Dariousz Vida

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Dariusz si tirò sul viso gli occhiali a specchio cercando di placare il brivido che lo percorreva lungo la schiena. Lo sentiva incedere lentamente, a gocce, come sudore, sotto la camicia inamidata. Guardò l'orologio e trattenne il fiato. Il suo sangue ivoriano scorreva nelle vene con un'adrenalina che non si dimentica più, era meglio di una striscia di coca, colpiva più profondamente di un fendente sul viso e ti lasciava un ricordo addosso più duraturo di una notte di sesso. Solitamente non si sporcava le mani in prima persona, ma questa volta voleva e doveva farlo: era una questione di onore e sentiva di doversi riprendere in mano la sua vita e riavere quello che era suo di diritto.

Amare colui che non ti ama è amare la pioggia che casca sulla foresta. In bambara, la lingua della sua famiglia, che suo padre detestava parlare, quel proverbio suonava ancora più deciso e tagliente, come la punta affilata del machete con cui nonno apriva i cocchi.

Il suo paese d'origine per lui era sempre stato come un sogno proibito, un eden sfuggente e solo abbozzato grazie ai racconti dei nonni. Le poche volte che ci era stato a malapena l'avevano lasciato libero di girare solo per le strade. Eppure, il suo sogno era quello: trovare la sua metà, la sua regina e generare con lei la sua stirpe. Prendere in mano l'antico impero del nonno e riportarlo ai suoi splendori, quando importava sulle sue navi ogni bene degli dèi verso l'Europa. Frutta esotica, spezie, metalli e gemme preziose.

La foresta ci guadagna dalla pioggia, ma la pioggia cosa ne ha indietro?

Lui le avrebbe dato la vita di una regina. Era disposto anche a sposarla nel loro paese, legalmente. E lei gli aveva gettato addosso quel dono, quella proposta con disprezzo. Lui l'aveva portata via da quel villaggio di fango, l'aveva accolta in un paese dove poteva vivere senza lavorare, solo passando da una festa all'altra, da una coppa di champagne a un hotel di lusso, dove poteva abitare in una villa con la piscina di fronte al mare, fare il bagno in una jacuzzi e guardare la televisione. E lui cosa ne aveva avuto indietro? Disprezzo e vendetta.

Quando aveva visto Yatima in quel mercato, il suo cuore aveva smesso di battere. Aveva scoperto facilmente della sua voglia di aprire un negozio di fiori, dei problemi economici della sua famiglia. E lui si era sentito come la pioggia... generoso. Le aveva offerto una nuova vita con cui realizzare i suoi sogni. Il sorriso semplice di quella ragazza era stata una ventata d'aria fresca, la risposta che cercava da tutta la vita. Era stata contenta di salire su quell'aereo privato. Era rimasta con lui a chiacchierare e a guardare il mare scorrere sotto di loro. Gli sembrava quasi di vederla, così ingenua, pura. Illibata. Perfetta. La sua regina. L'aveva chiesta in sposa al padre prima che partissero dall'Africa e lui aveva accettato senza tentennare, nonostante le ritrosie della madre. Quella donna non capiva: chi non avrebbe voluto essere la moglie di un calciatore italiano, ricco ed erede di un impero? Con Yatima non aveva detto nulla perché voleva farle la proposta all'occidentale, con anello, una cena elegante, musica e vestiti d'alta moda.

L'aveva agghindata quale nessun'altra delle ragazze, l'aveva coperta di diamanti. E quando era scesa dalla limousine quella sera era davvero una regina. Aveva scelto con cura l'anello più prezioso e preparato un'ala in cui avrebbero potuto festeggiare con champagne e ostriche. E Yatima gli aveva tirato in faccia quel bicchiere, rovinandogli un completo da mille euro. E allora aveva deciso di punirla per la sua sfrontatezza. Le aveva fatto fare una di quelle sere dove sapeva che i suoi compagni di squadra avrebbero allungato le mani e preteso il lieto fine. E lui avrebbe aspettato, nell'ombra, rodendosi di gelosia. Sarebbe tornata da lui implorandolo di accettarla, però non era successo, né quella sera, né le feste seguenti. Tre mesi dopo aveva scoperto che lei era incinta. Quella ragazza pur di non prenderlo per marito l'aveva tradito nei peggiori dei modi rinunciando alla purezza, macchiando per sempre il proprio destino. E lui al pari della pioggia... innamorato perso, ancora, le aveva di nuovo offerto la via d'uscita: abortire quel figlio nato nel peccato. Era stato perfino disposto a chiudere un occhio sul fatto che non fosse più vergine. Allora lei era fuggita facendo perdere le sue tracce.

L'uomo nel fiumeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora