Nel settembre del 1943, Annamaria come da ormai 3 anni, dopo aver affidato i piccoli alla zia, si recò presso l'istituto Galluppi per iniziare un nuovo anno scolastico senza però immaginare ciò che purtroppo le sarebbe successo. Il direttore della scuola aveva dato il suo incarico ad un'altra maestra senza neanche avvertirla, specificando che aveva maturato quella decisione dopo aver avuto moltissime lamentele da parte di alcune donne della buona società. Queste signore infatti avevano minacciato di ritirare i figli da quell'istituto scolastico poiché l'insegnate preposta alla loro educazione non era un buon esempio essendo madre di due figli senza essere sposata. Annamaria cercò invano di fargli cambiare idea, ma il direttore fu irremovibile, doveva essere sostituita per salvaguardare il buon nome dell'Istituto. Sempre più demoralizzata, si diresse verso l'uscita della scuola, quando per le scale si scontrò con Elena. Le due donne si guardarono dritte negli occhi ed Annamaria ormai stanca dei soprusi e delle umiliazioni subite dai Vivaldi decise di affrontarla in modo diretto.
<E' colpa sua, signora Elena, se ho perso anche il mio lavoro? Tutta la sua famiglia mi ha sempre odiato, ma io non lo meritavo. Il mio unico sbaglio è stato solo quello di amare Matteo!>
<Solo Matteo? Tu non ti accontentavi solo di lui, volevi anche mio marito e forse in futuro avresti diretto le tue mire anche verso il signor Vittorio.>
<Come fa a dire queste cose, io non ho mai dimostrato interesse per suo marito e per nessun altro uomo che non fosse Matteo!>
<Non c'era bisogno che tu lo facessi. Mio marito aveva perso la ragione per te e questo era stato sufficiente per rovinare il nostro matrimonio ed ora, che sei uscita definitivamente dalle nostre vite, lui è tornato da me strisciando ed implorando il mio perdono. Cacciandoti dal tuo lavoro mi sono presa una rivincita su di te. Credo tu abbia finalmente capito la lezione, io non sono una sprovveduta quindi fai molta attenzione a non tornare mai più sulla mia strada.>
<Probabilmente se lei fosse stata una moglie migliore, suo marito non avrebbe mai cercato altre donne. Comunque non credo che lei abbia fatto bene a tornare con lui!> esclamò Annamaria con tono sicuro.
<Ma come ti permetti? Lui si è reso conto di aver sbagliato e mi ha chiesto perdono in ginocchio.>
<Suo marito dovrebbe chiedere perdono in ginocchio a Dio per i suoi gesti. Non è tornato da lei perché io sono uscita dalle vostre vite, ma solo perché ha finalmente ottenuto quello che voleva, anche se lo ha avuto con la forza, come fanno le bestie!>
<Non ti credo. Sei una bugiarda!>
<Lo chieda a Grazia, lei era li, deve avermi sicuramente sentito urlare e piangere. Lei sa tutto!>
Annamaria, lasciò Elena, che rimase immobile senza riuscire più a
dirle una mezza parola. Fece ritorno a casa della zia che subito le disse di non preoccuparsi, avrebbe trovato sicuramente un altro lavoro ed in attesa, lei si sarebbe presa cura di tutti. La ragazza però, non riusciva a stare a casa senza poter aiutare economicamente la zia, la quale, a causa del persistere della guerra, aveva sempre meno clienti nella sua lavanderia. Andava ogni giorno per tutta Catanzaro alla ricerca di un lavoro, ma non riusciva più a trovarne uno neanche come cameriera, in quanto la signora Grazia, Elena e Lucia con la loro influenza avevano fatto terra bruciata davanti a lei.
Così un giorno, per non continuare a gravare economicamente sulle spalle della zia, a malincuore, decise di andare via. Pensò di far rientro a Marcellinara, dopotutto aveva ancora una casa e con un pò di buona volontà avrebbe potuto migliorare la sua condizione economica.
Nel febbraio del 1944, con suo figlio Luca sulle spalle ed Ernesto dalle mani, lasciò Catanzaro senza dirlo alla zia, le avrebbe mandato una lettera una volta sistemata e s'incamminò verso il suo paese. Il viaggio a piedi fu lungo e stremante ma finalmente riuscì ad arrivare. Giunta a Marcellinara l'aspettava un paese quasi deserto, poiché molti degli uomini, che prima lavoravano nei campi, erano stati mandati in guerra. Intorno vedeva solo tanta miseria, solitudine, povertà ed una casetta ridotta ormai in condizioni fatiscenti.
STAI LEGGENDO
LA COMPAGNA DEL SOLDATO
RomanceQuesto romanzo narra la storia di Annamaria un'umile ragazza di campagna che dopo alcune disavventure nel suo paese nativo di trasferirà in città dove vivrà la sua meravigliosa storia d'amore tra delusioni dispiaceri e felicità. Ambientata in Cala...