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So che é lunghino but bare with me, è un capitolo fondamentale per quello che succederà dopo. Ho provato a dividerlo in due capitoli ma non avevano senso, hope you like it anyways e buona lettura ;)

La canzone sopra è quella che ho ascoltato mentre scrivevo, se si va fatela partire mentre leggete.



"Moonlight, enlighten the night,
The dark side of light,
I gave you my devotion,
my blood and my life."



Kailani

Sei ore

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Sei ore.

360 minuti.

21600 secondi passati in due aule diverse per concludere gli ultimi due esami del primo anno.

Tenni lo sguardo fisso sulle lancette dell'orologio appeso alla parete di cui ormai avevo memorizzato anche i minimi dettagli, come la piccola crepa appena sopra la lavagna.

Tre minuti.

180 secondi.

Avevo resistito per sei lunghe ore ma quei tre minuti sembravano non passare mai.

Avevo finito di scrivere alla fine della seconda ora dell'esame conclusivo di diritto penale.

L'esame consisteva nel discutere "in che modo la tecnologia di condivisione delle informazioni ha migliorato la lotta contro il terrorismo?"

Avevo fatto del mio meglio per riuscire a scrivere un saggio di senso compiuto, includendo i pro e contro dell'uso della tecnologia in casi di diritto penale, come il terrorismo.

Dopo aver riletto un paio di volte, ero rimasta ferma a fissare le lancette.

In realtà ero libera di alzarmi e consegnare ma avevo paura di non reggermi in piedi e crollare davanti a tutti.

Quindi avevo dovuto aspettare che le tre ore finissero per potermi confondere con i miei compagni e passare inosservata nel caso il giramento di testa avesse avuto la meglio.

Due minuti.

120 secondi.

Ero consapevole del fatto che continuare a fissare le lancette dell'orologio non avrebbe fatto passare il tempo più velocemente, anzi sembrava che in quei tre minuti il tempo si fosse fermato.

Cercai di concentrarmi su altro, ad esempio il nuovo taglio di capelli di Ollie, la ragazza di poche parole che si sedeva sempre vicino a me in classe nonostante fossi convinta di non starle particolarmente simpatica.

Non ero nemmeno sicura che in quel posto esistesse il concetto di "simpatia", studiare giurisprudenza significava guardarsi sempre le spalle ed essere sempre pronti ad entrare in un combattimento che ricordava molto quello dei gladiatori dell'antica Roma, in cui solo i più forti sopravvivevano.

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