Capitolo 6: Un Ricevimento con sorprese.

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Nel salone centrale del palazzo Vivaldi scintillavano dei meravigliosi lumi di cristallo che riflettevano una magnifica luce brillante in tutta la stanza. I tavoli erano rivestiti da elegantissime tovaglie di seta ed abbelliti con bellissime composizioni di fiori e frutta fresca. Sui muri c'erano degli affreschi, dei quadri di un certo valore e per l'occasione anche i divani furono rivestiti da teli di damasco color oro che richiamavano i colori dei tappeti sparsi in tutta la sala. Tutto era meravigliosamente pronto.

Il ricevimento iniziò come stabilito alle nove e pian piano tutti gli ospiti fecero il loro ingresso, in pochi minuti il salone di casa Vivaldi si riempì di gente elegantemente vestita. C'era anche il dottor Ernesto Bulla, padre di Francesco, in compagnia della moglie Emma, del figlio e della giovane figlia Lucia, una ragazza di 20 anni molto carina, con dei bellissimi capelli biondi ben curati, due occhi azzurri e limpidi come il mare, dai modi fini ed eleganti, tipici delle ragazze di buona famiglia di quel tempo. Lucia era da sempre innamorata di Matteo il quale, nonostante la lontananza, fino a quel momento, sembrava ricambiarne i sentimenti.

Tra gli invitati si vociferava infatti che quella sera sarebbe stato annunciato il loro matrimonio, notizia che era giunta anche nelle cucine, dove lavorava Annamaria e dove tutte le cameriere assunte per la serata speciale commentavano con molto interesse.

Il ricevimento proseguiva allietato dalla musica dal vivo, tra tintinnii di bicchieri, vociferare dei presenti, canti e balli, finché, verso le nove e mezza fece il suo ingresso Matteo e tutto si fermò per procedere ai saluti. In particolare Lucia, spinta dall'insistenza della madre Emma, si recò verso di lui e si mise al suo fianco. I due giovani iniziarono a parlare, ma Matteo sembrava assente. Intorno a lui c'erano tantissime persone, tantissime belle signorine che avrebbero fatto qualunque cosa per scambiare anche solo due parole con lui, ma Matteo non faceva altro che pensare alla ragazza che aveva conosciuto quella sera. Non riusciva a dimenticare quel dolce volto, e quei lineamenti delicati, contornati da una cascata di capelli neri che a causa del vento, quasi sempre presente nella città di Catanzaro, le svolazzavano fastidiosamente davanti agli occhi. Lucia, notando lo strano comportamento del ragazzo e non gradendo molto il modo distaccato di porsi nei suoi confronti, gli chiese:

<Cosa c'è tesoro? Non ci vediamo da tanto tempo e sei così distaccato, quasi assente. Ti è successo qualcosa?>

<No! va tutto bene. Sono solo un po' stanco per il viaggio.>

<Credevo che oggi rivedendomi avresti provato una forte emozione, in fondo siamo fidanzati?>

<Devi scusarmi Lucia, ma la gente, la musica e tutto il resto, mi stanno confondendo. Speravo di passare un po' ti tempo da solo con te per parlare di noi due, invece mia madre come al solito ha preferito complicare tutto.>

<Non preoccuparti amore, avremo tanto tempo per parlare di noi e poi cerca di goderti la festa e tutte le sorprese che potrebbe riservarti!>

Intanto, Annamaria, in cucina era pronta a servire gli aperitivi, infatti dopo l'ingresso di Matteo il ricevimento era entrato nel vivo e la ragazza ricevette l'ordine dalla signora Grazia di servirlo immediatamente. Annamaria si fece largo tra tutte quella gente e rivolgendosi al ragazzo che, in quel momento, si trovava di spalle gli disse:

<Prego signore, si serva pure!>

Matteo sgranò gli occhi quasi incredulo. Riconobbe subito quella voce e tra se e se disse:

<<Io questa voce l'ho già sentita questa sera! Si... sembra proprio la voce di Annamaria>>.

Di colpo si girò e lo stupore per entrambi fu enorme. Ritrovarsi uno di fronte all'altra ed in quella circostanza li fece arrossire. Si guardarono negli occhi e senza lasciar trasparire alcuna emozione Matteo prese il suo calice e rimase immobile a guardare la ragazza allontanarsi.

LA COMPAGNA DEL SOLDATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora