Capitolo 22: Benvenuto Luca.

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I mesi che seguirono furono molto difficili, in quanto con l'avvicinarsi del momento del parto, Annamaria, sentiva ancora di più la mancanza del suo amato Matteo. Di tanto in tanto avvertiva la necessità di togliersi il medaglione che lui le aveva regalo, per guardarne la foto ed immediatamente era proiettata nel passato, ricordando periodi felici, provando innumerevoli sensazioni ed in alcuni momenti credendo addirittura di sentire profumi, fragranze ed odori riconducibili a Matteo.

Il 12 febbraio del 1941 Annamaria diede, finalmente, alla luce un bellissimo bambino. La ragazza decise di chiamarlo Luca, in onore del nonno materno di Matteo, come ringraziamento a Matilde, che con lei era stata così buona. La donna fu veramente commossa della scelta fatta, si sentiva onorata e giurò alla ragazza che non l'avrebbe mai abbandonata.

La notizia della nascita del piccolo arrivò anche a casa Vivaldi e Grazia, accompagnata da suo figlio Antonio che oramai era diventato un cagnolino che scodinzolava ad ogni richiesta di sua madre, decise di farle visita. Matilde li accolse con molto entusiasmo, in quanto pensava che fossero andati per congratularsi e cercare di trovare un modo per riappacificarsi, grazie alla nascita di quel bambino innocente. Purtroppo, però, quella non era affatto una visita di piacere e se ne rese conto non appena Annamaria entrò nella stanza con in braccio il bambino. Grazia con fare felino scattò in piedi e con voce stridula immediatamente l'aggredì e le disse:

<Così è lui il figlio della vergogna. Come hai potuto rovinare l'onore della mia famiglia in questo modo?>

<Signora Grazia non è una rovina, la nascita di un figlio è sempre un dono del cielo e per giunta si tratta di suo nipote.>

<Io non accetterò mai questo bambino come mio nipote e farò tutto il possibile affinché Matteo non lo riconosca come suo figlio. Come fai ad assicurarmi che si tratta del figlio di Matteo e non di un altro uomo?>

<Ho scoperto di essere incinta subito dopo la partenza di vostro figlio. Ma perché tanta cattiveria nei miei confronti e soprattutto nei confronti di quest'anima innocente?>

<Smettila con queste stupidaggini, Annamaria. Matteo mantiene un rapporto epistolare anche con noi ed in nessuna lettera ci ha mai menzionato il tuo stato di gravidanza, quindi presumo che non sappia nulla della nascita del bambino. Se è veramente suo figlio perché non gliene hai mai parlato? Te lo dico io perché! Tu ti vergogni di dirglielo... perché questo figlio non è suo!>

<Smettila Grazia!> disse Matilde con tono arrabbiato <Anche se sei mia figlia, non ti permetto di rivolgerti a lei con questo tono. Annamaria è una brava ragazza e questo è davvero tuo nipote anche se la cosa non ti fa piacere. Questa povera ragazza ama talmente tanto Matteo al punto di non avergli detto niente di suo figlio solo per non dargli ulteriori preoccupazioni.>

<Non mi interessano le motivazioni> ribadì Grazia <Matteo non deve sapere di questo bambino, né ora né mai. Fortunatamente lui è lontano per cui siamo ancora in tempo.>

<In tempo per cosa?> chiese la ragazza stupita.

<In tempo per liberarci di lui prima del rientri di Matteo!> esclamò la donna.

<Ma lei è pazza! Come può chiedermi una cosa del genere.>

<E per il bene di tutti, e poi....>

Prima che potesse concludere la frase, intervenne nuovamente Matilde che ancora più alterata di prima, le disse:

<Adesso basta Grazia! Non posso più ascoltare le tue assurde pretese.

Non ti permetto più di aggredire questa ragazza. Lei e suo figlio sono sotto la mia protezione. Ho promesso a Matteo, prima della sua partenza, che non l'avrei mai abbandonata e soprattutto adesso che ha anche un figlio farò qualunque cosa per lei e per incominciare vi prego di lasciare subito questa casa. Finché io sarò in vita nessuno porterà via questo bambino a sua madre.>

Antonio, che per tutto il tempo della conversazione era rimasto in silenzio ad ascoltare, alle parole della nonna non riuscì più a trattenersi e le rispose:

<Anche tu nonna ti sei lasciata convincere da questa ragazza! Ci ha portato via Matteo ed ora sta facendo la stessa cosa con te.>

<Antonio anche tu sei mio nipote ed io voglio bene a te come a Matteo. Stai sbagliando con Annamaria, anzi vi dico che state sbagliando tutti. Lei ama davvero tuo fratello. Il loro è un grande amore, io lo so. Ho vissuto l'ultimo anno con loro ed ho visto con i miei occhi il legame che li unisce. Solo la morte li potrebbe separare. Ed ora per favore vi chiedo di andare via e di lasciare in pace questa ragazza.>

La nonna, stanca di quella brutta situazione, chiamò la cameriera affinché mettesse alla porta gli ospiti. Antonio prima di andare via, rivolgendosi ad Annamaria, le disse che non sarebbe finita in quel modo, poi insieme alla madre lasciò quell'abitazione apparentemente offeso dal comportamento di Matilde.

Intanto la guerra proseguiva e Matteo, nei momenti di pausa, continuava a scrivere ad Annamaria per dargli sue notizie. Le diceva di non preoccuparsi in quanto lui non partecipava direttamente alle azioni belliche, poiché essendo un medico, era più d'aiuto nei campi allestiti ad ospedali dove giungevano i soldati feriti durante le missioni. Nonostante le parole di Matteo, Annamaria non si sentiva affatto tranquilla in quanto la radio divulgava, sempre più spesso, la notizia che l'Italia si trovasse in forte difficoltà e che il conflitto bellico si stava sempre più allargando anche a causa dell'imminente entrata in guerra dell'America contro il Giappone.

LA COMPAGNA DEL SOLDATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora