Una serata da dimenticare

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Giusy respirò profondamente nella notte fonda perdendosi a guardare le stelle riflesse nei canali. Lasciò andare avanti Rosa e Giulia per ringraziare il brigadiere di aver pagato la cena, nonostante fosse lui a compiere gli anni, quando si accorse che stava barcollando e faticava a mettere la chiave nella serratura. Si chiese quanto avesse bevuto.

«Non intenderà guidare in questo stato! Se la fermano?» aveva detto ridendo. Le sembrava una situazione assurda: un ufficiale dell'arma dei carabinieri multato per guida in stato di ebbrezza.

«Nessuno fermerebbe una volante dei carabinieri.»

«Se la vedessero andare a zig-zag per la strada, potrebbero pensare che lei l'abbia rubata!»

«E tu, Parisi, quanto hai bevuto?»

«Un bicchiere a malapena.» Amava bere, ma non voleva perdere troppo la lucidità in una cena coi colleghi. Tanto più che da ubriaca cominciava a parlare siciliano, il suo idioma d'origine.

«Non ti piaceva il vino?»

«Non rispondermi e guida» aggiunse prima che Giusy potesse aprir bocca, lanciandole le chiavi. Lei era rimasta un attimo imbambolata con quel mazzo in mano. Giulia e Rosa l'avevano guardata stupite entrare in auto e poi erano scoppiate a ridere. Per fortuna, la maggior parte dei loro colleghi era già rientrata in caserma.

Non si era offerta volontaria per portarlo a casa, ma visto come si erano messe le cose che alternativa aveva? Il brigadiere le aveva indicato la direzione. Avevano costeggiato la statale Romea e imboccato lo stradone per Ferrara. Mentre sentiva il motore ruggire nella notte silenziosa, si era accorta che lui la stava fissando. Sembrava quasi incantato. Forse era più ubriaco di quanto non desse a vedere. Chissà perché aveva bevuto tanto? In realtà non serviva un motivo: era il suo compleanno. Il suo mestiere probabilmente l'aveva resa troppo sospettosa. Come se per ogni azione ci fosse sempre una ragione. Se era così, che ci faceva lei in quell'auto?

«Hai fatto qualcosa ai capelli, Parisi?» le chiese Lanciani mentre prendevano l'uscita di Corte Maggiore e si perdevano nei viali deserti della pianura ferrarese.

«No, di solito in caserma li porto raccolti» rispose concentrandosi sulla strada. Svoltò in quel vialetto pieno di ciottoli seguendo le indicazioni. Attese diversi minuti prima che il brigadiere riuscisse a trovare la lucidità per schiacciare il telecomando e aprire il cancello automatico.

Il piccolo dispositivo gli sfuggì come una saponetta dalle mani. Giusy lo prese al volo scoppiando a ridere e Lanciani fece altrettanto. Quando lui si fermò a guardarla negli occhi, la ragazza faticò a reprimere un sussulto. Non era mai stata capace di arrossire; la timidezza non faceva parte di lei; tuttavia, quello che sentiva era differente, un'emozione che non le capitava di provare da molti anni: un brivido lungo la schiena, un fremito che mozza il fiato. Puntò lo sguardo sulla porta della casa illuminata dai fari, aspettandosi che scendesse, invece non lo fece, allora si voltò verso di lui.

«Non te ne andare, non stanotte, ti prego» le sussurrò lui. Giusy non resistette oltre: non riusciva mai a sottrarsi troppo a lungo al suo istinto. Era sempre stata una ragazza che sceglieva la sua vita di pancia, anche a costo di sbagliare o di fallire. Si baciarono dentro l'auto e poi contro la porta e poi nel salotto di quella casa così elegante e fredda. Sembrava di stare in una villa di una rivista, ma i suoi baci e la chimica che sentiva con lui era qualcosa che soverchiava tutto. Era come se fossero sdraiati su una barca senza remi alla deriva nell'Adriatico, lontani dalla terraferma. Lui la trascinò al primo piano.

Giusy per un attimo si riebbe e gli chiese un momento. Lo lasciò lì sul letto con l'espressione magnetica, gli occhi verdi, mentre si sfilava la camicia. Si precipitò in bagno col respiro affannato e un sorriso da ebete impresso sulla faccia. Si tolse la camicetta in fretta slacciando i bottoncini. Si sentiva una ladra in quella casa troppo elegante, in quel bagno dallo stile moderno e di design. Non avrebbe mai detto che il brigadiere amasse quel genere di arredi. In fondo cosa sapeva di lui? Troppo poco o forse abbastanza per capire che stava facendo un grosso errore. Si lavò la faccia, ravvivò il rossetto.

L'uomo nel fiumeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora