Dolore o rimpianto

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«Parisi?» la voce si perse nel vento. Giusy fissò l'acqua del canale sotto di lei nel tramonto che tingeva il cielo di giallo. Era in tuta da ginnastica e stava riprendendo fiato appoggiata al muretto di un ponticello a pochi passi dalla caserma dopo un lungo giro di corsa che aveva fatto tra i canali per schiarirsi le idee. Aveva evitato Fabio tutto il giorno. Gli aveva lasciato il rapporto stilato a quattro mani con Rosa sulla scrivania mentre lui era a pranzo. Vide nell'acqua quella figura in uniforme avvicinarsi e non poté fermare un brivido che le corse lungo la schiena, di nuovo. Distolse lo sguardo.

«Perché siete tornate in taxi?» chiese il brigadiere.

«Non volevamo disturbarla.» Giusy trattenne un gemito di soddisfazione per la sottile allusione.

«Ero in servizio, proprio come voi.»

Giusy si voltò verso di lui stupita. Con quale coraggio? Pensava che non l'avesse visto? Resistette a stento alla tentazione di sbattergli quella foto in faccia. Tanto cosa poteva cambiare? Non aveva autorità su Lanciani ed era abbastanza chiaro dove puntava il suo vero interesse. Doveva risolvere quella notte una volta per tutte. Farlo subito, togliersi il dente e passare oltre. «Senta, Brigadiere, quando non è in servizio può fare quello che vuole della sua vita. So benissimo che l'altra sera era ubriaco e forse è meglio che sia finita così»

Lanciani non riuscì a trattenere un sussulto. Probabilmente non si aspettava un attacco frontale.

«Se ieri sera ha incontrato quella donna per il caso, ottimo, mi aggiorni pure, altrimenti con chi mangia o beve, non è un mio problema» aggiunse lei senza nemmeno prendere fiato.

Fabio si appoggiò al ponticello. Sentiva come una lama che lo trafiggeva. Era tutto così maledettamente complicato con Giusy! Non era la ragazza più bella o appariscente che avesse frequentato, ma forse era l'unica ad averlo rifiutato. In un certo senso ormai ai suoi occhi era la donna irraggiungibile, perché una notte non gli sarebbe bastata, non più e per trasformare quella assurda avventura in una storia uno di loro due avrebbe dovuto rinunciare al lavoro che amava. Non poteva chiederle questo. Non poteva uccidere i suoi sogni.

«Dopo cena sono andato a controllare il luogo dove lavorava Carsi. Si tratta di un noleggio di biciclette. Non aveva rapporti coi clienti, ma effettuava piccole riparazioni sui mezzi e se la cavava anche abbastanza bene a detta del titolare. Era molto arrabbiato perché era sparito dalla mattina alla sera alle porte della stagione turistica. Avrei voluto che venissi con me a sentire quell'uomo» sospirò infine il carabiniere voltandosi a fissarla.

Giusy lo guardò perplessa. «Andiamo, brigadiere, non ho bisogno del contentino. Ho eseguito gli ordini e mi sembra che il risultato sia stato buono. Cosa vuole di più da me?»

«Quello che avete scoperto sull'ultima serata di Ferrer sarà utilissimo alle indagini e al processo, non sto dicendo questo. Aver intervistato il PR è stato un ottimo colpo di fortuna!»

Chiamarlo in quel modo a Giusy sembrò riduttivo.

«Quindi, qual'è la prossima mossa, brigadiere? Vuole che faccia una ricerca sui parrucchieri della zona?» Non riusciva a togliersi quella foto dalla testa, a non pensare che se Yatima era sparita non c'erano poi molte possibilità: era scappata dalla casa dell'architetto perché aveva sentito troppo e ora aveva paura per sé stessa e per suo figlio. Le sembrava impossibile che non avesse lasciato un recapito a qualcuno, come al parrucchiere dove lavorava per esempio.

«Non c'è bisogno, per il momento, abbiamo questioni più urgenti» Un'ombra passò di nuovo davanti al volto del brigadiere. «So che vorresti trovare Yatima, assicurarti che lei e suo figlio stiano bene e non dico che non lo faremo, ma prima dobbiamo trovare Carsi.»

L'uomo nel fiumeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora