Sdraiata sulle mattonelle rosse ancora calde dal sole della giornata, Giusy fissava il via vai sotto di lei nel viale principale che si stava man mano popolando di gente. «Potevamo chiedere una casa con un muretto più alto?»
Catalano le sorrise di rimando senza distogliere gli occhi dal cannocchiale con cui stava inquadrando la folla di vacanzieri che andava riempiendo il Joker Bar. «Fai un esposto scritto, Parisi!»
«Ma come fai a non avere la schiena a pezzi?»
«Faccio finta di non averla!»
Per fortuna almeno la temperatura quella sera era più mite, una brezza si era alzata dal mare e faceva sventolare i ciuffi ribelli di Giusy come i rami dei pini marittimi che avevano sulla testa. Il balcone era completamente ricoperto di aghi. Aveva provato a spazzare sommariamente prima di preparare la loro postazione: lavoro inutile dato che il vento aveva riportato la situazione esattamente come prima, in pochi minuti. Si stirò e appoggiò la schiena per un attimo al muretto cercando di far passare le fitte. «Giuro che ucciderei per una granita in questo momento.»
«C'è un evaso da catturare, non puoi stare sempre a pensare al cibo!» commentò Catalano.
Giusy fissò l'albero sulla sua testa distendendo il collo. Era quasi un'ora e mezza che era ferma in quella posizione. «Ho bisogno di una sigaretta.»
«Giusy, no, gli ordini sono di non renderci visibili».
«Vado sul retro nel cortile interno. Dai, non puoi coprirmi? Due minuti, giuro!»
«Va bene, ma è l'ultima volta. Poi non dovevi smettere di fumare?»
«Vedi un tutore sul mio naso?» Giusy allargò le braccia.
Catalano le sorrise di rimando e tornò a guardare il lento incedere dei vacanzieri sulla passeggiata.
Si fiondò giù dalle scale, stese la camicetta sudata in salotto e si tolse il giubbotto antiproiettile che la stava stritolando. Si ravvivò i capelli e guardò sé stessa nello specchio dell'ingresso di quell'anonimo appartamento: il naso era nettamente migliorato. Vedeva una ragazza in canottiera, jeans e scarpe da ginnastica: nessuno l'avrebbe notata. Doveva solo trovare qualcuno che le offrisse una "paglia" e la facesse accendere. Spense l'auricolare e lo mise in tasca. Prese un paio di chiavi e chiuse la porta dietro di lei dirigendosi verso il cortile, purtroppo deserto. Aveva poche alternative se non andare sulla via principale. Rimise l'auricolare e lo accese.
«Cerco un buon samaritano in gelateria.»
«Giusy, no, non era nell'accordo, Giusy!»
«Ti ho avvertito del cambio di posizione, come da regolamento» Si immaginò che Catalano avesse semplicemente lanciato gli occhi al cielo, perché non protestò oltre. Si diresse alla gelateria, avvicinò un giovane fermo vicino all'albero che fumava. Stimò che fosse si e no maggiorenne. Gli chiese semplicemente una sigaretta. Lui si voltò, le sorrise e le offrì da accendere. Giusy si accorse che per un attimo i suoi occhi caddero sulla scollatura della canottiera, sorrise divertita. Era poco più di un bambino con gli ormoni impazziti.
«Hai visto quello, sembra un giocatore di basket!» le disse dal nulla.
Giusy si voltò seguendo il suo dito: un africano alto più di un metro e novanta, con una tuta rossa sportiva si faceva largo in mezzo alla folla con uno zaino.
«Sai che sembra anche a me. Perché non vai a chiedergli un selfie?»
Il giovane annuì soddisfatto, gettò la sigaretta e la lasciò lì vicino al tronco, da sola. Giusy non aspettava altro che osservare la reazione dell'energumeno.
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L'uomo nel fiume
Mystery / Thriller# Finalista Wattys 2022 # Due ciclisti avvistano un cadavere a pelo dell'acqua durante una passeggiata nel Parco del Delta del Po. La squadra dei carabinieri di Comacchio viene incaricata dell'indagine. Giusy, al suo primo caso di omicidio, viene ch...