La lettera di Carsi

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Yatima guardava la strada deserta e le nuvole di sabbia alzate dal vento forte, poco fuori dalla vetrina della parrucchiera. Era ferma in macchina, parcheggiata davanti al negozio, da quasi un'ora con quel foglio tra le mani tremanti: non sapeva davvero cosa fare. Roberta la vide e batté sul vetro per dirle di entrare, ma Yatima negò decisa con la testa. Sentiva le sue difese franare e le lacrime che le coprivano le iridi. La parrucchiera alla fine si decise a uscire dal negozio e montò dal lato passeggero sulla macchina di Ferrer. Salì e abbracciò Yatima contenta di vederla ancora tutta intera. Non di meno le sembrò piuttosto sconvolta: i capelli scarmigliati, probabilmente per il vento forte, le pesanti occhiaie, struccata e vestita con una tuta logora e due vecchie sneakers. Le sembrò pallida. A vedere dallo stato in cui si trovava la macchina stava vivendo lì dentro. Davanti a lei c'era incastrata sotto al vetro la carta assorbente marrone che usavano per il fritto misto. Se non altro aveva mangiato.

Yatima tirò un lungo sospiro e le passò il foglietto. Era il classico avviso consegnato dalle poste per le raccomandate.

«Dove l'hai trovato?» chiese la donna.

«A casa di Antonio. Sono giorni che tengo d'occhio la cassetta della posta. È la mia ultima possibilità, altrimenti tanto vale consegnarmi a lui» confessò Yatima disperata.

«Yatima, no, ascolta, non devi prenderla così, dovresti andare dai carabinieri piuttosto!»

«Te l'ho già detto, la polizia non può fare niente, non possono proteggermi da lui.»

«Andiamo! Chiunque sia quest'uomo non può essere più pericoloso di Carsi, quello stava per far fuori due carabinieri!»

«È diverso, Carsi era un brav'uomo in fondo, lui sapeva quanto è difficile tirare avanti in questo paese. Per lui è diverso ... può fare male a Thomas o addirittura alla mia famiglia in Costa D'avorio e passarla liscia!» disse agitata Yatima.

«Perché non sei andata a prendere questa lettera, allora?»

«E' di Carsi e se vedono il suo nome, ho paura che chiamino la polizia.»

«Cosa mai potrebbe averti mandato Carsi, che possa aiutarti con quell'uomo?»

«Soldi» alzò le spalle Yatima.

«Yatima è impossibile che ci siano 40000 euro in una busta» tentò di farla ragionare la donna.

«Mi ha chiamato una sera dopo l'omicidio. Era ubriaco, credo, ma ha detto che si sarebbe ricordato di me, della mia situazione, che gli dispiaceva tanto per Antonio, che era quasi tutto pronto, che se anche gli fosse successo qualcosa e non fosse riuscito a portarmi i soldi di persona, mi avrebbe mandato una lettera» raccontò Yatima

«E tu credi a un assassino ubriaco?»

«Non ha ucciso lui Antonio!»

«Tu come lo sai?»

«Perché io ero al telefono con lui quando...» La ragazza iniziò a tremare, sembrava fosse sconvolta da fremiti. Roberta l'abbracciò e la strinse a sé.

«Non puoi andare tu a prendere la lettera?» Yatima rivelò infine l'obbiettivo della sua visita.

«No, Yatima, credimi, è peggio, se mi presento io al posto tuo vorranno i tuoi documenti e i miei, controlleranno molto di più, se vuoi avere una possibilità devi andare tu» rispose decisa la parrucchiera.

«E se la polizia mi sta cercando?»

«I carabinieri non ti stanno più cercando, ma questa ragazza sì e vorrebbe aiutarti: dovresti darle una possibilità» aggiunse la donna passandole il biglietto di Giusy. Yatima tentennò. «Dimmi che ci penserai, ti prego!» la supplicò la parrucchiera.

L'uomo nel fiumeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora