𝐂𝐇𝐎𝐂𝐎𝐋𝐀𝐓 | 𝐤𝐭𝐡 [◌]

𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐕𝐄𝐍𝐓𝐈𝐍𝐎𝐕𝐄

«Taehyung, bastardo figlio di puttana, dove nascondevi quest'angioletto?»

Era paralizzata, c'era qualcosa, l'aria che alleggiava in quella stanza forse che rendeva tutto così strano e spaventoso per Riye. C'era qualcosa che la faceva sentire spaesata, che la faceva preoccupare.

C'era qualcosa che non andava e lo capiva dallo sguardo di Taehyung, lo capiva dal modo in cui quell'uomo la guardava.

«Vieni qui, principessa, non fare la timida» fece quell'uomo e Riye non potè far altro che sentirsi più a disagio. Si alzò, camminando verso di lei come un predatore, lentamente e con gli occhi fissi su di lei, la studiava e si leccava le labbra mentre lo faceva.

Fu quando a meno di un metro da lei Riye fece un passo indietro, puzzava di fumo e un po' di alcol.

«Grazie» la voce era bassa e roca, prese il bicchiere dalle sue mani e lo portò subito alla bocca. «Fatti guardare» disse poi allungando una mano per portarla sul suo viso.

Prima che potesse toccarla però un corpo si mise tra lei e quell'uomo. «Basta così, Ulhan. Torna a sederti»

«Oh, andiamo non fare così Taehyung» l'uomo gli diede una pacca sul petto, «fammi vedere questo bell'angioletto»

«Ho detto basta così» ripetè con tono fermo ed autoritario. Non lo aveva mai sentito così. Nemmeno le volte in cui si era arrabbiato con il suo buttafuori e poi con Katana, quelle volete era arrabbiato ma in quel momento la sua voce tremava un po' perché aveva paura.

«Cos'è la vuoi tutta per te?»

«Non devi toccare le mie dipendenti, lo sai» ringhiò e la ragazza sollevò un sopracciglio confusa dalle sue parole.

Dipendente?

Strinse le labbra in una linea sottile decidendo di non dire nulla, c'era sicuramente un motivo per cui Taehyung aveva detto quella cosa e lei non se la sentiva di contraddirlo.

Stava iniziando a sentirsi davvero a disagio ed aveva un po' di paura. Sollevò una mano stringendola attorno alla camicia di Taehyung e quando lui portò una mano dietro la schiena per liberarsi dalla sua presa Riye si sentì morire.