Capitolo 11

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Nevaeh

"Si può sapere dove cazzo sei Nev?" Domanda Alex al telefono.

"Sono all'università, devo studiare per un esame." Affermo sospirando. Scendo dall'autobus e inizio a camminare verso i dormitori femminili.

"Tua sorella non è rientrata questa notte, le ho mandato un messaggio e mi ha risposto 'fatti i cazzi tuoi', tu sei sparita, ti chiamo e mi dici che stai andando a studiare di sabato sera. Mi dici cosa sta succedendo?" Non vedo più Madeline da ieri pomeriggio, dopo che è sparita con Harry. Sicuramente è arrabbiata con me, per non so quale motivo.

"Non è successo niente, ti sto dicendo la verità, ora devo andare, ci sentiamo dopo." Affermo, non voglio coinvolgerlo in questa situazione.

"Okay ti passo a prendere verso le undici, non ti lascio tornare a casa da sola." Annuisco, sapendo di non avere altre possibilità. Sempre se non si scorda, visto che ne è capace.

Metto il telefono in tasca e mi fermo nel punto esatto in cui ero ieri con Nate e ripenso a quello che è successo.

Fallo." Ordina.

Non mi muovo dal mio posto.

"Avanti, fallo se hai il coraggio." Faccio un passo indietro e lui mette una mano intorno al collo, avvicinandomi a se. Il suo profumo mi inebria le narici. Incapace di muovermi lo guardo negli occhi.

"Si gioca con le mie regole, piccola ficcanaso."

Serro la mascella e mi libero dalla sua presa intorno al mio collo. Alzo la mano, che entra in collisione con la sua guancia, facendogli girare la testa di lato.

In risposta serra la mascella e chiude gli occhi, respirando profondamente. Scommetto che sta cercando in tutti i modi di non perdere il controllo. Mi ha sempre portato lontano da tutti, vediamo che pensa di fare di fronte all'intera Università.

"Vattene prima che finisca male. Ora." Ordina a denti stretti senza guardami. In risposta prendo il suo viso tra le mani e avvicino il mio viso al suo. Posso sentire il suo respiro farsi sempre più irregolare. Mi affretto al allontarmi da lui, senza guardarmi indietro.

Scuoto la testa ed entro nell'atrio del dormitorio femminile, salgo le scale fino al secondo piano e busso alla porta.

Dopo un paio di secondi, la porta si apre, rivelando Jo, abbastanza strana.

"È successo qualcosa?" Dico entrando e posando la borsa sulla scrivania. In risposta alza le spalle e scuote la testa.

Ci mettiamo giù a studiare e dopo un'ora decido che ho bisogno di una pausa. Mi alzo dalla sedia per sgranchirmi le gambe. Jo mi guarda seduta sulla sedia.

"Stai con Harry Wilson?" Domanda dal nulla. Quindi è questo il pensiero che l'ha tormentata un'ora intera.

"Come ti viene in mente una cosa del genere?" La guardo con un cipiglio in viso.

"Ti ho visto ieri agli allenamenti di hockey, sembravate molto vicini e poi girano voci che avete scopato sul lavandino dello spogliatoio." Si sistema gli occhiali e si alza, così siamo alla stessa altezza.

"E tu ti fidi delle voci che girano?" La guardo con braccia incrociate aspettando una risposta.

"Dovrei?" Si sistema gli occhiali sul naso.

"Perché non lo dici a Harry come stanno veramente le cose, mh?" Chiudo i libri e li metto nella borsa. Non ci credo che nel giro di una settimana ho gli occhi di tutti addosso.

"Nev scusa non volevo essere precipitosa, è solo che tra l'esame e il resto non sono più me stessa." Sospira levando gli occhiali e massaggiando le tempie.

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