Cooperativa Agli

58 7 2
                                    

Catalano e Lanciani lasciarono la trattoria Quattro Sapori salutando il proprietario. Fabio lo conosceva da quando era ragazzino e d'estate raggiungeva suo padre al marcato del pesce. Adorava la cornice bucolica, i tavolini di legno scuro, le sedie di paglia, le pareti coperte di foto autografate e dietro alle finestre si intraveda un viale alberato che sprofondava suadente nella campagna ferrarese: era uno dei suoi posti preferiti. Lui e Catalano ormai erano habitué: una volta a settimana venivano, compatibilmente coi turni di entrambi. Catalano diceva sempre che le tagliatelle della Signora Ada erano quasi buone quanto quelle di sua madre. Gli offriva il bis col resto del ragù che le rimaneva in fondo al pentolone. Catalano tentava di rifiutare, ma senza successo.

"A panza pina u s'ragiona mej" diceva sempre la cuoca, non ammettendo repliche. Catalano ora si massaggiava la pancia piena: se non fosse stato in servizio avrebbe volentieri chiuso con un ammazza caffè, ma al regolamento non si transige, nemmeno se sei pieno come un tacchino farcito. Rimontarono in auto e controllarono l'indirizzo della cooperativa Agli. La zona gli era familiare ormai anche se non era mai capitato a Catalano nei casi precedenti.

«Conosce la direttrice, brigadiere?» chiese curioso mentre si immergevano nella campagna Ferrarese.

«Conoscere è una parola grossa, l'ho incrociata qualche volta ai Lidi al mercato, quando mette su la bancarella. Alla mia ex moglie cucinare non piaceva, preferiva andare fuori, ma mia mamma diceva sempre che i loro pomodori erano ottimi per il ragù di pesce.»

Catalano sorrise: fare una passeggiata tra le serre di pomodori forse poteva essere un valido aiuto alla digestione. Svoltarono in una stradina sterrata che era poco più grossa dell'auto. Un lungo vialone portava fino ad un gruppo di case dal colore salmone. Il sole batteva deciso nel pomeriggio di metà giugno, ma un vento frizzantino soffiava dal mare facendo sventolare i pennacchi verde acceso dei platani. Parcheggiarono nel cortile e lasciarono l'auto. Apparentemente il posto era deserto. Catalano indugiò per un attimo su un grosso cartellone che spiegava al pubblico la produzione agricola in base al mese dell'anno. A giugno proponevano borlotti, basilico, melanzane e almeno quattro qualità diverse di pomodori.

«Buongiorno!» Una signora sulla sessantina con una permanente selvaggia e un grembiule addosso uscì dalla serra portando tra le mani una cassa di verdure.

«Buongiorno signora, Brigadiere Lanciani, cercavamo la direttrice» Fabio si indirizzò verso la donna seguito da Catalano. Questi si allungò curioso a vedere cosa portava nella cassa. L'odore deciso dei peperoni giunse al suo naso.

«Sono fantastici vero? Appena colti!» sorrise la signora. «Credo sia nella sala pittura con le ragazze, girate attorno alla casa, sul retro c'è una dependance con grandi vetrate. Se volete vi accompagno» propose appoggiando faticosamente la cassa a terra e facendo loro strada. «Siete qui per Antonio, immagino.»

Catalano confermò.

«Pover'uomo! Siamo rimasti sconvolti. La dependance l'ha sistemata lui sa: l'idea del laboratorio di pittura piace a tutti. È stato un bel regalo». Lo stile era certamente molto diverso dalla barcaccia: le pareti specchiate riflettevano la campagna circostante, sembrava che quell'edificio svanisse tra i filari di piante al pomodoro.

«Lei lavora da molto qui?» chiese Fabio.

«Sono volontaria da tre anni: io sto a Codigoro, facevo l'impiegata comunale. I miei figli ancora non mi hanno dato nipoti, se rimango a casa con mio marito finisce che mi deprimo. Ho sempre avuto il pollice verde, così vengo due giorni a settimana a dare una mano.»

«Ammirevole!» Catalano le sorrise. Un posto del genere sarebbe piaciuto moltissimo anche a sua madre: si respirava un'aria pulita e semplice.

«Oh, ecco Maria!» Indicò la direttrice che si sporgeva dalla porta a vetro con la fronte corrucciata sotto una cascata di capelli grigi ed ispidi. Catalano notò i suoi occhi azzurri segnati da profonde rughe e la pelle abbronzata: probabilmente quella passava molto tempo all'aria aperta. Era vestita con una stravagante gonna a fiori.

L'uomo nel fiumeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora