Capitolo 10

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Nevaeh

Le parole di Nathaniel riecheggiano nella mia testa e onestamente non so più cosa pensare di lui. La colpa è soprattutto mia, che mi ostino mettere il dito nella piaga e farlo arrabbiare, non provo divertimento nel farlo arrabbiare, ma in come reagisce. Non so dove trovo il coraggio di contraddirlo ogni volta, è come se mi venisse d'istinto cercare di tenergli testa.

Ho avuto paura quando ho visto quell'uomo legato alla sedia e ridotto in quel modo, ma non per la mia incolumità, ma per il poveretto che sembrava un animale al macello. Paura per il suo destino. Non ho idea di quello che sia successo quando sono svenuta, ma sicuramente nulla di buono.

Sono passati tre giorni da quella sera, non l'ho visto a scuola, cioè ho evitato di andare in caffetteria e di entrare in aula dopo dell'inizio della lezione, nonostante la curiosità di Mads sul mio comportamento.

Sono tre giorni che evito le sue domande e Alex che mi sta opprimendo per via di mia sorella. Non voglio coinvolgere anche loro in questa faccenda, mi ci sono ritrovata da sola e da sola devo uscirne. Il problema è come ne uscirò.

"Smettila Nev, non riesco a concentrarmi." La voce di Jo mi fa voltare verso di lei. Solo ora mi accorgo che sto picchiettando le dita sul banco e Jo sta prendendo appunti. Ma perché mi devo sempre distrarre durante la lezione di biochimica?

"Scusami." Alzo le mani in segno di resa e afferro la matita, cercando di concentrarmi. Ma appena inizio a capire qualcosa, ecco che la lezione finisce.

Getto la testa all'indietro lanciando un piccolo gridolino, quasi inaudibile per via della massa di studenti che se ne sta andando.

"Dovresti smetterla di pensare a Nathaniel." Afferma Jo sistemando gli occhiali sul naso e chiudendo il libro di testo.

"Come lo sai che sto pensando a lui?" Affermo curiosa, abbiamo solo parlato una volta del moro tatuato.

"Ora lo so." Sorride beffarda. Si alza e io faccio lo stesso, sistemando tutto nella borsa.

"Ti va pranzare insieme?" Domando, seguendola verso l'uscita. Voglio evitare Mads e i Wilson, in più sono sicura che Jo non farà domande, visto che è fuori da tutta questa storia.

"Vorrei tanto, ma vado in biblioteca a studiare per l'esame di lunedì." I miei piedi si fermano all'istante. Prendo il telefono dalla borsa e controllo il calendario.

"Non mi dire che ti sei scordata." Sospira guardandomi. Fino ad una settimana fa lo sapevo, da quella botta di sabato sera, la mia testa vacilla.

"Possiamo studiare questa sera insieme, se vuoi." Afferma continuando a camminare.

"Questa sera lavoro-mi porto una mano alla tempia pensando- che ne dici di domani sera? Lo so che è sabato e che probabilmente sarai ad una festa, ma-" Mi interrompe.

"Va bene per me, non ho nulla da fare domani sera." Alza le spalle continuando a camminare.

"Puoi venire da me al dormitorio, tanto saranno quasi tutti alla festa della confraternita." La festa a cui mi costringe Mads ad andare ogni volta. Annuisco salutandola e dirigendomi verso le macchinette automatiche.

Sospiro sedendomi sugli spalti una volta finita la barretta. Quando non c'è nessuno, la pista da hockey è più silenziosa della biblioteca. Mi stringo nel giacchino di pelle, vista la temperatura che fa qui dentro.

Prendo il libro di biochimica e inizio a studiare, cercando di recuperare le ultime lezioni. Ad un tratto una risata mi fa alzare la testa, mi giro verso la porta e vedo Harry con una ragazza dai capelli rossi che si dirigono verso gli spogliatoi. Aveva ragione riguardo al lavandino dello spogliatoio.

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