«Clarissa ti squilla il telefono. Rispondi.»
«No é Federico.»
«Clar prima o poi ne dovrete parlare. Comunque o rispondi tu o lo faccio io e gli racconto dei tuoi ippopotami nello stomaco.»Afferrai il cellulare in un nano secondo, ma nel movimento brusco spaventai Polpetta che conficcò i suoi artigli nella mia pancia ed io emisi uno strano verso di disapprovazione. Iniziamo bene.
«Cosa vuoi dalla vita?»
«Che mi regali un pinguino.»
«Parli del gelato di Camogli o dell'animale?»
«Secondo te i pirati a Milano ci sono mai stati?»
«Fammi pensare...AH GIUSTO, qui non c'è il mare quindi direi di no.»
«Ho la mappa del tesoro che ho comprato ai mercatini. Tu ed Evelin alzate il culo e venite qua che sto riunendo il gruppo.»------------------------------🎞️-----------------------------
In realtà non avevo la minima voglia di alzarmi dal divano, soprattutto dopo le mie ferite riportate a causa della litigata con Polpetta. Non aveva preso molto bene quel salto che avevo fatto per agguantare il cellulare.
Evelin mi aveva letteralmente tirato via dal divano. Aveva afferrato un mio braccio e mi aveva trascinata sul pavimento di casa sua, fino alla sua camera dove aveva preso a ciabattate il mio gatto ancora avvinghiato a me. Poi aveva cercato qualsiasi scusa per farmi alzare, ma solo quando scoprii che una delle tappe della mappa era vicina a quella gelateria con l'insegna con disegnati i delfini rosa decisi di alzarmi.
Alcuni decidono con il cuore, altri seguono la testa, ma io seguo lo stomaco. Lui sa sempre cosa é meglio fare.
«Buongiorno principesse.»
«Vorrei essere la principessa sul pisello.»
«Evelin ferma i tuoi ormoni.»
«Samuele molla Sara e mettiti con Irene.»
«Edoardo non mangiarti le unghie.»
«Leo mettiti dei calzini decenti.»
«Mamma torna dall'America.»Tutti si girarono a guardarmi. Cosa avevo detto di strano?
«Non stavamo esprimendo dei desideri sottoforma di ordine?»
Evelin mi guardava disperata, forse si stava chiedendo come mai fosse finita addosso a me quel giorno nel parco. Lei però sosteneva che le fossi andata addosso io. Illusa.«Allora Fede cosa dice la mappa?»
«Beh il primo punto segnato é vicino al Castello Sforzesco, quindi direi di andare di lì.»-----------------------------🎞️------------------------------
«"Verso il tic tac, presto il tempo scorre, vai al tempio delle ossa" ragazzi a me questo indizio non sembra rassicurante per niente.»
«É la prima cosa intelligente che sia uscita dalla tua bocca questa mattina Martino.»
«Eve, ma dai che ti stai divertendo.»
«Uh certo Clar da morire. In senso letterale però. Siamo stati cacciati dal Castello Sforzesco perché Andrea si é dovuto arrampicare su una colonna per prendere un indizio, poi ci siamo fermati in gelateria e ti é venuta la geniale idea che l'indizio riguardasse la Scala. ED IO HO DOVUTO FARE DAVVERO LE SCALE. Serena ed Alice si sono fatte un bagno nella fontana in piazza Marina Posetti per recuperare la moneta magica che aprisse la porta del museo di criminologia che sta in una fabbrica. Ed ora siamo qua.»
«A me piace questo museo... Lo sai che amo Criminal Minds.»
«E a me piace quell'ascia esposta.»A volte diventava davvero intrattabile. Devo dire che alla fine mi era particolarmente piaciuta questa avventura per ora. Per entrare nel museo di criminologia avevamo sfondato una porta sul retro e siccome ci trovavamo a parecchi piani sopra la fatidica scatola dove un Serial Killer chiamato il "Dentista" conservava i denti delle sue vittime avevamo dovuto scendere le scale. Io mi ero seduta sul corrimano ed ero scivolata giù per la scala a chiocciola alzando le mani al cielo e gridando "wiii" come una bambina piccola. Poi ero stata fermata dalla colonna che sosteneva la struttura. E per fermata intendo che ci ero andata a sbattere contro.
Un altro momento emozionante era stato quando avevamo costruito una piramide umana degna di qualsiasi cheerleader americana per acchiappare una delle statuette che ornavano il cornicione del Castello Sforzesco. Poi un poliziotto ci aveva scacciato come pennuti e ci aveva minacciato di denunciarci per una decina di reati che nemmeno sapevo esistessero. Tipo "costruzione illegale di piramidi umane". Quante licenze ci volevano in questo stato?
«LO SO!»
«Hai scoperto come bilanciare quella reazione chimica che c'era nel compito in seconda liceo?»
«No, cretino. Ho scoperto dove bisogna andare.»
«Ditemi che la prossima tappa é un negozio di scarpe.»
«Serena mi dispiace, ma il posto in questione é la enorme cripta della Cattedrale di Sant'Ambrogio.»-----------------------------🎞️-------------------------------
L'ultima volta che ero stata in quella chiesa mi era appena crollata sulla testa casa mia. Volevo vedere se c'era ancora il mio bigliettino con il numero indirizzato a Dio, ma di quello nessuna traccia. Scommetto che qualche cherubino se lo era rubato. Dannazione.
«Okay ragazzi ci dividiamo in gruppi. Alcuni stanno di guardia qua e fanno finta di pregare o pregano davvero, altri controllano l'ingresso alla cripta, altri entrano.»
«Chi ha detto che il capo sei tu?»
«Mia la mappa, mia le decisioni.»
Mi fece una linguaccia ed io gli risposi facendo lo stesso.
«Allora Samuele, Leo ed Edo rimangono qua visto che hanno paura del buio.»
«Non é vero!»
«Allora non mi prendere la mano la prossima volta che facciamo la casa stregata, Samu.»
«Alice, Serena, Martino e Gabriele, la famigliola felice, rimane all'ingresso della cripta. Andrea, Irene e Nicola, io, Clarissa ed Evelin, siamo i gruppi che entriamo e diamo un'occhiata alla ricerca dell'ultimo indizio.»Ci incamminammo dentro, ma già da fuori non era rassicurante il posto. La porta era ricoperta di ossa che sperai vivamente essere di qualche animale e non di frati che avevano concesso il loro scheletro per "abbellire" l'ingresso. E dentro non era meglio. Vorrei tanto essermi portata quell'ascia di cui parlava Evelin.
«Se vuoi puoi tenermi la mano Clarissa.»
«Cretino. Sento puzza di demoni.»
«Forse é solo l'alito di Federico.»
«Eve-»
Venne interrotto da un urletto sottile. Mi stavo preoccupando adesso.«Irene stai bene?»
«Non ero io, era Nicola.»
«Puahahahaha»
«Evelin se ridi così non aiuti l'atmosfera.»
«Scusate piccioncini vi lascio soli allora, mi unisco al gruppo di maschi alfa.»
«Non ti azzardare a lasciarmi con lui in mezzo ad un gruppo di morti.»
«Se ti fossi portata il libro magari avremmo potuto chiamare un demone che lavasse i piatti...»
STAI LEGGENDO
Le Bozze di Dio
Ficção AdolescenteAvete presente l'aria fresca che ti scompiglia leggermente i capelli, il calore del sole che ti bacia la pelle e i rumori dei bambini che giocano in sottofondo? Nel Caso di Clarissa e Evelin sarebbe un getto d'aria dritto in faccia e su per le naric...