Capitolo 12: L'ombra della Guerra.

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Alla fine di agosto del 1939, quando mancavano ormai, pochi giorni al matrimoni, una terribile notizia iniziò a circolare per tutta la città. Si diceva, infatti, che in Europa stava per scoppiare una terribile guerra che probabilmente avrebbe coinvolto anche l'Italia e che sarebbero stati chiamati alle armi moltissimi uomini. Ernesto, preoccupato per Lucia, decise che in attesa degli ultimi sviluppi sul fronte italiano, era meglio rimandare le nozze a data indeterminata. Se anche l'Italia avesse preso parte al conflitto non voleva che sua figlia appena sposata, avesse dovuto subire la chiamata alle armi del marito e la conseguente separazione. Matteo pensò che il rinvio del matrimonio potesse giocare a suo favore, forse il suo amore con Annamaria aveva ancora una possibilità e voleva subito darle la notizia. Dopo aver atteso che tutti si ritirassero nelle loro stanze, quella stessa sera si recò nella camera della ragazza e le raccontò tutto. All'inizio lei non capiva come il rinvio del matrimonio potesse essere di aiuto al loro amore ed allora Matteo le spiegò:

<Annamaria capisci che grande opportunità che abbiamo?>

<Sinceramente non capisco Matteo. Anche se il matrimonio è stato rinviato prima o poi si celebrerà, quindi cosa cambia per noi?>

<Il tempo aggiusterà ogni cosa. Io ho già ottenuto il mio contratto di lavoro e con lo slittamento del matrimonio, le cose tra me e Lucia potrebbero cambiare. Lei potrebbe accorgersi di non amarmi o magari incontrare un altro ragazzo ed innamorarsi di lui.>

<Matteo ti stai solo prendendo in giro, lei ti ama da sempre e non

credo che qualche mese in più cambierà quei sentimenti che ormai prova da anni.>

<Forse è vero. Ma non si tratta solo di qualche mese. Il matrimonio per ora è annullato e tra un po' di tempo la mia assunzione non sarà più considerata come un regalo di matrimonio. Non avrò più obblighi verso il dott. Bulla e quando in clinica tutti apprezzeranno il mio lavoro sarò libero di lasciare Lucia. Fidati di me Annamaria.>

<D'accordo Matteo voglio ascoltarti ancora una volta. Mi sei mancato moltissimo in tutto questo tempo che siamo stati lontani. Se esiste anche una sola possibilità di stare insieme, io non voglio rinunciarci. Mi dispiace per Lucia, ma se tu non la ami, il vostro matrimonio sarebbe l'infelicità di tutti e due.>

<Anche tu mi sei mancata tanto, amore mio. Avevo paura di averti persa.>

Annamaria, in cuor suo sapeva che se avesse ripreso a frequentare Matteo, la situazione sarebbe potuta anche peggiorare, ma il tempo in cui erano stati lontani l'aveva fatta soffrire troppo. I due ragazzi decisero, così, di riprendere la loro storia da dove l'avevano interrotta. Si scambiarono un lungo bacio e passarono insieme tutta la notte, era ormai da tanto tempo che non facevano l'amore e fu meraviglioso come la prima volta.

Il nuovo giorno era bello e caldo. Il cielo era limpido e mentre le stelle e la luna lentamente scomparivano, all'orizzonte si intravedeva una meravigliosa alba. Quella mattina la ragazza si trovava in cucina propensa a svolgere le sue faccende. Era distratta e non riusciva a concentrarsi, poiché aveva nella mente il ricordo della bellissima notte appena trascorsa. Verso le otto, come tutti i giorni, si recò nella sala da pranzo per servire la colazione ai padroni, ma al suo ingresso si rese conto che a tavola c'era solo Antonio, mentre i coniugi Vivaldi e Matteo erano usciti di buon ora. La ragazza quando lo vide solo, seduto al tavolo mentre la fissava insistentemente, stava per tornare indietro, ma l'uomo con un cenno le fece capire che desiderava essere servito ugualmente. Lei gli si avvicinò e mentre gli stava versando il caffè, lui afferrandola con forza per un braccio fino a bloccarla, le disse:

<Sembra proprio che tu sia fortunata? Anche questa volta sei riuscita a riportare Matteo nel tuo letto!>

<Non sono affari suoi signor Antonio, mi lasci in pace.> dicendo quelle parole si liberò dalla presa di Antonio.

<Prima o poi tutti in questa casa sapranno cosa stai combinando e ti

ritroverai in mezzo ad una strada, ma non preoccuparti mi prenderò io cura di te.>

<Ancora con questa storia? Ma lei non si arrende mai?>

<Fino a quando non sarai mia ......> mentre stava per concludere la frase, fece il suo ingresso Elena, che capì, immediatamente, che suo marito per l'ennesima volta ci stava provando con la cameriera.

Sempre più consumata dalla gelosia nei confronti di Annamaria, decise quel pomeriggio di andare a far visita a Lucia, non sopportava più quella situazione frustante e doveva immediatamente porvi rimedio. Lucia, abitava proprio sul corso Vittorio Emanuele, davanti la maestosa Basilica dell'Immacolata, considerata da molti catanzaresi la vera patrona della città poiché nel 1641, grazie all'intervento della Vergine Immacolata, Catanzaro fu salvata dalla diffusione della peste. Lucia fece accomodare la sua ospite nel salone centrale di casa sua, la quale davanti ad una tazza di the, le disse:

<Lucia so che quello che sto per dirti ti farà molto male, ma non posso più tacere!>

<Sembri veramente preoccupata, quasi mi spaventi. Dimmi tutto Elena!>

<Io so che tu ami moltissimo Matteo ormai da tanti anni, ma lui non merita il tuo amore!>

<Ma di cosa stai parlando Elena? Perché mi dici queste parole?>

<Va bene, tanto é inutile girarci intorno, quindi ti dirò tutto. Da molti mesi ormai il tuo fidanzato Matteo ha una relazione con Annamaria, ti tradiscono sotto il tetto di palazzo Vivaldi. Anche ieri sera lui è corso nella sua stanza per darle la notizia del rinvio del matrimonio e poi ha passato con lei tutta la notte.>

<Sporco traditore bastardo! Avevo avuto dei sospetti, qualche tempo

fa ed avevo anche affrontato la schiavetta che però aveva negato. Questa me la pagheranno. So io come sistemarli!>

<Non è tutto sai! > continuò la donna <La schiavetta, come la chiami

giustamente tu, non si accontenta di Matteo, ma sta cercando di sedurre anche mio marito, che tutti sappiano non è di certo un santo, ma in questo caso sembra aver perso la testa per lei. Non so proprio cosa fare, sono disperata. Ho il sospetto che vada a letto con entrambi i fratelli.>

<Ci penserò io a lei. La farò sbattere fuori da palazzo Vivaldi immediatamente. Racconterò tutto a Grazia.>

<Sarebbe un errore, tutta Catanzaro verrebbe a saperlo, scoppierà uno scandalo. Tutti parleranno alle nostre spalle e pensa alla figuraccia che faremmo io e te. Ci considereranno delle stupide ingenue. Mi vergognerei anche a recarmi al circolo dove ci sono tutte le mie amiche e poi considera che Matteo potrebbe sempre decidere di lasciarti e di seguire la cameriera.>

<Non avevo pensato a questa eventualità. Allora ho capito cosa dobbiamo fare! Dobbiamo screditare la ragazza agli occhi di Matteo in modo tale che sia lui a non volerla più vedere.>

Lucia, dopo aver pensato e ripensato alle parole di Elena, capì che l'unica cosa da fare era di cercare informazioni sul passato di Annamaria, e solo andando nel paese nativo della ragazza avrebbe potuto scoprire qualcosa di interessante.

LA COMPAGNA DEL SOLDATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora