Capitolo 21

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Nevaeh

"Per una volta lasciati andare, cazzo." Queste parole costringono le mie mani a posarsi dietro al suo collo, premendo i palmi sulla nuca, così da avvicinarlo a me.

In un batter' occhio la mia schiena è premuta contro le morbide lenzuola e il corpo muscoloso mi sovrasta, facendolo aderire perfettamente al mio. Si sfila la giacca, lanciandola in una parte indefinita della stanza, prima di attaccare il mio collo.

Le sue labbra calde lasciano una scia di baci umidi su tutta la lunghezza della mascella serrata, del collo teso e della spalla contratta con il contrasto della pallina fredda che giace silenziosa sulla sua lingua.

"Rilassati Nev." Si stacca dalla mia pelle e posa le sue iridi giada sulle mie labbra, indeciso su cosa fare. Schiocca la lingua sul palato, un suo vizio che ho scoperto da poco.

Con un gesto cruento prende una manciata di capelli e li tira leggermente, senza applicare troppa pressione, così che posso tirare la testa indietro e dagli libero accesso al collo.

Chiudo gli occhi quando sento la sua saliva bagnarmi la linea tra il mento e l'attacco delle clavicole, per poi scendere fino al seno e bloccarsi all'inizio del tessuto nero.

Apro gli occhi quando sento il suo sguardo su di me, ma nel momento esatto in cui porta le mani ai lati del tessuto, qualcosa di bagnato e caldo cade sul mio stomaco. Mi sollevo sui gomiti guardano gocciole di sangue, sgrano gli occhi per allungare la mano. Alzo lo sguardo e vedo che la fonte di tutto ciò è il suo labbro, non ancora guarito dall'incontro. Per la tentazione di non baciarmi, si è massacrato il labbro.

"Cazzo." Borbotta per poi allungare il dito verso il labbro inferiore, ma io lo precedo. Mi metto a sedere e porto il pollice sul taglio ormai aperto. I suoi occhi vagano sulle mie mani, facendogli corrugare le sopracciglia. Scuoto la testa e mi avvicino a lui, cercando di tagliare le distanze, ma lui si alza di scatto.

"Nate." Lo richiamo

"Nev per quale cazzo di motivo stavi cercando di baciarmi." Sbatto le palpebre velocemente, cercando di capire se ho veramente ho sentito bene. Mi metto in ginocchio sul letto.

"Ci siamo baciati già, per quale motivo non-" mi interrompe.
"Non é la stessa cosa ora Nev." Inarco le sopracciglia cercando di capire il suo filo logico.

"Che significa non é la stessa cosa?" Mi acciglio.
"Nev non puoi baciarmi quando cazzo ti pare okay? Non voglio che lo fai." Non ci sono parole per ribattere, se non azioni. La mia mano entra a contatto con la sua guancia, facendogli girare la testa di lato per il forte impatto. Chiude gli occhi e serra la mascella.

"Sei uno stronzo. Non sono un oggetto. Porca puttana." Mi alzo dal letto e lo spingo con tutta la forza mischiata alla rabbia, fa un passo indietro e porta lo sguardo verso il soffitto.

"L'hai capitolo solo ora, mh?" Un colpo con il palmo della mano aperto arriva anche sul suo petto sodo e muscoloso, infatti mi sorprendo che non mi sono fatta male.

"Qui la stronza sono io che ho quasi ceduto alle tue cazzo di tentazioni." Il suo sguardo é freddo e distante, ma in tutto questo si intravede un pizzico di melanconia.

"Non ti voglio più vedere e sta tranquillo che non ti parlerò più." Alzo le mani al cielo e mi avvino alla porta aprendola.

"Sei così stupida." Recupera frettolosamente la giacca e se la infila, lasciandomi sorpresa e confusa allo stesso tempo. Non so che dire, vorrei urlargli contro che è lo stupido é lui, però allo stesso tempo ho anche io le mie colpe. Come diavolo mi viene in mente di cercare baciarlo?

Non mi da neanche il tempo di ribattere che è già scomparso dietro la porta bianca di legno. Maledetto lui e i suoi modi di fare.

I stessi modi rozzi e maleducati che mi hanno accompagnato tutto il pomeriggio mentre studiavo biochimica e tutto il turno lavoro, costringendomi ad un vortice di domande che tartassa la mia testa. Fortunatamente sono riuscita a ad evitare Maddie e Alex, altrimenti mi avrebbero fatto il terzo grado, non ci sono stati tutto il giorno, quindi non é stato difficile.

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