Calabria, anno 1938. Le parole per descrivere lo stato d'animo di quel momento erano superflue. L'importante era lasciarsi alle spalle quel paese, quelle persone e quella terribile esperienza, pensava Annamaria piangendo disperata, mentre il carro, che l'avrebbe portata ad una nuova vita, proseguiva lentamente il suo percorso.
Di tanto in tanto, colta da un senso di malinconia, si voltava e vedeva la strada dietro di lei allungarsi sempre più, fino al punto da far sembrare le case sopra la montagna, dei piccoli puntini colorati.
Tutto ebbe inizio proprio in uno di quei puntini colorati, in un paesino agricolo di nome Marcellinara, ad ovest di Catanzaro, situato in collina, proprio come tutti i paesini della zona, ma con una spettacolare veduta sulle meravigliose acque azzurre dei due mari, lo Ionio e il Tirreno. L'accogliente e suggestivo paese, probabilmente nato come racconta una delle leggende, dalle rovine di Omelia, aveva dato i natali all'umile famiglia Barberio.
Giuseppe, detto Peppino, il capofamiglia, era un gran lavoratore che non si scoraggiava mai neanche nei periodi più difficili, soprattutto perché era sostenuto con tanto amore, in tutte le sue scelte, dalla devota moglie Giulia e dalla dolce figlia Annamaria. Vivevano in condizioni quasi di miseria, ma onestamente, del proprio lavoro nei campi e con le poche lire che guadagnavano dalla vendita, al mercato di quartiere, dei frutti che riuscivano a trarne. La loro casa, che non si poteva certo definire elegante, si trovava proprio nel centro del paese circondata da alberi da frutto e da un esteso terreno coltivato con ortaggi d'ogni genere, ma nonostante fosse piccola e mal ridotta la mamma riusciva a renderla confortevole ed accogliente.
Annamaria era una ragazza di 19 anni, semplice, bella e delicata,
amorevolmente attaccata alla sua terra ed alla sua famiglia. Aveva i capelli castani, con la riga da un lato, mossi all'altezza delle spalle e due bellissimi occhi grandi e scuri che lasciavano trasparire il suo animo sensibile. I suoi vestiti erano molto semplici e forse anche troppo seriosi per una ragazza della sua età ma nonostante il suo essere umile, non rinunciava a coltivare dei sogni, come ad esempio riuscire, un giorno, a terminare gli studi e a diventare un'insegnante.
Purtroppo in quegli anni non tutti i giovani potevano frequentare la scuola, soprattutto quelli nati nei paesini più poveri e nelle famiglie meno abbienti, poiché erano costretti ad abbandonarla in giovanissima età per andare a lavorare nei campi.
Era il tramonto di un freddo novembre, la fine di una dura giornata di lavoro, ed eccola Annamaria, bella da togliere il fiato, far rientro a casa dai campi insieme alla sua famiglia. Ad attenerla, come di consueto, una semplice minestra di verdure riscaldata al caminetto della cucina e servita in abbondante brodo per far sembrare il piatto più ricco e dopo cena al calar delle prime ombre, stremati dalla stanchezza, andavano tutti a riposare. Annamaria si chiudeva nella sua stanza, piccola quasi come un ripostiglio e arredata solo con un letto, un tavolo ed una sedia e davanti alla luce soffusa di una candela, amava rilassarsi scrivendo una sorta di diario, nel quale appuntava pensieri, paure e speranze. Erano quelle le sue giornate, solo lavoro e stanchezza, l'unica distrazione era il mercato rionale del sabato mattina, dove si recavano tutti i contadini con la speranza di poter vendere l'intero raccolto.
In quei giorni Annamaria curava un po' di più il suo aspetto esteriore,
indossava dei vestiti particolarmente attillati e leggermente scollati che scendevano su di lei risaltando il suo aspetto morbido e femminile. Non passava inosservata davanti ai suoi coetanei, i quali ne ammiravano la bellezza e la riempivano di complimenti. Lei si sentiva lusingata, bella e desiderata e sperava che un giorno qualcuno la chiedesse finalmente in sposa com'era già successo ad alcune delle sue amiche. In particolare sperava che a farlo fosse un ragazzo di nome Andrea Molina, un giovane di 24 anni dall'aspetto gradevole e dai modi gentili che aveva conosciuto alcuni mesi prima davanti la fontanella vicino la sua abitazione e che le aveva fatto battere forte il cuore. I due ragazzi si davano ormai appuntamento tutte le settimane e passavano quasi l'intera mattinata del sabato insieme. Tra loro era nato un tenero sentimento che cresceva sempre di più e dava speranza ad Annamaria di un futuro migliore. Andrea, infatti, era uno dei pochi ragazzi che aveva portato a termine gli studi laureandosi in giurisprudenza grazie ai sacrifici della sua famiglia e da circa un mese aveva iniziato a collaborare con uno studio legale della città di Catanzaro. Proprio quel giorno comunicò alla ragazza qualcosa d'importante.
<Annamaria, ho una bella notizia!>
<Di cosa si tratta?> chiese lei incuriosita.
<Sono rientrato appena ieri sera da Catanzaro dopo aver avuto comunicazione dall'Avvocato per il quale lavoro che ha deciso di rendere effettiva la mia permanenza nel suo studio, questo significa che ho un lavoro sicuro e che posso finalmente prendermi un impegno definitivo con te. Mi dovrò assentare dal paese per circa un mese, in quanto stiamo portando a termine una causa importante, ma a Natale verrò a parlare con i tuoi genitori e chiederò a tuo padre di poterti sposare e poi ti porterò con me in città.>
<E' una notizia meravigliosa Andrea!> disse lei con gli occhi che manifestarono un'inattesa felicità <Non speravo di ricevere oggi questa bella sorpresa. Sei sicuro che è quello che desideri? Tu sei una persona istruita, hai studiato, vivi in città e potresti trovare una ragazza migliore di me.>
Andrea la interruppe bruscamente, quasi sentendosi offeso da
quell'affermazione. La fissò dritta negli occhi e trattenendole il viso tra le mani, le disse:
<Da quando ti conosco le altre ragazze non esistono più. E' te che voglio, non dubitarne mai. Ritornerò per le vacanze di Natale e parlerò con i tuoi genitori, tu promettimi di aspettarmi.>
<Te lo prometto, sarò qui ad aspettare il tuo ritorno con impazienza.>
Terminata la conversazione, i due ragazzi si salutarono con un intenso bacio rinnovandosi ancora una volta la loro promessa d'amore.
Andrea, purtroppo, non era l'unico a provare interesse per la dolce Annamaria, ma c'era un'altra persona, un giovane, anzi un uomo, poiché aveva 29 anni, di nome Vitaliano Melluso che la corteggiava spudoratamente ma senza successo. Anche Vitaliano aveva origini umili, ma nel corso degli anni grazie ai loschi affari del padre, Don Nicola, aveva accumulato possedimenti terrieri importanti che gli permettevano di vivere una vita da gran signore.
Vitaliano era di statura alta e robusta, con gli occhi verdi, profondi e spaventosamente glaciali. Amava vivere sempre sul filo del rasoio, cercando nuove sfide da vincere come se la sua vita fosse perennemente un gioco, a volte pericoloso, ma pur sempre un gioco. Anche lui e suo padre partecipavano al mercato settimanale, decidevano con la loro autorità e supremazia i prezzi ai quali le produzioni agricole dovevano essere vendute e tutti i contadini, per evitare eventuali ritorsioni, accettavano quelle imposizioni.
Seduto su un muretto osservava insistentemente i movimenti della ragazza per la quale provava una forte attrazione e la gelosia nel vederla in compagnia di un altro uomo gli logorava dentro. Così dopo aver atteso l'allontanamento di Andrea, si diresse verso Annamaria, la quale non sembrava apprezzare affatto la sua vicinanza e prendendola per un braccio quasi a imporgli la sua presenza, con il suo solito tono sarcastico, le disse:
<Oggi sei più carina del solito! Ti piacerebbe fare una passeggiata con me?>
<Non posso!> rispose intimidita lei <Sono qui solo per lavorare ed aiutare i miei genitori.>
<Dai non fare la preziosa. Lo so che i complimenti degli altri ragazzi ti fanno piacere, perché i miei no? E poi il tempo per allontanarti con Andrea lo trovi vero? Come può interessarti un tipo del genere, non è il ragazzo giusto per te!>
<Questi non sono affari tuoi! E poi chi sarebbe il ragazzo giusto per me... forse tu?>
<Potrebbe essere così, la vita è imprevedibile. Comunque se non vuoi passeggiare con me permettimi di accompagnarti in Chiesa domani.>
<Mi dispiace ma non posso mi accompagnano sempre i miei genitori e poi io sono già impegnata e mio padre non vuole vedermi in giro per il paese con un ragazzo diverso. Adesso scusami ma devo proprio aiutare mia madre con dei clienti!>
Dette quelle parole si allontanò lasciando l'uomo da solo che non fece altro che guardarla insistentemente senza dirle più nulla. Annamaria percepiva il suo sguardo su di lei, capiva che sicuramente stava tramando qualcosa e questo la rendeva particolarmente pensierosa.
Era ormai mezzogiorno. In cielo non c'era neanche una nuvola ed il sole tiepido riscaldava sempre di più quella fredda mattinata. Gli affari erano andati particolarmente bene e dopo aver venduto tutto il raccolto, la famiglia Barberio si avviò sulla strada del rientro.
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LA COMPAGNA DEL SOLDATO
RomanceQuesto romanzo narra la storia di Annamaria un'umile ragazza di campagna che dopo alcune disavventure nel suo paese nativo di trasferirà in città dove vivrà la sua meravigliosa storia d'amore tra delusioni dispiaceri e felicità. Ambientata in Cala...