𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐔𝐍𝐎

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Riye non si era mai considerata una ragazza ansiosa ma in quel momento non poteva negare di esserlo

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Riye non si era mai considerata una ragazza ansiosa ma in quel momento non poteva negare di esserlo. Non era un segreto per nessuno che Nina, il suo capo, provasse antipatia nei suoi confronti quindi essere chiamata nel suo ufficio senza un motivo per cui andarci la stava facendo andare fuori di testa.

Quella volta sarebbe stata sicuramente licenziata, di quello Riye ne era più che sicura anche se non aveva idea del perché sarebbe potuta essere licenziata. Min Nina aveva provato antipatia nei suoi confronti dal primo momento in cui l'aveva vista, da quando mesi prima era stata trasferita dal suo vecchio capo per andare a lavorare dalla donna tanto bella quanto stronza.

A Riye piaceva il suo vecchio lavoro più che altro perché lì le persone la trattavano bene, era stata trasferita perché il suo sogno non era essere una semplice agente della polizia ma desiderava diventare una detective e la migliore a Seoul, o per meglio dire in tutta la Corea del Sud, era proprio Mina. Il suo vecchio capo credeva in Riye ed aveva insistito tanto per farla assumere da Mina e forse per quel motivo la donna la odiava.

Da quando Riye si era trasferita da lei era stata trattata da tutti come una segretaria o come un'assistente personale.

«Riye vai a prendere dei caffè»

«Te lo avevo chiesto con la panna»

«Stampa quei fogli»

«Porta quei fascicoli a Mina»

«Non hai ancora chiamato l'avvocato?»

Lei non era stata trasferita da Mina perché sognava di diventare una segretaria, senza offesa per le segretarie, ma non era il suo sogno, il suo sogno era diventare un detective da quando suo fratello maggiore era scomparso all'età di ventun anni.

Aveva tredici anni quando suo fratello scomparve e lei, dopo aver visto il modo in cui gli agenti avevano svolto le indagini, aveva sognato di diventare lei stessa un'agente.

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