbiatto?"
"Una rinascita interiore"
"Usa il sapone in bagno, ma non quello bianco, non è ciò che sembra"

Clarissa mi guardò scettica.
"Forse P3 ha dell'acqua santa alle rose per la tua anima"
"Evelin, intendevo un centro benessere"
"Dici che lí ce l'hanno?"
"Lanciami il cellulare"

Ma ero troppo stanca per muovere un muscolo, percui mi limitai ad allungare la gamba e a spostarmi di due millimetri al secondo aggrappandomi con il piede ai miei ultimi neuroni.
"Ho capito"
Clar si alzò, aveva capito davvero.

"Centro benessere 'festes Gesäß', mi dica pure"
Clar allontanò l'orecchio.
"Ma è spagnolo?"
"Ma che ne so. Ho fatto tedesco, io"
"Salve, vorrei prenotare un servizio completo per due persone e lo so che non sembro maggiorenne, ma madre natura ha dei preferiti e neanche Dio ha voce in capitolo, anche perché è stato graziato pure lu-"

Strappai di mano il cellulare a Clarissa.
"Abbiamo trovato un posto per domani alle 2, vi può adare?"
"Si è perfetto, la farò benedire dal nostro padre di fiducia, arrivederla"
Spensi il telefono e lo lanciai nel vuoto prendendo in testa Nachos, che si mise a cinguettare convulsivamente manco sotto defibrillatori per poi sputacchiare sul parquet alcuni pezzi di mela avariata.
Clar mi lanciò un'occhiata.
"MA PERCHÉ DEVI FARLO SEMPRE TU "

Mi rotolai due volte a destra e quattro a sinistra prima di trovare la giusta posizione del platano picchiatore.
"Visto che andiamo domani e la mattina ho intenzione di fare un sogno erotico su Capitan america-"
"E Federico?"
"Dettagli. Andrò a cercare la ragione della mia esistenza"
"Che tradotto.."
"Esco"
"Dove"

Clar andò in camera per poi tornare con un paio di jeans.
"A cambiare questi pantolcini"
"Perché?"
"Per la vita"
Le appoggiai una mano sulla spalla.
"Non ti abbattere, anche la mia fa schifo"

---------------------------📼----------------------------

"Clarissa dove sei?"
"In macchina"
"Si ma dove"
"Sono appena uscita dal garage , 10 minuti e ti raggiungo"
"Clarissa"
Presi un respiro profondo.
"SONO VENUTA CON TE"

Avevo rubato la macchina a Samuele? Sì.
Clarissa l'aveva rubata a me? Sì.
Ne ero orgogliosa? Decisamente.
Com'è che era, Occhio per occhio, dente per... Per, emh..
CHIEDO UNA CONSONANTE.
TIBIA. Ecco.

Tre ore di viaggio e la voce di Google Maps che rompeva i coglioni. Ovvero quelle che sembravamo io e Clar dopo aver scritto 'Chiappe sode' sul motore di ricerca.
Che nome mediocre.
Era tutto un po' retrò, con quelle chiappe munite di occhiali da sole disegnate sulle vetrate.
"Siamo sicure che sia questo?"
"Si, perché?"
"Non è una spiaggia per nudisti?"
"Sì, perché?"
"Sei ironica?"
"Sì perché?"
"Lo dirai ancora per molto?"
"Sì perché?"
"Hai un fetish per i piedi"
"Sì, perc- No. Clar, entriamo."

Arrivate dentro c'erano più piante che persone, ovvero eccessiva anidride carbonica che dava alla testa.
"Guarda un colibrì!"
Ecco, appunto.

Ci avvicinammo alla reception.
"Salve, abbiamo prenotato al nome Della Rosa, grazie"
La signorina controllò sul computer prima di sfoggiare uno sguardo che diceva 'tu mi stai prendendo per il culo'.
"Al nome Della Rosa?"
Il mio criceto ci mise un po' a ruotare.
"NON IL LIBRO, SIGNORA"
"SIGNORINA"
"SCUSI, NON MI PICCHI"

Sì risistemò gli occhiali da porno star sul naso, prima di ricominciare a ticchettare con le unghie sui tasti.
Clarissa si stava trattenendo da prenderle la testa e spaccar- NO.
"Ora mentre tu le tieni i capelli, io prendo un'ascia e..."
"Clarissa"
"Fanculo il family friendly, dai!"

Dopo l'idromassaggio, stavamo uscendo dalla sauna.
"Mi sento un fottuto tortellino"
"Un raviolo cinese"
"Prima stavo per mangiarmi l'asciugamano di quel ciccione seduto vicino a te"
Inciampai sulle mie stesse ciabatte di stoffa.
"Non era un enorme e morbido cuscino?"
Dio, non me l'hai fatta dinuovo, vero?
"Verità o bugia?"
"Bugia"
"Un fantastico cuscino"
Oh, dannazione.

Munite di asciugamano e turbante ci sentivamo delle muse greche, un po' più bruttine, meno formose e non greche, ma sempre muse, dai.
"Cosa ci tocca ora?"
"Non lo capisco. Qui c'è un falchetto con un cucchiaio"
"Evelin, gira quel foglio"
Ah.
"Massaggio"
"Oh sì. Sono pronta a farmi modellare come una statuetta di creta"
Non aveva ancora capito che l'argilla era meglio.

Appena entrate nella stanza, un'ondata di vapore ci si schiantò in faccia, facendo sputacchiare Clarissa su un'altra pianta.
Ma che cazzo, avevano distrutto un'intera foresta pluviale o cosa?
La pianta si lamentò.
"EVE LA PIANTA È VIVA"
Quando la nube si dissolse, spuntò una figura idilliaca mandata direttamente dai piani alti.
"Oddio, scusi. Dio non ha ancora preso la mano con i nuovi joystick".
"Scusa?"
"Niente"
L'uomo ci guardo confuso.
"Ehm, io sono Massimo e sarò il vostro massaggiatore per le prossime 3 ore"
"Fai tutta la vita"
"Clar, ti sente"
"Non è vero"
"Sì ti sento"
"Cazzo"

Cercai di salvare la situazione.
"ALLOOORA...Mi sdraio qui?"
"Sì"
"Proprio qui?"
"Si,li"
Ma essendo girato per preparare i sali, lui non poteva vedere il mio dito puntato verso la sua figura alta e muscolosa.
Solo quando si rigirò e io lo spostai verso il lettino accanto.

Massimo andò ad accendere una radio fancedo partire una musica indiana, che Clarissa conosceva per non si sa quale motivo, per poi mettersi dell'olio sulle sue enormi, bellissime e possentissime mani.
Oddio così suonava male, però.

Io e Clar posammo i nostri effetti personali sotto i lettini prima di stenderci a pancia in giù.
Dalla mia prospettiva potevo vedere il naso di Clarissa uscire fuori dal buco del poggiatesta. E stava leccando l'aria.
Ma che-

Quando Clar finì il suo turno e toccò a me, il mio cellulare cominciò a squillare.
ACCIPICCHIARELLA.
Massimo non doveva assolutamente sentire la mia sigla di Jewelpet.
Allungai un braccio tentando ti acchiapparlo da dentro la borsa, mentre il massaggio era ormai, e grazie a Dio, iniziato.

"Chiunque tu sia sparisci, al momento sto per avere un orgasmo"
Dissi sussurrando.
"Evelin?"
Nicola? Oh.
NICOLA?
"MA CIAO!"
"Cosa hai detto?"
"Chi?"
"Tu"
"Ma quando?"
"Ora"
"Ah, sono le sei"
"No intend- Eve"
"La smetti di ripetere il mio nome?"
"Ma cosa stai facendo?"

Clarissa dall'altra parte si mise ad ansimare.
Grazie, donna. Me lo ricorderò.
"Evelin"
"Sì?"
"Dove cribbio sei?"
"Ma un po' qui, un po' la. Dimmi di te, invece"
"Non fare la spiritosa"
"La carismatica?"
"Evelin Renaldi"
"La verità? Io e Clarissa siamo state rapite da un gruppo Indú e adesso stiamo cercando un riparo tra le insidiose vie di un boschetto con, alle calcagna, un clan turco con fucili e frutti rossi. Velenosi ma buoni. ANZI, me ne compri un po' per quando torno?"

Silenzio da parte di Nicola,
Occhiata storpia di Massimo
E sguardo di ammirazione di Clarissa.
Si può sempre migliorare.

"Vuoi che ti compri dei frutti rossi... o i fucili?"
"Quello che trovi, a dopo!"
Buttai giù e voltai la faccia verso Clar.

"Sono simpatici almeno gli Indù?"

Le Bozze di  DioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora