S.P.A.L. - Alessandria

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«Pensavo che odiassi il calcio.» Fabio la studiava divertito.

C'era un caldo abominevole sugli spalti dello stadio Paolo Mazza di Ferrara quella domenica. La folla tutta accalcata ripeteva slogan e cori di incitamento. Alcuni anche non esattamente adatti ad un minore. Giusy sperò che il bambino non ci facesse troppo caso. «Volevo fare qualcosa tutti insieme che a Yuri piacesse.» In effetti sembrava molto eccitato.

«Direi che hai fatto centro, non l'avevamo mai portato alla stadio.»

Il bambino saltava guardando nel cannocchiale che Giusy gli aveva comprato all'ingresso.

«Papà, così si vedono i calciatori piccolissimi!»

«Sì, Yuri, perché lo devi usare al contrario» spiegò Fabio sistemandolo per lui. «Come hai fatto a trovare i biglietti per la tribuna sponsor? Ti saranno costati una fortuna.»

Quella era la parte del suo piano di cui era più orgogliosa. Normalmente, entrare in quello stadio sarebbe stata una vera pena per lei che detestava lo sport in generale. La sua ottima ragione arrivò in quell'istante: vedere Dariusz Vida scendere i gradini a pochi passi da lei le causò un brivido di adrenalina lungo la schiena. Dal vivo era ancora più imponente rispetto alle foto. Giusy notò il fisico atletico e slanciato: nonostante non fosse più un calciatore si vedeva che era attento alla forma e amava vestirsi elegante. Portava un completo bianco di lino su una camicia dalla stampa floreale. Si chiese se quell'uomo potesse avere la forza per gettare Ferrer sul bilanciere.

«Questi biglietti non sono in vendita, devi conoscere uno sponsor.» tagliò Giusy mentre studiava l'africano prendere posto insieme a una ragazza poco più che ventenne e due guardie del corpo tre file sotto la loro.

«Non mi dire che hai trovato modo di avere i tre biglietti gratis?» Fabio la guardò sconvolto.

Giusy si mise a ridere. Lui scosse la testa incredulo.

«Pensavo che il tuo super potere si limitasse alle discoteche.»

«Non hai idea di dove può arrivare!» Giusy osservava la donna disinfettare la seggiola di Dariusz prima che lui si sedesse. Un moto di odio verso quell'uomo la prese fin dentro al profondo. Lisa aveva ragione: non era tipo a cui piaceva sporcarsi le mani. Forse una delle guardie del corpo?

«Dai, stupiscimi! Qualche aggancio che avete pescato in discoteca? Qualche tuo spasimante? Sempre meglio saperle in anticipo queste cose!» la incentivò curioso Fabio.

«Niente del genere. Mai sentito parlare del tipo che detiene il record di denunce per furti subiti in tutta Comacchio e poi regolarmente ritrova la merce e torna a ritirarle?»

«Ragazzo davvero sbadato!» rise tra sé e sé il carabiniere.

«O solamente innamorato.»

«Di chi? Rosa?» chiese stupito il brigadiere.

«Sì, c'è anche uscita un paio di volte, ma non è molto convinta. Comunque lui è figlio del proprietario della Jensen, che è uno dei maggiori sponsor. I prodotti di igiene pagano più di quanto non diresti. È un settore che non conosce crisi. Devo una cena a Rosa... ma per il resto biglietti gratis. Secondo me è un bravo ragazzo, dovrebbe cedere. I belli e dannati sono un giro di montagne russe che si paga molto caro» sfuggì detto a Giusy.

«Esperienze passate?» chiese il brigadiere.

Giusy lo fissò con uno sguardo catatonico. Lui aveva perso il comando, lei per il momento era esonerata e non sapeva dove sarebbe finita, vivevano nella casa dei genitori da tre settimane e lui non aveva nemmeno portato lì tutti i suoi vestiti. Senza dimenticare evasi, sparatorie, funerali, ex-mogli, figli. Non era propriamente andata liscia come l'olio tra di loro. Fabio era molto dolce ultimamente con lei, ma Giusy sospettava che fosse per via della sua ferita. A ottobre quando lei sarebbe stata riassegnata, che ne sarebbe stato di loro?

L'uomo nel fiumeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora