Capitolo 28

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Nathaniel

"Dove stiamo andando?" La bionda vicino a me domanda, mentre guarda fuori dal finestrino. L'azzurro si starà scurendo e il sole sta calando, dipingendo il cielo di colori pastello.

"È una sorpresa." Sorriso guardandola. I suoi occhi azzurri si spostano dai campi verdi che scorrono attraverso il finestrino, ai miei occhi.

"Lo sai che odio le sorprese." Isabelle sbuffa e io ghigno beffardo. Poso la mia mano sopra alla sua e lei istintivamente le intreccia.

"Puoi almeno darmi un piccolo indizio?" I suoi capelli biondi volano per via del vento che entra nella Station Wagon.

Scuoto la testa e rido alla sua faccia curiosa e speranzosa. Alza gli occhi al cielo e scioglie le nostre mani e allunga il dito verso la radio.

La precedo e metto scelgo io la canzone, che sono sicuro a lei non piace, ma visto che stiamo raggiungendo Nashville, la musica country è d'obbligo.

Infatti il suo naso si arriccia e scuote la testa, scatenando un me una risata rumorosa. La musica country la ami o la odio, non ci sono vie di mezzo.

"Nate cambia ti prego." Allunga il dito verso il bottone per mettere avanti, ma io glielo prendo e le mordo il dito delicatamente.

"Sai che potrei mangiarti?" Mi giro verso di lei che sta ridendo, mentre ritrae il dito verso di se. Si allunga verso di me e schiocca un bacio rumoroso sulla mia guancia. Le mie labbra si incurvano verso l'alto e prendo la sua mano e lascio un bacio dolce sulle sue nocche.

"Nate." Mi giro verso di lei, in attesa che continua la frase.

"Sono stanca, quanto manca?" Poggia la testa sul sedile e io lascio un altro bacio casto sulle sue nocche, concentrandomi sulla strada.

"Non siamo ancora a metà strada." Sbuffa e mi guarda, facendo sporgere il labbro inferiore, così che io possa cedere al suo sguardo.

"Isabelle non ci fermeremo per la notte." Scuoto la testa e apro leggermente il mio finestrino. L'aria calda di luglio si fa sentire. Purtroppo per via della scuola, siamo dovuti partire nel pomeriggio, facendoci così tardare sulla tabella di marcia.

"Lo sai che ti adoro?" Io alzo gli occhi al cielo e apro la porta rosa del motel che abbiamo trovato lungo la strada. Porta le sue mani intorno al mio collo e spinge il suo corpo caldo contro il mio. Il suo diaframma si alza e si abbassa contro la mia schiena.

"Mi adori solo per convenienza?" Scuote la testa contro la mia spalla ed entriamo nella piccola camera. Un letto bianco regna nella stanza, due comodini di legno sono situati ai lati e la carta da parati con fiori gialli adorna le pareti della piccola stanza.

"No ti adoro sempre." Si mette davanti a me e poggia gli avambracci sul mio petto. Il suo vestito azzurro che arriva fino a metà coscia si muove ad ogni suo movimento.

Si solleva sulle punte, così che arriva quasi al mio livello. Le mie labbra incontrano le sue e lei sorride, portando le braccia intorno al mio collo, così che i nostri corpi sono pericolosamente vicini.

"No no no, tieni giù le mani." Sogghigno alle sue parole, visto che le mie dita si insinuano sotto il poco tessuto che la copre.

"Non credi che merito una ricompensa visto che mi sono fermato solo per te?" Aggrotto le sopracciglia, mentre aspetto una sua risposta. Le sue converse dello stesso colore del vestito si muovono avanti e indietro.

"Il mio amore non ti basta?" Un bacio casto mi ferma dal ribattere.

"Il tuo amore non mi basta mai." I suoi occhi azzurri incontrano i miei, lasciando una scarica di brividi lungo la schiena.

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